Una notizia di tale valore storico, nota da settimane ma resa pubblica solo ora, potrebbe cambiare volto alla nostra città.
Nei lavori di ripulitura della necropoli di Via Emilia Sud è emerso un frammento di lapide con la scritta “Iulius Valerius Maiorianus Imperator hic iacet”. Accanto è stata anche ritrovata una moneta con l’effigie dell’imperatore, ucciso a Tortona il 7 agosto 461.
Gli archeologi suppongono di essere di fronte ad un ritrovamento eccezionale: la tomba dell’imperatore morto nella nostra città.
Questa scoperta andrebbe nella direzione di quanto supposto da tempo, vale a dire che il basamento di un enorme monumento di epoca romana esistente nel sotterraneo della Chiesa di San Matteo, sia legato ad una gigantesca statua dell’imperatore Maggioriano.
Se confermata, questa notizia, potrebbe cambiare il volto della nostra città. L’imperatore Giulio Valerio Maggioriano è noto principalmente per il suo breve ma significativo regno come Imperatore Romano d’Occidente. Salito al potere nel 457 d.C., Maggioriano cercò di ristabilire l’autorità imperiale in Occidente e di risolvere molti dei problemi che affliggevano l’Impero Romano in quel periodo.
Nonostante gli sforzi, il suo regno fu turbolento e segnato da intrighi politici e ribellioni interne. La sua morte prematura nel 461 d.C. pose fine alle sue ambizioni di riformare l’Impero Romano d’Occidente, che continuò a declinare fino alla sua caduta definitiva nel 476 d.C.
Maggioriano fu anche l’ultimo imperatore ad essere nominato dall’esercito romano, Dopo la sua morte, l’impero romano d’Occidente fu governato da una moltitudine di imperatori di facciata nominati da Ricimero, il generale barbaro che esercitava un’enorme influenza sull’impero e che mantenne saldamente il vero potere fino alla deposizione di Romolo Augusto da parte di Odoacre, evento che ha segnato la fine dell’Antichità e l’inizio del Medioevo in Europa occidentale.
Ringrazio Maria Angela Damilano per aver voluto dare a codesto umile blog la notizia in anteprima.
La foto di copertina è stata pubblicata su facebook da Massimo Galluzzi.
