La Spagna cresce a 30 all’ora, l’Italia retrocede a tutta velocità

Un discorso del Ministro Salvini durante l’inaugurazione della Torino-Ceres gela il sangue del Presidente Cirio, offende i familiari delle vittime della strada e denota totale incompetenza.

Il video in cui Alberto Cirio rimane sconvolto dalle parole di Matteo Salvini

Ieri il Ministro delle Infrastrutture e dei Trasporti Matteo Salvini ha presenziato l’inaugurazione della linea ferroviaria Torino-Ceres. Opera evidentemente più importante del Terzo Valico, che pure ci sta costando molto. Di questo ne avevamo già parlato nel nostro articolo: “Riaperta la tratta ferroviaria Tortona-Novi Ligure chiusa nel 2017“. A Tortona e Novi ligure, infatti, il ministro felpato non si è presentato, secondo alcune fonti perché doveva comparire in tribunale a Palermo come imputato per sequestro di persona e rifiuto di atto di ufficio nel processo Open Arms.

Processo, quello della Open Arms, che non gli ha impedito di essere oggi a Torino, per l’inaugurazione della Torino-Ceres, dove non ha perso occasione per parlare a sproposito, tra l’altro offendendo i tanti, tantissimi famigliari delle 9 vittime quotidiane della violenza stradale e delle decine e decine di migliaia di feriti gravi, che registra ogni anno il nostro Paese. Nel suo discorso, pubblicato su YouTube da Il Fatto Quotidiano, il secessionista di Pontida ha attaccato il piano Bologna città 30, che da pochi giorni ha terminato la fase sperimentale ed è passata a quella operativa. Fase in cui tutti dovranno adeguarsi ai nuovi limiti, pena venire sanzionati.

Per la cronaca i verbali compilati il primo giorno di “città 30” sono stati 12, a smentire chi, sempre lui, sempre Salvini, era arrivato a dire che moderare il traffico in città è una strategia dei Comuni per “far cassa” con gli autovelox.

Quello che sfugge al vicepremier è il fatto che sempre più numerose città stanno adottando politiche di riduzione della velocità e di redistribuzione dello spazio pubblico urbano. Lo fanno per motivi di sicurezza dei cittadini e di aumento della qualità della vita, con il fine ultimo di attrarre investitori, turisti e residenti. Non lo fanno per motivi ecologici, ornitologici o ideologici: un’auto che viaggia a 50 km orari, in caso di collisione uccide 9 pedoni su 10, un’auto che procede ai 30 chilometri orari solo 1. Una velocità inferiore delle auto diminuisce l’inquinamento acustico, atmosferico e tutela la sicurezza di tutti, automobilisti compresi, senza aumentare significativamente i tempi di viaggio.

Emblematica la faccia sconcertata del nostro Governatore Alberto Cirio nel sentire queste parole. Proprio adesso che il Piemonte intende diventare la Capitale Cicloturistica d’Europa le parole del ministro Salvini suonano vagamente offensive e rischiano di mandare a carte quarantotto gli investimenti fatti finora.

A parte il danno che questa dichiarazione arrecherà al Piemonte, è sconcertante come il Ministro della Repubblica Italiana preposto pro tempore ai Trasporti non abbia capito come vadano le cose. Le città a misura d’uomo, lungi dall’essere un limite alla crescita economica di un Paese, semmai ne sono cornice e motore.

In “Ispagna” sono ormai due anni che una legge nazionale obbliga a rispettare il limite di 30 km/h lungo le strade urbane (e di 20 km/h nei casi in cui si circoli con permesso in una zona pedonale). In pratica in Spagna è il Governo stesso ad aver emanato una Legge che vuole contribuire a migliorare la sicurezza stradale abbassando il numero di incidenti e di vittime, oltre che a rendere più vivibili i quartieri residenziali.

Il nostro felpato Ministro, invece, continua a dire che rallentare il traffico crea danni e disagi a “chi lavora“, perché “la gente deve lavorare“, ecc… come un disco rotto.

Se l’analisi del nostro Ministro fosse corretta, nel 2022, primo anno completo di traffico urbano a 30 km orari, la Spagna avrebbe avuto un calo produttivo a tutto vantaggio dell’Italia. Purtroppo non è stato così. La Spagna, nonostante o magari anche a causa dell’attenzione alla qualità della vita nelle sue città, ha mantenuto inalterato il decennale trend di crescita (demografica ed economica), con performance ormai simili a quelle delle più importanti economie europee.

Nel 2023 il PIL spagnolo ha superato definitivamente quello italiano e oggi la Spagna si candida a diventare la terza potenza dell’Unione Europea.

Proprio vero che meno si lavora, meglio si vive :). Di questo passo, una volta terminato il ponte sullo Stretto, rischiamo di trovare i burocrati di Felipe Juan Pablo Alfonso de Todos los Santos de Borbón y Grecia ad attenderci in Sicilia. Non sarebbe la prima volta…

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