Zona 30 – Alzi la mano chi ha capito cosa intende fare il MIT per la Sicurezza Stradale?

Con la Delibera CIPESS 14 aprile 2022, n. 13 l’Italia si è dotata di un Piano Nazionale Sicurezza Stradale che detta le linee guida fino al 2030. Ma il MIT lo sapeva?

Buongiorno e buona settimana a tutti,

a partire dal 16 gennaio scorso, a Bologna, dopo 6 mesi di transizione, sono entrate in vigore le ordinanze che istituiscono il limite di velocità di 30 km/h sul 70% delle strade della città e di 50 km/h sul restante 30%.

Dopo Olbia, che è diventata «Città 30» nel 2021, anche Bologna si è dotata di questo importante strumento urbanistico.

In Europa e nel mondo sono ormai decine le «Città 30» ed ancora di più sono quelle che si dichiarano intenzionate a diventarlo. In Spagna e nel Galles l’obbligo di non superare i 30 km orari nelle strade più pericolose per i pedoni all’interno dei quartieri urbani è ormai legge dello Stato.

Ma in Italia c’è un problema: il Ministro dei Trasporti in carica che, nonostante avesse finanziato l’iniziativa con una legge entrata in vigore a febbraio 2023, si è, nei giorni scorsi, dichiarato contrario al limite di velocità dei 30 km orari a Bologna.

Dopo aver dichiarato pubblicamente in più occasioni la sua contrarietà, anche durante l‘inaugurazione della Torino Ceres, è intervenuto con una nuova Direttiva sulla disciplina dei limiti di velocità nell’ambito urbano.

La nuova direttiva è adottata ai sensi dell’articolo 142 del codice della strada, ma che cita anche l’art. 141 comma 6 (veicoli che procedono troppo lentamente), una sentenza della Corte di Cassazione del 2011 (sul concorso di colpa di chi procede troppo lentamente in autostrada) e una circolare del 14 giugno 1979!

Circolare che, tra l’altro, anche se datata, già allora si rendeva compatibile con la città 30, in quanto recita che “L’esperienza dimostra che i provvedimenti, anche restrittivi, vengono generalmente accettati e rispettati dalla maggioranza degli utenti, purché rispondenti a criteri ispirati alla logica e alla razionalità delle soluzioni”, come infatti avviene quando una città diventa «Città 30»: la maggioranza degli utenti rispetta i provvedimenti restrittivi perché si rende conto che sono ispirati a criteri che migliorano la qualità della vita di tutti.

Quella del Ministro Matteo Salvini è una crociata che non ha appoggi da nessuno. Si sono dichiarati preoccupati per gli esiti nefasti che ostacolare la moderazione della velocità avrà in termini di vite umane le associazioni di categoria, ma non solo.

Lo stesso presidente dell’ASAPS (ASSOCIAZIONE SOSTENITORI AMICI POLIZIA STRADALE) Giordano Biserni in un’intervista ha ricordato al Ministro come l’istituzione delle «Città 30» possa aiutare a ridurre il numero di morti, soprattutto tra gli utenti deboli della strada. Non capisce di cosa possa essere allarmato il nostro Ministro, quando sono sempre di più le città che, tra la soddisfazione generale, riducono i limiti di velocità.

Molto preoccupato anche il sindaco di Olbia Settimo Nizzi, in quota centrodestra, che considera il comportamento del Ministro Salvini un’inversione di rotta a 180 gradi rispetto a quanto è stato fatto fino ad oggi.

Il primo sindaco italiano ad aver realizzato la «Città 30» ha dichiarato: “I 30 Km orari sono una questione di civiltà. Ad Olbia la misura è attiva da quasi tre anni e gli stessi cittadini che in una fase iniziale la contestavano, non tornerebbero più indietro.”

Come volevasi dimostrare…

Foto: Benzinazero.wordpress.com

Claudio Cheirasco
docente, giornalista, referente di Fiab Tortona sezione Malabrocca


Questo articolo è stato pubblicato su Limonte News col titolo: MAGAZINE ZONA 30 – LA STUCCHEVOLE POLEMICA SCATURITA IN SEGUITO A “BOLOGNA CITTA’ 30”

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