Zona 30 – Ma chi te lo fa fare di prendere la macchina?

Cominciamo oggi una serie di articoli focalizzati sull’automobile. Oggi vediamo i disagi diretti per chi la deve necessariamente utilizzare.

Buongiorno e buona settimana a tutti,

appartengo alla Generazione X, vale a dire alla generazione che più di tutte ha avuto libertà di movimento. A partire dagli otto anni, con strade ancora lontane dall’avere la congestione odierna, ero libero di spostarmi in bici a distanze via via crescenti con l’età. A quattordici anni il motorino, poi la moto e quindi la patente B e la “macchina”.

Posso così dire di aver sempre guidato e, da buon italiano, ritengo di farlo bene, meglio di molti altri.

Per anni ho guidato anche per lavoro e ho così fatto percorrenze più che dignitose, ma, nonostante questo, ho sempre continuato ad utilizzare anche la bicicletta e i piedi per i miei spostamenti. Onestamente non ho mai capito perché ci sia gente che ha bisogno della macchina anche per andare a comprare il pane o le sigarette. È un comportamento che non ha alcun senso logico e che ha delle conseguenze terribili per la salute.

Non ne sto facendo una questione ecologica o altro, almeno non in questo articolo. Oggi voglio limitarmi a riflettere con voi di come utilizzare l’automobile come unico mezzo di trasporto sia una scelta controproducente per noi stessi, prima ancora che per il nostro prossimo e l’ambiente.

Innanzitutto l’auto è sinonimo di sedentarietà, che causa disturbi metabolici come il diabete, l’ipertensione e il colesterolo, così come molte delle malattie cardiovascolari. Inoltre il metabolismo è più lento e questo causa l’aumento di peso fino a veri e propri casi di obesità. Muoversi poco inoltre agevola l’insorgenza di problemi articolari e ossei, dal mal di schiena ricorrente all’artrite e all’osteoporosi. Insomma, basterebbe già questo a trattenerci dall’utilizzare l’auto quando possiamo farne a meno.

Ma non solo. L’automobile, purtroppo, è anche causa di stress, tanto che in Inghilterra è stato coniato un termine per definire il fenomeno che trasforma la frustrazione da traffico in rabbia, con conseguenze anche gravi. Il termine  “road rage”, che si può tradurre in italiano con “rabbia della strada” o “furore stradale“. Nel traffico si è costretti a vivere in un contesto ostile, con persone sconosciute, rumori, luci. Questo, unito all’aria malsana che si respira nell’abitacolo, causa un deficit di ossigeno al cervello che genera risposte comportamentali ed emotive alterate. In altre parole stare troppo dietro al volante ci rende irascibili.

Nelle prossime settimane vedremo i motivi per cui fare un ricorso esagerato all’uso dell’automobile danneggi anche il nostro prossimo e l’ambiente in cui viviamo, ma già i motivi esposti oggi dovrebbero convincervi a muovervi il più possibile a piedi o in bicicletta, i primi a trarne beneficio sarete proprio voi stessi.

Claudio Cheirasco
docente, giornalista, referente di Fiab Tortona sezione Malabrocca


Questo articolo è stato pubblicato su Limonte News col titolo: MAGAZINE ZONA 30 – LE INSIDIE DELL’AUTOMOBILE… PER CHI LA GUIDA

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