Molino dei Torti – La gara ciclistica maledetta del 5 ottobre 2019

Sono passati 3 anni da quando Giovanni Iannelli cadde in volata a 144 metri dall’arrivo dell’86° Circuito molinese.

144 metri

Sabato 5 Ottobre 2019 a Molino dei Torti si correva l’87° Circuito Ciclistico Molinese, una delle corse storiche più importanti della Bassa Valle Scrivia, ultima gara delle 5 inserite nel 39° Trofeo Challenge Bassa Valle Scrivia e Val Curone, organizzato dal G.S. Bassa Valle Scrivia di Guazzora e valido per il campionato regionale Elite e Under 23. Durante la presentazione del 10 agosto a Viguzzolo gli organizzatori avevano dato la notizia che le gare in programma non sarebbero state sei come di consueto, ma cinque, visto il forfait di Casalnoceto, che ormai da 14 anni apriva la Challenge.

Italciclismo.it, ripreso da alcune testate locali, ricordava “a tutti i sindaci assessori e politici in generale che usare qualche euro di quelli che hanno a disposizione per manifestazioni sportive ha sempre un buon ritorno sia in fatto di visibilità per il comune sia per quanto riguarda l’aspetto economico. Secondo un recente studio l’indice di return on investment (ROI) nel ciclismo si attesta a 1:8. Vale a dire che per ogni euro investito, si ottengono otto euro in termini di valore, …

Il programma di quel 5 ottobre prevedeva la gara ciclistica, inserita all’interno delle celebrazioni per la festa patronale di San Rocco. Partenza alle ore 14, a seguire la premiazione dei vincitori, compreso il premio del traguardo volante “Maglia Etica“, assegnato al corridore che avrebbe tagliato per primo il traguardo del penultimo giro. Alle ore 16,45, nel salone del Consiglio Comunale di Molino dei Torti la conferenza stampa legata al “Progetto Maglia Etica Antidoping” sul tema: “Per un ciclismo migliore: l’alleanza tra istituzioni sportive, enti locali e professionisti” (poi rinviata a lunedì 14 ottobre 2019 in Palazzo Ghilini, sede della Provincia di Alessandria). Alla Conferenza stampa erano attesi il presidente della Provincia di Alessandria Gianfranco Baldi, il Sindaco di Molino dei Torti Anna Fantato, il Comandante Provinciale dei NAS, T.Col. Biagio Fabrizio Carillo, il vice Presidente della Federazione ciclistica provinciale Giovanni Ferrari Cuniolo e il Presidente Provinciale della Federazione Medico Sportiva Ettore Bacchini. Renato Balduzzi, ministro della salute 2011-2013 e ordinario di Diritto costituzionale nell’Università Cattolica di Milano, avrebbe tenuto l’intervento conclusivo. Sulla linea del traguardo erano dunque presenti molte Autorità, nazionali e locali, ed erano presenti anche i Carabinieri dei NAS con uno stand di fronte all’arrivo.

La gara, un circuito di 6 chilometri su strada provinciale da percorrere 19 volte per un totale di 115 km, con partenza e arrivo davanti al Municipio di Molino dei Torti, fu vinta in volata da Edoardo Sali, per il Team Gallina Colosio Eurofeed, davanti a Enrico Zanocello, Leonardo Marchiori e Gregorio Ferri, tutti della Zalf Euromobil Desiree Fior. Quinto posto per Alessio Brugna, della Viris Vigevano, primo della categoria Elite. La Maglia Etica 2019 è stata vinta da Daniele Cazzola, 26enne della Viris Vigevano,

Non tutti i corridori, però, riuscivano a portare a termine la gara, caratterizzata da una caduta durante la volata dell’ultimo giro. Caddero in 5, tra di loro Giovanni Iannielli, che non si rialzò da terra, il suo corpo si arrestò a 144 metri dalla linea del traguardo con il caschetto frantumato. Dopo un’ora di cure sul posto da parte dei sanitari del 118, fu stabilizzato ed elitrasportato in coma all’ospedale di Alessandria, dove morì due giorni dopo, il 7 ottobre, per le conseguenze delle ferite riportare.

In prossimità della linea di arrivo, via Roma presenta una “chicane“, una curva a destra di circa 10°, seguita da una curva con inclinazione analoga sulla sinistra. Fu la curva a sinistra ad essere fatale, dal momento che causò uno spostamento improvviso del gruppo. Giovanni Iannelli ricevette una spallata da un altro corridore. La sua bici sbandò, il pedale sinistro si agganciò al primo dei due pilastri di mattoni che reggono il cancello del passo carraio del civico 45, catapultandolo contro lo spigolo tagliente del secondo pilastro, sul quale sbatté violentemente la testa.

Sul posto, oltre al medico rianimatore già presente, arrivò l’ambulanza di soccorso avanzato del 118 e i carabinieri di Castelnuovo Scrivia che, come si scoprirà in seguito, non scattarono nessuna foto, né intervistarono gli altri ciclisti coinvolti nella caduta o qualche testimone oculare tra il pubblico. L’unica ad essere intervistata fu (un’ora e mezza dopo) il Giudice di Gara Giulia Fassina, che si trovava a bordo di una moto e dichiarò di aver visto lo Iannelli compiere una mossa azzardata, cercando di superare il gruppo sulla sinistra, dichiarazione che si sarebbe poi rivelata infondata poiché al momento della caduta la moto su cui viaggiava non era in prossimità del gruppo.

Il processo sportivo

La gara si concluse quindi “regolarmente“, sul comunicato di giuria fu scritto in tre lingue “niente da dichiarare“, ma Carlo Iannelli, padre di Giovanni e avvocato pratese iscritto come Giudice alla Federazione Ciclistica Italiana, si oppose. Riscontrò alcune irregolarità e volle fare chiarezza.

La prima sentenza, quella sportiva fu emessa a fine febbraio dell’anno successivo. La Corte d’Appello Federale comminò alla società organizzatrice una ammenda di 430 euro a causa della transennatura che copriva una lunghezza inferiore a quella prevista dal regolamento per gare di questo tipo. In appello, al termine di una riunione collegiale, il tribunale sportivo della Federazione ciclistica italiana inflisse col patteggiamento altri 1.000 euro di ammenda alla società organizzatrice e otto mesi di inibizione al suo presidente Ennio Ferrari, presidente del GS Bassa Valle Scrivia, e ai due direttori di corsa Danilo Massocchi e Francesco Dottore.

Il (mancato) processo penale

Si prosegui quindi con la giustizia ordinaria, Il 17 novembre 2020 al tribunale di Alessandria iniziò il processo penale, che tuttavia non è mai andato oltre alle indagini preliminari. A Febbraio 2021 ci fu un’udienza, nella quale si ritrovarono nella stessa aula il papà di Giovanni, Carlo Iannelli, e i tre organizzatori, indagati per omicidio colposo: Ennio Ferrari, presidente del Gs Bassa Valle Scrivia che ha organizzato la corsa; Danilo Massocchi e Francesco Dottore, rispettivamente direttore e vicedirettore della corsa. Il GIP decise per l’archiviazione del caso con la motivazione che «È provato che l’evento sia stato determinato da uno scontro tra ciclisti tale da determinare lo sbilanciamento del giovane. I pilastri di sostegno del cancello carraio al civico 45 di via Roma a Molino dei Torti costituiscono un ostacolo che non presenta un rischio anormale per la sicurezza dei corridori. Un rischio ordinariamente assunto da tutti coloro che intraprendano tale sport, che per definizione è pericoloso, proprio in ragione del fatto che non si svolge su circuiti, ma si snoda su strada, attraverso luoghi antropizzati. Da tale considerazione, discende che non c’era in capo agli odierni imputati l’obbligo di schermare tale rischio ordinario».

La battaglia di Carlo Iannelli

Il colpo per papà Carlo è tremendo, che non si arrende e chiede di riaprire il processo. Lo fa attraverso la pagina Facebook “Giustizia per Giovanni – Sicurezza per tutti“, attraverso la quale continua ad avere la visibilità che lo ha portato anche in contatto con codesto umile blog.

In pratica Carlo ha commentato un mio post condiviso su un gruppo Facebook frequentato da ciclisti e mi ha incuriosito. Nei prossimi giorni intervisterò Carlo Iannelli, ma prima volevo farmi un’idea di questa complicata situazione, che finora avevo ignorato. Poi intervisterò Carlo, siamo già d’accordo, dobbiamo solo stabilire i tempi e il modo, vale a dire se sarà un’intervista scritta o una video-intervista.

Nel frattempo pubblico anche qui, è già stata pubblicata più volte, la lettera aperta da lui scritta a febbraio di quest’anno. La ritengo molto utile per chi voglia farsi un quadro completo della situazione che sta vivendo Carlo, da lui ritenuta ingiusta. Il processo che tanto invoca sarebbe un modo per fare chiarezza su una vicenda in cui inizialmente era stata addirittura addossata a Giovanni, la vittima, la colpa di quanto accaduto, ma che grazie alle prove raccolte da Carlo è stato dimostrato, finora solo in sede sportiva, che non è così.

La lettera aperta di Carlo Iannelli

Sono e mi chiamo Carlo Iannelli, sono nato a Prato l’11 Luglio 1963 ove risiedo in Via dei Lanaioli, 5.

Sono il babbo di Giovanni Iannelli, il giovane corridore Pratese di 22 anni d’età, morto a poco più di 100 metri dalla linea di arrivo, a causa ed in conseguenza dell’evento mortale occorso, durante la volata finale, a ranghi compatti, della corsa ciclistica svoltasi il 5 Ottobre 2019 a Molino dei Torti in Provincia di Alessandria ed organizzata dal G.S. Bassa Valle Scrivia, società affiliata alla Federazione Ciclistica Italiana (di seguito FCI).
Mio Figlio Giovanni muore poiché impatta violentemente con la testa contro lo spigolo tagliente di una imponente colonna di mattoni rossi sporgente, prospiciente sulla sede stradale.
Gli organizzatori di quella corsa ciclistica non hanno predisposto ed installato nessuna benché minima protezione a copertura dei tanti ostacoli, delle tante insidie mortali presenti su quel “rettilineo” di arrivo, in violazione di quanto imposto dalle leggi, dai regolamenti, dalle buone e corrette prassi organizzative.

Sono un avvocato iscritto all’Albo di Prato sin dal 1990, ho dedicato oltre 30 anni al ciclismo, facendo di tutto, tranne il corridore; ho organizzato centinaia di corse per tutte le categorie, compreso i Professionisti, sono stato Vice presidente per 8 anni del Comitato Regionale Toscano della FCI, da ultimo sono stato per oltre 10 anni un Giudice degli Organi di Giustizia della FCI.

Di seguito elenco alcune circostanze oggettive relative a questa tragedia immane, irreparabile: – il G.S. Bassa Valle Scrivia è la società organizzatrice di quella corsa ciclistica che ha sede in Guazzora (AL) Via Statuto, 1; – il Presidente della suddetta società è Ennio FERRARI nato a Tortona (AL) il 23.05.1956 residente a Casalnoceto (AL) Via Papa Giovanni XXIII, 16; – uno dei due Vice Presidenti della suddetta società è Pierino CEREDA nato a Tortona (AL) il 03.12.1939, è l’attuale Sindaco di Guazzora (AL) (dovrebbe essere al secondo mandato) ove ha sede il G.S. Bassa Valle Scrivia. È un personaggio molto noto anche in ambito ciclistico (è stato praticamente l’inventore del Trofeo Bassa Valle Scrivia del quale quella corsa ciclistica fa parte); – l’altro Vice Presidente della suddetta società è Piero Angelo CISI nato a Alzano Scrivia (AL) il 16.11.1941, è stato per tanti anni Sindaco di Alzano Scrivia ed è attualmente il Vice Sindaco di quel Comune. Anche lui è un personaggio molto noto in ambito ciclistico. Il 3 Gennaio 2020 ha rilasciato un’intervista al giornale LA STAMPA, dichiarando che le transenne a quella corsa erano già installate ai 180 metri dalla linea di arrivo; tale affermazione peraltro è clamorosamente falsa, smentita da filmati, fotografie ed anche da una sentenza emessa dalla Corte Sportiva di Appello della FCI della quale di seguito dirò; – tra i coordinatori generali del predetto Trofeo Bassa Valle Scrivia, accanto ai predetti Pierino CEREDA e Piero Angelo CISI, quale socio ed attuale Consigliere della suddetta società c’è Adolfo Guagnini nato ad Alzano Scrivia (AL) il 09.02.1954 ed attuale Sindaco di quel Comune; è il soggetto che, per quanto dichiarato dal Presidente Ennio FERRARI alla Procura Federale della FCI, quel giorno fa da supervisore all’installazione delle transenne su quel rettilineo di arrivo di Via Roma a Molino dei Torti (AL) dove, a 144 metri dalla linea di arrivo, muore mio Figlio Giovanni; – Anna FANTATO nata ad Alessandria il 08.01.1960 è l’attuale Sindaco di Molino dei Torti (AL). Quel giorno, sabato 5 Ottobre 2019, come riportato anche dalla stampa, era in programma, al termine della corsa, una conferenza stampa legata al Progetto Maglia Etica Antidoping, per cui erano presenti: il Prof. Renato Balduzzi (già Ministro della Salute, già componente del Consiglio Superiore della Magistratura, cittadino onorario di Molino dei Torti, presente sin dalla partenza), il Presidente della Provincia di Alessandria Gianfranco Baldi, i Carabinieri dei NAS presenti addirittura con uno stand di fronte all’arrivo, il Comandante Provinciale dei NAS Tenente Colonnello Biagio Fabrizio Carillo, tra l’altro criminologo di fama, nonché moltissime altre Autorità locali, regionali, nazionali.

Vengono fatti intervenire i Carabinieri di Castelnuovo Scrivia i quali dichiarano di essere giunti sul posto alle ore 16 e 15 ovvero addirittura qualche minuto prima che la corsa finisse atteso che la stessa è terminata alle ore 16, 24 minuti e qualche secondo, che peraltro non fanno nessun rilievo stradale, nemmeno una fotografia con il telefonino, non sentono neppure un testimone dei moltissimi presenti, non sequestrano nessun mezzo. Redigono un verbale di una paginetta e mezza relativamente ad un sinistro mortale. Dopo un’ora e quarantacinque, alle ore 18:00, sentono sul posto, a sommarie informazioni, solamente una componente del collegio di giuria, la giudice in moto, la signora Giulia FASSINA nata a Abbiategrasso (MI) il 13.06.1986, la quale fa tutta una serie di dichiarazioni clamorosamente false (per giunta reiterate in maniera disumana ed agghiacciante avanti alla Procura Federale della FCI), smentite e contraddette da filmati, fotografie, testimonianze, perizie ed altro per cui ho denunciato la stessa alla Procura della Repubblica di Alessandria. A ciò si aggiunga che quegli stessi Carabinieri svolgono le successive indagini di polizia giudiziaria per conto della Pubblico Ministero di Alessandria: Dott. Andrea Trucano. Il collegio di giuria non segnala nulla di anomalo nel rapporto di gara (NULLA DA SEGNALARE !!! scrivono) che viene inviato al Giudice unico sportivo piemontese il quale, dopo pochi giorni, omologa la gara, senza provvedimenti, noncurante di ciò che è successo.

La società ciclistica per la quale era tesserato mio Figlio Giovanni impugna detto provvedimento di omologa avanti alla Corte Sportiva di Appello della FCI; in quel procedimento si costituisce la società organizzatrice G.S. Bassa Valle Scrivia, rappresentata e difesa dall’Avv. Gaia Campus, iscritta al Foro di Roma, la quale è anche Componente effettivo della Commissione Nazionale Elettorale della FCI; quel procedimento sportivo si conclude con la decisione/sentenza (definitiva) del 3 Marzo 2020 con la quale, al termine dell’istruttoria, vengono accertate due gravissime irregolarità a carico della predetta società organizzatrice, direttamente correlate alla morte di mio Figlio Giovanni: la non conformità della transennatura a quanto imposto dal Regolamento Tecnico della FCI e la pericolosità di quel rettilineo di arrivo; pertanto il G.S. Bassa Valle Scriva viene sanzionato, nella misura massima, prevista dal PUIS (Prospetto Unico Infrazioni e Sanzioni della FCI).

La stessa Avv. Gaia Campus assiste nel procedimento svoltosi avanti alla Procura Federale della FCI tutti i soggetti tesserati FCI; all’esito dell’istruttoria i soggetti deferiti (parzialmente rispetto alla denuncia da me inoltrata alla Procura Federale della FCI nel Marzo 2020 e che non è mai stata presa in considerazione !) sono la società organizzatrice G.S. Bassa Valle Scrivia e per essa il suo Presidente Ennio FERRARI, Danilo MASSOCCHI che a quella corsa ciclistica svolge, per conto e su incarico della predetta società, il ruolo di Direttore di corsa, Francesco DOTTORE che a quella corsa ciclistica svolge, per conto e su incarico della predetta società, il ruolo di Vice direttore di corsa; quel procedimento si conclude con un patteggiamento per cui i suddetti soggetti vengono condannati con la sanzione di mesi otto di inibizione, mentre il G.S. Bassa Valle Scrivia con la sanzione della censura con ammenda di € 1.000,00. Un altro avvocato, anche lui iscritto al Foro di Roma, l’Avv. Nuri Venturelli, assiste e difende, sin dalla fase stragiudiziale, il G.S. Bassa Valle Scrivia e gli altri soggetti tesserati FCI (compresa la medesima FCI) coinvolti, a vario titolo, nell’organizzazione e nella direzione di quella corsa ciclistica mortale, avanti al Tribunale civile di Alessandria ed avanti alla Procura della Repubblica presso il Tribunale di Alessandria; l’Avv. Nuri Venturelli è anche il legale della FCI in molti altri procedimenti. Il Dott. Roberto Sgalla, Responsabile della Commissione Nazionale Direttori di Corsa e Sicurezza della FCI, svolge l’attività di consulente per la Procura Federale della FCI (quella consulenza viene trasmessa anche al Pubblico Ministero di Alessandria: Dott. Andrea Trucano); ed inoltre, nonostante la formale opposizione avanzata con istanza di “ricusazione” dai Familiari di Giovanni che evidenziano un macroscopico conflitto di interessi nonché l’incompatibilità di quell’esponente apicale della FCI (nel frattempo i Familiari di Giovanni hanno avviato una causa civile di risarcimento danni nei confronti di tutti i soggetti tesserati FCI, ed anche nei confronti del Comune di Molino dei Torti, coinvolti a vario titolo nell’organizzazione di quella corsa ciclistica e quindi il Presidente della FCI Renato Di Rocco annuncia che la FCI si costituirà in quel giudizio per chiedere la reiezione della domanda, ritenendola infondata) viene nominato dal Pubblico Ministero di Alessandria: Dott. Andrea Trucano (che in quel momento sta indagando in ordine ad eventuali responsabilità ascrivibili a soggetti tesserati FCI) suo consulente; a tale riguardo si evidenzia che il giornale LA STAMPA, già a Gennaio 2020, riporta la notizia e che il conferimento dell’incarico risale peraltro al 28 Maggio 2020.
Quindi, anche all’esito di quella relazione, in data 26.11.2020, con richiesta depositata il 30.11.2020, il Pubblico Ministero di Alessandria: Dott. Andrea Trucano (il fascicolo per omicidio colposo, iscritto al n. 2126/2020 RGNR, risulta cointestato anche al Procuratore Capo della Procura della Repubblica di Alessandria Dott. Enrico Cieri) ha chiesto disporsi l’archiviazione del procedimento.

A seguito dell’opposizione alla richiesta di archiviazione proposta dai Familiari di Giovanni alla fine dello scorso anno, il Giudice per le Indagini Preliminari di Alessandria: Dott. Andrea Perelli ha fissato l’udienza del 24 Febbraio 2021 e quindi, sciogliendo la riserva, in data 1° Marzo 2021, con ordinanza depositata il 3 Marzo 2021 ha dichiarato inammissibile l’opposizione alla richiesta di archiviazione, disponendo l’archiviazione del procedimento, con conseguente restituzione degli atti al Pubblico Ministero.

Successivamente ho presentato alla Procura della Repubblica di Alessandria ben due istanze di riapertura indagini, con richiesta di svolgimento di ulteriori indagini suppletive.
La prima, presentata il 25 Maggio 2021, è stata respinta il giorno successivo 26 Maggio 2021.
La seconda, presentata il 14 Giugno 2021, dopo richieste avanzate anche dal mio difensore, da ultimo il 30 Dicembre 2021, è stata immotivatamente respinta lo stesso 30 Dicembre 2021.
Si evidenzia che, in quella seconda istanza, ho denunciato almeno due reati che potrebbero essere stati commessi dal predetto consulente del Pubblico Ministero, ma, a quanto pare, non risulta essere stata esercitata l’azione penale.
Segnalo anche che, nonostante le numerose e reiterate richieste, non sono mai stato convocato dalla Procura della Repubblica di Alessandria.

Rilevo e sottolineo inoltre che, al di là degli specifici precedenti rappresentati dalla suddette decisioni/sentenze già emesse dagli Organi di Giustizia Sportiva di cui sopra, su questa tragica vicenda ci sono molteplici pareri e perizie espresse, con cognizione di causa, dopo avere esaminato documenti, filmati e fotografie e, in taluni casi, dopo sopralluoghi effettuati sul posto, da Campioni del ciclismo (tra i quali si segnalano Vincenzo Nibali, Gianni Bugno, Silvio Martinello, Mario Cipollini ed altri), Direttori di corsa internazionali (tra i quali si segnalano Raffaele Babini Direttore di corsa internazionale, Direttore di corsa del Giro d’Italia e di tutte le cosi dette “classiche monumento” del panorama ciclistico mondiale, Gianni Cantini Direttore di corsa internazionale, Responsabile della Commissione Regionale Toscana dei Direttore di Corsa nonché docente in materia ed altri), Tecnici (tra i quali si segnalano Rino Di Candido, ex Commissario Tecnico della Nazionale Juniores della FCI ed altri) Consulenti Tecnici (tra i quali si segnalano l’Ing. Piercarlo Molta, perito e consulente tecnico per diverse Procure della Repubblica e Tribunali ed altri), Giornalisti esperti di ciclismo (tra i quali si segnalano Marco Bonarrigo e Gaia Piccardi del Corriere della Sera, Tommaso Lorenzini di Libero, Alessandra De Stefano attuale Direttore di Raisport, Riccardo Magrini ex ciclista ed attuale commentatore per Eurosport ed altri) Personaggi esperti di ciclismo ecc. ecc., le quali sono tutte univoche e concordi nel ravvisare palesi negligenze, imperizie ed omissioni a carico degli organizzatori e degli altri soggetti coinvolti, a vario titolo, in quella corsa ciclistica mortale.
Per giunta lo stesso presidente del G.S. Bassa Valle Scrivia Ennio FERRARI, nel corso dell’interrogatorio svoltosi avanti alla Procura Federale della FCI, ammette di non avere mai verificato la sicurezza dell’ultimo chilometro ed ammette la pericolosità di quel rettilineo di arrivo.

Tutto questo materiale è già stato sottoposto all’attenzione della Procura della Repubblica di Alessandria, ma ad oggi, come detto, quel Processo non si vuole neppure avviare.
Pertanto ho chiesto, chiedo e chiederò, finché avrò la forza per farlo, che in ordine alla tragica vicenda relativa alla morte di mio Figlio Giovanni venga celebrato almeno un Processo poiché solamente in quella sede, nel dibattimento, nel contraddittorio tra le parti ed in condizioni di parità, possano essere approfondite e chiarite certe situazioni, determinate circostanze, possa emergere davvero la Verità nel nome della Giustizia.
Ritengo che celebrare almeno un Processo corrisponda anche ad un Principio di Civiltà, sia un Diritto Sacrosanto, specialmente per la Parte Offesa, per una Famiglia che ha perso un Figlio, strappato alla Vita nel fiore degli anni con quelle modalità. E che sia anche un gesto di Riconoscenza e di Rispetto nei confronti di un Ragazzo esemplare, che ha donato i suoi organi, consentendo ad altre Persone di proseguire quel cammino che invece a Lui, durante una corsa ciclistica, mentre stava praticando uno sport, è stato per sempre negato. Ritengo che celebrare almeno un Processo significhi altresì focalizzare, davvero e finalmente, la massima attenzione sulla questione, finora trascurata ed in certi casi persino ignorata, della sicurezza alle corse ciclistiche, e questo nell’interesse dei Corridori di ogni età, di ogni categoria, di oggi e di domani, affinché simili tragedie come quella di mio Figlio Giovanni non abbiano mai più a verificarsi e l’estremo sacrificio di mio Figlio Giovanni non risulti vano.

In questi due anni e passa non ho fatto altro che scrivere ripetutamente alle più alte cariche dello Stato, ivi compreso il Presidente della Repubblica, il Senato della Repubblica, la Camera dei Deputati, la Presidenza del Consiglio dei Ministri, il Consiglio Superiore della Magistratura (personalmente anche al Magistrato Dott. Nino Di Matteo), il Ministro della Giustizia ecc. ecc. senza ottenere risposte concrete; sulla vicenda sono state presentate due interrogazioni a risposta scritta al Ministro della Giustizia da parte del Senatore Riccardo Nencini ed un’altra è stata depositata in questi giorni dall’Onorevole Manfredi Potenti. Mi sono rivolto ripetutamente anche al Comando Generale dell’Arma dei Carabinieri, prima al Generale Giovanni Nistri e poi al Generale Teo Luzzi, affinché facesse luce su questa tremenda vicenda, chiedendo di sottoporre a perizia, tramite il loro Reparto Investigazioni Scientifiche (i famosi RIS), quel video amatoriale di 24 secondi, che parla da solo!, relativo all’evento mortale di mio Figlio, ma non ho ricevuto nessuna risposta.

E tanto altro ancora …. Garantisco che non sono un mitomane in cerca di visibilità e neppure un padre disperato, ma solamente un uomo che cerca e vuole Verità e Giustizia per la morte di suo Figlio. Resto a completa disposizione per essere convocato in ogni sede, onde fornire tutti i chiarimenti che saranno ritenuti necessari e mostrare la documentazione a specifico e dettagliato conforto di tutto quanto ho scritto.

Ringrazio infinitamente per l’attenzione e porgo i miei migliori saluti.

Carlo Iannelli avvocato, papà di Giovanni

Foto: La Gazzetta dello Sport

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