Il Contratto collettivo attende il rinnovo da più di 4 anni. Il governo con una mano dà (poco) e con l’altra lo toglie per decreto legge. Docenti sul piede di guerra, a rischio gli scrutini annuali.
FLC CGIL, CISL Scuola, UIL Scuola, SNALS Confsal e GILDA Unams chiamano la categoria alla mobilitazione contro l’invasione di campo operata dal Governo in materie come salario e carriera, che sono di esclusiva competenza della contrattazione. L’Esecutivo, facendosi scudo di una presunta e indimostrata indicazione dell’Unione Europea, è intervenuto in materia di salario e di carriera varando un Decreto Legge che introduce percorsi di formazione incentivata con valutazione finale.
Oggetto: proclamazione sciopero del Comparto Istruzione e Ricerca – Settore Scuola, per l’intera giornata di lunedì 30 maggio 2022.
Le scriventi OO.SS., in seguito all’esito negativo del tentativo di conciliazione esperito in data 9 maggio 2022 ex art 11 dell’Accordo sulle norme di garanzia dei servizi pubblici essenziali e sulle procedure di raffreddamento e conciliazione in caso di sciopero del 2 dicembre 2020, in base agli artt 10 e 11 dell’Accordo medesimo proclamano lo sciopero di tutto il personale docente, Ata ed educativo del Comparto Istruzione e Ricerca – Settore Scuola, nonché del personale docente della scuola dell’infanzia comunale con CCNL Istruzione e ricerca – Settore Scuola, per l’intera giornata del 30 maggio 2022, con le seguenti rivendicazioni:
• Lo stralcio dal decreto di tutte le materie di natura contrattuale;
• L’avvio immediato della trattativa per il rinnovo del Contratto, scaduto da tre anni, essendo ormai già iniziato un nuovo triennio contrattuale;
• L’implementazione delle risorse per addivenire all’equiparazione retributiva del personale della scuola agli altri dipendenti statali di pari qualifica e titolo di studio e il progressivo avvicinamento alla retribuzione dei colleghi europei;
• L’implementazione delle risorse per la revisione e l’adeguamento dei profili Ata;
• L’eliminazione degli eccessi di burocrazia nel lavoro dei docenti;
• La restituzione della formazione di tutto il personale della scuola alla sfera di competenza dell’autonomia scolastica e del collegio docenti;
• La revisione degli attuali parametri di attribuzione degli organici alle scuole per il personale docente, educativo e ATA;
• La riduzione del numero di alunni per classe;
• Il contenimento della dimensione delle istituzioni scolastiche entro il limite di novecento alunni per scuola;
• modalità specifiche di reclutamento e di stabilizzazione sui posti storicamente consolidati in organico di fatto, che superino il precariato esistente a partire dai precari con 3 o più anni di servizio;
• modalità semplificate, per chi vanta una consistente esperienza di lavoro, di accesso al ruolo e ai percorsi di abilitazione;
• la previsione di un organico straordinario di personale della scuola, per gestire le emergenze legate al perdurare della pandemia e all’accoglienza degli alunni provenienti dalle zone di guerra per l’anno scolastico 2022-23;
• la reintegrazione dell’utilità del 2013;
• la garanzia della presenza di un Assistente Tecnico in ogni scuola del primo ciclo;
• la disciplina in sede di rinnovo del CCNL dei criteri per la mobilità con eliminazione di vincoli imposti per legge;
• l’incremento dell’organico dei Collaboratori scolastici di 2.288 unita secondo l’impegno ministeriale;
• l’indizione del concorso riservato per gli Assistenti Amministrativi Facenti funzione di DSGA con tre anni di servizio nella funzione anche se sprovvisti di titolo di studio specifico (nel nuovo a.s.2022/23 il 30% dei posti sarà vacante);
• l’emanazione del bando di concorso per DSGA;
• la semplificazione delle procedure amministrative per liberare le segreterie dai compiti impropri (pensioni, ricostruzione di carriera, graduatorie di istituto) re-internalizzando quelli di competenza dell’Amministrazione scolastica; • la revisione del regolamento sulle supplenze ATA;
• la ricognizione sullo stato di attuazione delle posizioni economiche.
Resta ferma la possibilità, nel rispetto della normativa vigente (L 146/90 e Accordo del 2 dicembre 2020) di intraprendere successivamente ulteriori iniziative di mobilitazione e sciopero, che potranno anche coinvolgere gli adempimenti di fine anno.