Cesare Saccaggi, un pittore tortonese coetaneo di Pellizza da Volpedo

Il punto su Cesare Saccaggi alla luce della recente mostra “Saccaggi 150+1” allestita a Garbagna dal 21 giugno al 7 luglio scorso.



Cesare Saccaggi pittore tortonese

Giacomo Grosso: “Ritratto di Cesare Saccaggi” Olio su tela

Solo di qualche mese più vecchio del celebre Giuseppe Pellizza (nato a Volpedo il 28 luglio 1868), Cesare Saccaggi nasce a Tortona il 7 febbraio 1868. Coetaneo e conterraneo del Pellizza, con lui avrà solo rapporti saltuari e di conoscenza piuttosto superficiale. È stato un artista molto noto e molto celebrato in vita, molto meno dopo la sua morte avvenuta in seguito ad una malattia nel 1934.

Cesare Saccaggi è tornato nell’interesse della critica negli ultimi vent’anni in seguito all’allestimento di alcune mostre, due a Tortona: la prima nello studio d’arte Gabbantichità nel 2000 (che a dato vita al catalogo pubblicato proprio da Gabbantichità) e una seconda più ampia e completa a Palazzo Guidobono nel 2008, ed una terza a Garbagna, terminata il 7 luglio scorso e di cui ho l’autorizzazione a pubblicare il catalogo che trovate QUI. Oltre alle due mostre tortonesi e a quella garbagnola Saccaggi è stato anche nell’interesse della critica a livello nazionale in due importanti mostre recenti in cui è stato presente con alcune opere. A Forlì nel 2014 nella mostra “Liberty, uno stile per l’Italia Moderna” e a Palazzo reale di Milano nel 2016 nella mostra “Simbolismo. Dalla Belle Époque alla Grande Guerra“.

In particolare quest’anno a Garbagna sono state esposte 13 opere di proprietà della Fondazione C.R. Tortona che non trovano posto nell’esposizione della pinacoteca “Il Divisionismo” perchè Saccaggi non ha mai dipinto con la tecnica divisionista.

Vi invito a prendere visione del catalogo della mostra e dei due video realizzati in occasione della mostra di Garbagna

Inaugurazione mostra Saccaggi 150+1

Visita alla mostra SACCAGGI 150+1

Biografia di Cesare Saccaggi

A cura di Mauro Galli, tratta dal catalogo della mostra “SACCAGGI centocinquanta + uno. Opere della Fondazione C.R. Tortona”

Cesare Saccaggi nasce a Tortona il 7 febbraio 1868 da Domenico, sarto, e da Santi-na Peila. Rivelata una precoce predisposizione per il disegno, si iscrive all’Accademia Albertina di Torino che frequenterà, con buon profitto, dall’84 al ’90 grazie anche ad un sussidio del Municipio di Tortona. Tra i suoi professori d’Accademia si distingue Giacomo Grosso che gli diventerà amico e costituirà il modello privilegiato della sua ritrattistica.

Negli anni d’Accademia assorbe il gusto storicistico dominante in quel periodo a Torino dove erano stati realizzati, nel clima del Gothic Revival, il castello e il villaggio del Valentino. Terminati gli studi accademici chiede al Municipio di Tortona un ulteriore sussidio per perfezionarsi a Roma. Nella capitale entra in contatto con l’estetizzante ambiente dannunziano, conosce la pittura preraffaellita nelle mostre della società “In Arte Libertas” ed è sedotto da quella di Alma Tadema, che ispirerà tutta una serie di scene neopompeiane dipinte nel corso degli anni ’90. In questo stesso periodo si dedica essenzialmente alle scene di costume ambientate in varie epoche passate e a quelle veriste, di tono melodrammatico, a sfondo sociale.

Negli ultimi anni del secolo, percepita la crisi del “vero”, Saccaggi aderisce al Simbolismo elaborando complesse allegorie in uno stile di ascendenza preraffaellita. Sensibile alla cultura dannunziana, partecipa al revival mitologico e pagano riproposto dal poeta nei versi di Alcyone sotto il segno di Pan, dipingendo processioni votive, nei costumi dell’antichità classica, alla Madre Natura – impersonata dai simulacri delle dee della fertilità, di Iside e della Diana di Efeso – ma anche soggetti mitologici e trittici allegorici ispirati ad Eros. Alla Quadriennale di Torino del 1902, infatti, presenta una processione cristiana medievale, Il voto, di gusto tardo preraffaellita.

Nel 1900 è designato a partecipare all’Esposizione Universale di Parigi con il pastello Alma Natura, ave!. Sempre a Parigi, nel primo lustro del secolo, partecipa a quattro edizioni del Salon con opere temporalmente collocate in un Medioevo più sognato che reale e dipinte con raffinati stilemi preraffaelliti.

Dopo il ritorno a Tortona, tra il ’10 e il ’14, prende parte a tre edizioni della Biennale di Venezia. Negli anni della Prima Guerra Mondiale esegue opere di tono funereo o Opere dalla collezione della Fondazione C.R. Tortona decadente, intrise di un erotismo macabro e grottesco. A partire dai primi anni ’20 fino alla morte, avvenuta nel 1934, Saccaggi torna a sciorinare tutto il suo repertorio eclettico dipingendo scene di genere e di costume, ritratti, nature morte ma anche numerosi paesaggi di località montane, lacustri e marine, recuperando la tradizione paesistica piemontese del tardo Ottocento.

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