Sparatoria a Tortona, l’imbarazzo del sindaco Chiodi

Tanto tuonò che piovve. Il degrado del centro storico di Tortona non risparmia via padre Michele da Carbonara.

Sarebbe stato un regolamento di conti legato al traffico di droga all’origine della sparatoria avvenuta il lunedì di Pasquetta, intorno alle 21, in via Padre Michele da Carbonara a Tortona.

Tre persone coinvolte: due, di origine nordafricana, ferite e finite in prognosi riservata all’ospedale di Alessandria. Una terza persona, non identificata, si sarebbe invece allontanata con l’arma del delitto, una pistola, che infatti non è stata ritrovata.

Una scena agghiacciante quella che si è presentata ai soccorritori e agli inquirenti. Sangue ovunque, all’interno di un appartamento al piano terra del civico 26, sulla maniglia della porta d’ingresso e anche per strada. All’interno dell’appartamento è stato ritrovato un panetto di hascisc, forse alla causa del litigio.

Sulla vicenda stanno indagando i Carabinieri di Tortona.

Di seguito la dichiarazione rilasciata martedì dal Sindaco Federico Chiodi in merito all’episodio.

L’episodio della “sparatoria” avvenuta nella serata di ieri in via Padre Michele da Carbonara, dichiara il nostro sindaco, è di estrema gravità. Fatti come questo si verificano quando non c’è nessun rispetto per il contratto sociale che regola la convivenza civile all’interno delle nostre comunità. Purtroppo, negli anni, l’eccessivo permissivismo delle regole nel nostro Paese ha creato troppe zone d’ombra di cui la criminalità internazionale si può approfittare. Dai primi accertamenti risulterebbe anche che le persone coinvolte non avevano titolo per dimorare nell’abitazione davanti alla quale sono accaduti i fatti, dimostrazione ulteriore che dobbiamo tutti collaborare per evitare situazioni come queste; troppo spesso la nostra società è più attenta al profitto che al rispetto di regole che contribuiscono alla sicurezza.
Sappiamo che i Carabinieri sono al lavoro e ci auguriamo che non vengano risparmiate forze: in questo momento è prioritario comprendere l’esatta dinamica dei fatti e individuare i responsabili dell’accaduto in tempi brevi. Mi auguro anche che la magistratura inquirente lavori per assicurare pene esemplari ai colpevoli“.

Delude un po’ il fatto che più che a pensare come prevenire certi episodi, il nostro sindaco si indigni poiché “non si ravvisa nessun rispetto per il contratto sociale che regola la convivenza civile all’interno delle nostre comunità” (forse forse che se ne sia accorto anche lui? Vedi a tal proposito il nostro articolo scritto in tempi non sospetti: Tortona, la via Emilia e le regole che nessuno rispetta).

Certo, nonostante tutto non possiamo dare la colpa al sindaco e alla giunta. Questi purtroppo sono fatti che accadono, ma posso capire l’imbarazzo di chi ha basato la propria candidatura a sindaco anche con la promessa che si sarebbero stanziati soldi e spese energie per la sicurezza delle famiglie tortonesi. Promessa elettorale poi non mantenuta. Inutile ora piangere sul latte versato, scomodando addirittura la criminalità internazionale, quando è molto più probabile che si tratti di un banale caso di disagio sociale.

Il consiglio spassionato di chi scrive è quello di usare un po’ di polso con chi si sente in diritto di fare il prepotente e quindi tradire “il contratto sociale che regola la convivenza civile all’interno delle nostre comunità”. Magari partendo proprio da chi scambia il salotto buono di una città con 25 secoli di storia per il suo parcheggio privato o da chi schiamazza nottetempo. Da qualche parte bisognerà pur partire, non vi pare?

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