Perché la Regione Piemonte non sta più investendo sulla Sanità Pubblica?

L’accusa di Diego Sarno: “Anche sulla terapia occupazionale la risposta è la solita: Niente investimenti sulla Sanità Pubblica; rivolgetevi a quella privata, se potete permettervela”.

Riceviamo il 4 ottobre 2022 e pubblichiamo

Nel mese di ottobre, la Giunta regionale è chiamata a individuare il fabbisogno delle Asl di concerto con i direttori. La terapia occupazionale è un approccio riabilitativo che ha lo scopo di superare gli effetti della disabilità, causati da malattia, invecchiamento, incidenti, inabilità temporanee e permanenti, prevedendo interventi professionali atti a garantire che la persona possa svolgere le attività quotidiane o professionali con la maggiore autonomia possibile, attraverso l’utilizzo di strategie personalizzate per l’abilitazione o il recupero funzionale, anche con modifiche ambientali” spiega il Consigliere regionale del Partito Democratico Diego Sarno. 

Nonostante sia stato ampiamente dimostrato che il ricorso alla terapia occupazionale comporti diversi vantaggi economici oltre che sanitari– prosegue il Consigliere regionale Pd per il suo potenziale preventivo, per assistere nel reintegro lavorativo chi, altrimenti, sarebbe inabile al lavoro e aumentare la produttività di lavoratori affetti da malattie complesse, quali la sclerosi multipla, e per la riduzione delle ospedalizzazioni, il ruolo del terapista occupazionale è pesantemente sottovalutato in Italia rispetto a altri Paesi: nel 2021, infatti, la Francia contava 18 To ogni 100.000 abitanti, l’Inghilterra 59, la Germania 72, la Norvegia 97, la Svezia 116, la Danimarca 187, laddove in Italia i terapisti occupazionali sono poco più di 3 ogni 100.000 abitanti. Dei circa 2000 terapisti occupazionali presenti in Italia, risultano operanti in Piemonte 102 TO (AITO, giugno 2019), dei quali solo 3 assunti presso le ASL, con ciò rendendo impossibile far fronte alle prescrizioni effettuate dai medici di base secondo i codici dei LEA, e rendendo de facto il ricorso alla terapia occupazionale un servizio a pagamento. Ho interrogato l’Assessore regionale alla Sanità per sapere se sono previste assunzioni di terapisti occupazionali nelle ASL piemontesi. La risposta pervenuta dall’assessore Luigi Genesio Icardi è del tutto insoddisfacente e l’assessore ne era talmente consapevole da ritenere di non presentarsi nemmeno in aula per metterci la faccia.

La richiesta era chiara: quante assunzioni? La risposta è stata elusiva, facendo riferimento alla futura attivazione di protocolli d’intesa per formare nuovo personale e non spendendo una parola sulle future assunzioni. Lo schema è sempre il solito ed è chiaro: nessuna assunzione prevista, nessuna visione per la sanità pubblica, rinvio alla sanità privata, con ciò non curandosi dei tanti che non possono permettersela.”

Tullia Vespasiano, terapista occupazionale nonché Presidente della Commissione d’Albo dei Terapisti Occupazionali di Torino, Asti, Alessandria e Aosta, ha commentato: Eravamo in tanti ad ascoltare in diretta l’interrogazione in Aula: non solo terapisti occupazionali ma anche pazienti e caregivers. Questa non-risposta non ha soddisfatto nessuno! Già sapevamo che la Regione partecipa alla definizione del fabbisogno formativo e ne siamo lieti, così come sapevamo quanti terapisti occupazionali sono attualmente impiegati presso le ASL. Ciò che non sapevamo e continuiamo a non sapere, ma che sta a cuore a noi tutti, soprattutto ai nostri pazienti, è quanti ne saranno inseriti in futuro sul territorio e nelle ASL, in particolare a Torino, che ne è ad oggi del tutto sprovvista. La Regione stessa, anche adeguandosi alle indicazioni del PNRR, ha individuato nel terapista occupazionale la figura che per eccellenza può agire sul recupero dell’autonomia da parte del paziente: cos’altro stiamo aspettando?

Foto: Asl Città di Torino

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