10 cose da sapere per non ammalarsi di Coronavirus

Conoscere il nemico è un requisito necessario per sconfiggerlo. Ecco “tradotti” per essere comprensibili a tutti alcuni consigli che ci dà la scienza.



Coronavirus Covid19 non mi avrai

1) Come si trasmette da una persona all’altra il Covid 19?
Ogni volta che respiriamo, parliamo, tossiamo o starnutiamo emettiamo, oltre a vapor d’acqua e altri gas, anche una minima quantità di cellule epiteliali vive o morte con tutto il loro contenuto, quindi anche il virus se sono cellule infette. Questo miscuglio di gas, vapor d’acua e materiale organico raggiunge direttamente l’apparato respiratorio di chi si trova nelle nostre vicinanze. Oltre che per trasmissione diretta, le cellule infette trasportate dal vapor d’acqua si depositano sulle mani, che diventano quindi un potenziale veicolo di contagio.

2) Qual è la distanza di sicurezza che dobbiamo mantenere per non contagiarci l’uno con l’altro?
Nel respiro normale l’emissione di vapore acqueo (dentro al quale si annida il virus) raggiunge il metro, se parliamo ad alta voce la distanza aumenta, quando tossiamo o starnutiamo possiamo lanciare cellule infette anche ben oltre i due metri. La distanza minima di sicurezza di un metro si riferisce a soggetti che si limitano a respirare, senza parlare e senza tossire o starnutire.

3) Tutti coloro che vengono a contatto con il virus ne rimangono contagiati?
No, il Covid 19 viene riconosciuto come estraneo dal nostro corpo. Le nostre ghiandole quando ne sentono la presenza si attivano per eliminarlo. L’infezione riesce a vincere le difese dell’organismo quando si supera la cosiddetta dose infettante. Una dose infettante molto elevata può arrivare fino ai polmoni provocando la temuta polmonite virale primaria.

4) Quanto è importante il ricambio d’aria nei locali chiusi?
Cambiare aria ai locali chiusi, oltre ad essere un rimedio igienico a livello generale, è anche utile a prevenire il contagio da Coronavirus. È infatti verosimile l’ipotesi che in ambienti chiusi poco areati le particelle virali più piccole possano fluttuare nell’aria anziché precipitare a terra. È ormai noto che con un adeguata ventilazione i contagi da virus di influenza stagionale si riducano fino al 50%.

5) Qual è il periodo di incubazione del Coronavirus?
Il periodo di incubazione del Covid 19 va dai 2 ai 14 giorni, con una media di 4 giorni dal momento in cui si viene infettati. La stragrande maggioranza dei casi si sviluppa in una settimana.

6) Per quanto tempo chi è malato è contagioso?
Indipendentemente dal periodo di incubazione, chi si ammala di Civid 19 è contagioso nel periodo di tempo che va dai 2 giorni precedenti ai 4/5 giorni successivi il manifestarsi della malattia.

7) Perché occorre lavarsi spesso le mani e non toccare le altre persone?
Sulle nostre mani il virus trova un ambiente molto favorevole alla sopravvivenza: una buona temperatura, umidità e uno strato di grasso rendono le mani un letto agevole per i materiali biologici.
Se siamo stati in presenza di un soggetto infetto un po’ di cellule infette sono sono state trasportate dal vapore d’acqua sulle nostre mani. Da quel momento in poi il virus si trasferisce anche su tutte le altre persone che tocchiamo.
Il lavaggio delle mani con sapone scioglie una parte del grasso che abbiamo sulle mani e con esso eventuali cellule infette. Anche se non le elimina tutte, ne riduce la dose infettante. L’aggiunta di disinfettante non migliora l’azione del sapone, quindi non si sostituisce ad una coretto lavaggio.

8) Perché è bene non toccarsi bocca, naso e occhi con le mani?
Oltre ad essere trasferito dalle mani ai tessuti della faccia, il movimento delle mani può generare aerosol e quindi venire inalato. Anche toccare gli occhi con le mani apre una porta di ingresso al virus.

9) Che utilità hanno le mascherine e quanto dura la loro efficacia?
9-a) Uso delle mascherine per evitare il rischio di contagiare il prossimo
Una mascherina “semplice” di carta o garza è in grado di filtrare il vapore acqueo emesso col respiro. Quindi l’utilità delle mascherine semplici è quella di non diffondere il virus. Una mascherina di carta o garza è efficace fino a quando riesce ad assorbire il vapor acqueo emesso dalla respirazione. Già dopo pochi minuti d’impiego la mascherina si satura e l’emissione di vapore continua come prima. Il consiglio del blog TortonaOggi.it è quello di indossare la mascherina quando si entra nei negozi o in altri luoghi pubblici in cui c’è altra gente e poi rimuoverla in maniera che si asciughi e riacquisti parte della sua efficacia. Ad ogni modo sul sito del Ministero della Salute sono riportate le indicazioni dell’Organizzazione Mondiale della Sanità sull’uso della mascherina.
Le maschere con appositi filtri (tra cui le FFP2 e FFP3) sono in grado di bloccare per tempi relativamente lunghi una consistente proporzione di materiali biologici contenuti nel respiro emesso. Attenzione però che le maschere di questo tipo hanno efficacia solo se utilizzate correttamente e comunque anche queste vanno sostituite spesso.
9-b) Uso delle mascherine a scopo protettivo
Anche se le maschere con filtro hanno una loro efficacia difensiva, la probabilità che persone sane possano significativamente ridurre il proprio rischio di infettarsi vestendo in modo adeguato e continuo maschere efficaci è talmente bassa che se ne sconsiglia l’uso. Diverso discorso per il personale sanitario che non ha certo bisogno di questo vademecum per sapere come comportarsi e che alle mascherine protettive aggiunge altri dispositivi di protezione individuale (DPI).

10) Il virus sopravvive sulle superfici solide?
La contagiosità delle goccioline d’acqua contenenti cellule infette dal virus dipende da molti fattori: una superficie assorbente come carta o terra o altro rapidamente assorbono l’acqua privando le cellule di elemento vitale, le superfici lisce possono far sopravvivere le cellule fino a quando non si asciughino completamente.
In situazioni sperimentali è stata dimostrata una lunga sopravvivenza di coronavirus (fino a 9 giorni), ma nella vita reale appare logico definire la sopravvivenza di cellule infette in goccioline d’acqua limitata dalla presenza del supporto acquoso, che si riduce quindi a poche ore. Inoltre, se pure qualche cellula sopravvive oltre, appare assai improbabile che ci sia una carica infettante sufficiente a contagiare.
Perché il contagio avvenga, quindi, l’individuo suscettibile deve raccogliere le cellule infette vitali dalle superfici in tempi brevi e inalarle o contaminare gli occhi. Quindi questa modalità di trasmissione non si può escludere, ma è molto improbabile.

Fonti:

Le informazioni per scrivere questo articolo le ho tratte dal sito scienzainrete.it, in particolare dagli articoli “Prevenzione, COVID-19 – Aprire le finestre in tempi di Coronavirus” e “COVID-19 – ABC dell’infezione da SARS-CoV-2 e delle misure igieniche

Ringrazio Fabio Buffa per aver disegnato l’immagine di copertina appositamente per questo articolo.

Approfondimenti

Per chi è interessato all’argomento segnalo questa intervista in cui la dottoressa Roberta Villa risponde a queste 10 e a molte altre domande sul coronavirus al giornalista di SkyTg24 Massimo Postiglione. Le risposte sono abbastanza in linea con quelle da me date, ma merita comunque di essere ascoltata con attenzione.

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