La visita al laboratorio è stata una delle tappe di formazione e sensibilizzazione più avvincenti del progetto “Beni Culturali, il cuore dell’Umanità”.
La bottega delle meraviglie
Quanti tesori, quante meraviglie, che spesso non conosciamo o non sappiamo riconoscere, ci sono nel nostro paese, nel nostro territorio, nella nostra città? Tanti da essere innumerevoli, così belli da togliere il fiato, così preziosi da risvegliare la cupidigia a danno del Bene Comune.
E quanta di questa bellezza si perde per colpa del tempo, dell’ignoranza o dell’indifferenza?
L’Italia, da sola, custodisce la maggior parte del patrimonio artistico ed archeologico mondiale e la lotta per proteggere questa immensa ricchezza viene portata avanti dagli studiosi, dalle Forze dell’Ordine e….dai Maghi! Sì, perché “maghi” lo sono davvero quei restauratori-artisti capaci di arginare i danni del tempo e degli eventi, restituendo all’umanità il piacere assoluto di vedere risplendere di nuovo la bellezza delle opere d’arte, e un mago ci è proprio sembrato il Sig. Enzo Basiglio, Presidente di ConfArtigianato Restauri, nell’accoglierci, giovedì 21 marzo, nel famoso laboratorio di restauro Gabbantichità, che gestisce insieme alla moglie, la Sig.ra Donatella Gabba, abile restauratrice ed erede di una talentuosa tradizione famigliare che risale agli anni ‘30 del 900.
La visita al laboratorio è stata una delle tappe di formazione e sensibilizzazione più avvincenti del progetto “Beni Culturali, il cuore dell’Umanità”, patrocinata dalla Società Italiana per la Protezione dei Beni Culturali, che le mie compagne ed io seguiamo da quest’anno e che ci ha dato modo di conoscere e confrontarci con persone molto speciali, che hanno dedicato la loro vita e la loro professionalità alla tutela della nostra cultura.
È stato straordinario ascoltare il nostro “mago”, che ci ha spiegato il concetto di minimo intervento, nella logica del rispetto e dell’integrità dell’opera sottoposta a restauro, ma anche le affascinanti tecniche che mescolano i saperi antichi, la sensibilità dell’individuo e le più moderne e sofisticate tecnologie: il videomicroscopio, la lampada di Wood, le indagini RX e TAC ecc. e ancora più emozionante è stato vedere i restauratori all’opera e i risultati, incredibili, della loro abilità. Nel silenzio della bottega, tra i profumi delle cere e delle resine, da gesti calmi e misurati, spariscono le bolle dalle impiallacciature, si svelano i segreti dei falsi o si confermano insperate attribuzioni, si restituisce bellezza alle patine dei legni e delle dorature, si ritrova la profondità dei colori e delle forme sulle tele ripulite.
Come descrivervi l’effetto che ci ha fatto ammirare dal vivo il restauro di una importante scultura di Vincenzo Pacetti, scultore del ‘700 secondo solo al Canova, o vedere al videomicroscopio le scintillanti scaglie di colore che risultano dai tasselli di pulitura dei gigli e dell’aureola del San Bernardino di Pelizza da Volpedo, o ancora assistere alla rinascita dei colori sul dettaglio di una tela di Gregorio De Ferrari, grande pittore del barocco genovese, che Enzo Basiglio ha fatto per noi, sotto i nostri occhi? Nei Musei, nelle gallerie, si ammirano le opere d’arte senza conoscere il laborioso e sapiente lavoro che c’è “dietro le quinte”, fatto da professionisti seri e preparati come Enzo e Donatella e i loro allievi, nel rispetto delle tecniche e delle leggi. L’Anagrafe dei Restauratori abilitati garantisce la professionalità degli operatori e ogni intervento di restauro parte da ragionamenti effettuati su un capitolato ed un conto metrico estimativo che rapporta tempi, metodi, attrezzature, costi e materiali. Ma da questi conti precisi, così famigliari a noi futuri “ragionieri”, come quantificare il valore dell’elemento più importante, che traspariva dai gesti e dalle parole del Sig. Enzo, e dal lavoro di quelli come lui, la passione?
Teresa Maria BAGGINI – 3^AR Amministrazione, Finanza e Marketing