Nei giorni scorsi è nuovamente emersa la necessità di dare un freno all’uso smodato dell’automobile. Ma Tortona è pronta a dirottare sulle biciclette parte del traffico?
Ormai è sempre più evidente che così non si può andare avanti. Il numero delle auto in circolazione è impressionante e continua a salire. Con più di 40.000.000 (quaranta milioni) di vetture circolanti, nel nostro Paese siamo a un passo dall’avere un’auto a persona. Probabilmente se decidessimo di metterci tutti alla guida nello stesso momento non avremmo strade sufficienti a contenerci tutti.
All’interno delle città questo dato è ancora più preoccupante. Anche nella nostra piccola Tortona circolano decine di migliaia di auto ogni giorno, con tutto quello che ne consegue: traffico, disagi, rumore, inquinamento, incidenti, usura delle strade, che, infatti, sono sempre tutte scassate.
Tuttavia c’è una luce infondo al tunnel, ce la dà il Rapporto sulla mobilità degli italiani, che ogni anno viene compilato dall’ISFORT Istituto Superiore di Formazione e Ricerca per i Trasporti.
Gran parte degli spostamenti che fanno gli Italiani, e quindi i Tortonesi, sono ad una distanza veramente ridotta. Quasi un terzo degli spostamenti sono fatti nel raggio di 2 chilometri, quindi a meno di venti minuti a piedi e ben tre spostamenti ogni quattro in un raggio di 10 chilometri, quindi a meno di mezz’ora in bicicletta.
Riuscite a immaginarvelo un mondo in cui magicamente scompaiono dalla strada tre auto ogni quattro? Vi immaginate quante code in meno, quanti parcheggi liberi in più, quanto tempo guadagnato da dedicare alla propria famiglia e ai propri hobby?
Che poi, nel traffico si sa, guidare non è facile, quindi più aumenta il traffico più diventa stressante guidare. Far evaporare un po’ di traffico avrebbe benefici esponenziali in termini di riduzione dello stress, vera e propria piaga della società moderna. Il modo più rapido e intuitivo per farlo, nonché il più efficace, è sostituire l’automobile con l’utilizzo delle gambe e, soprattutto, delle biciclette.
Vediamo dunque quanto Tortona è pronta a questo passaggio epocale. Secondo me la situazione non è poi così drammatica per quattro motivi:
- Innanzitutto uno straccio di pista ciclabile c’è, collega la stazione alle scuole del quartiere Paghisano e all’Iper. È la ciclabile per Viguzzolo, voluta dal defunto Comitato Smart Land, che in sei anni di attività è riuscito a trasformare un sogno in realtà.
- Poi i marciapiedi sono in buona parte larghi, soprattutto quelli che da Nord vanno a Sud o viceversa. È vero che la circolazione sui marciapiedi è controversa, meglio sarebbe dire vietata dal CdS, ma è un fatto che in molti li utilizzino. Sto parlando dei ciclisti urbani, ovviamente, non dei ciclisti sportivi, che evitano addirittura le ciclabili. In questo articolo le bici sono intese come mezzi di trasporto, utilizzati per spostarsi da un punto A a un punto B nel modo più sbrigativo, sicuro e meno faticoso possibile.
- Come terzo motivo, la convivenza tra auto e bici non presenta grossi problemi. Qui da noi, per fortuna, lo stile di vita è molto più rilassato che altrove e sono veramente pochi coloro che a bordo di mezzi a motore dimostrano insofferenza quando per quei 100, 200 metri devono accodarsi ad una bicicletta aspettando uno slargo o una situazione che consenta il sorpasso in sicurezza.
- Ultimo, ma non meno importante motivo: le bici in circolazione sono ancora relativamente poche e dove vai vai sai che troverai “parcheggio“, vale a dire un palo o un cancello a cui legare la bici. Voglio proprio vedere quando il numero di bici aumenterà, perché aumenterà, se sarà ancora cosi facile. Io, che ho preso l’abitudine a muovermi in bici, a volte mi vergogno di come ogni volta che io mi debba fermare, possa farlo nel raggio di pochi metri da dove sto andando. Forse gli unici luoghi in cui si incontrano altre biciclette parcheggiate sono la Biblioteca e l’Esselunga, ma anche in questi casi un posto per parcheggiare la bici si trova senza grossi problemi. Questo rappresenta un lusso, fidatevi.
Ovviamente non sono tutte rose e fiori, trovo molto preoccupante che, mentre in tutto il mondo si stanno realizzando infrastrutture ciclabili, a Tortona non si stia facendo niente. Tra qualche anno potremmo pagare a carissimo prezzo questo immobilismo. Ne va della qualità della nostra vita.
Comunque Il vero e proprio tallone d’Achille per trasformare Tortona in una città bike friendly è che non esistono luoghi sicuri in cui parcheggiare la bicicletta. Questo costringe a girare con degli “scassoni” impresentabili, che per loro natura non attirano gli sguardi dei ladri e quindi sono dotati di una sorta di antifurto “naturale“.
Alla luce di tutto questo non capisco proprio il senso di non prendere la bicicletta per muoversi in città, anche a Tortona, anzi: soprattutto a Tortona, che per le sue dimensioni è una città tranquillamente fruibile a piedi o in bicicletta.