Riprendiamo e chiudiamo il tema dell’inquinamento causato dalle automobili e scopriamo perché i provvedimenti di salute pubblica penalizzano soprattutto le auto diesel.
Buongiorno e buona settimana a tutti,
La scorsa volta abbiamo visto come la produzione di un’auto impatti sull’ambiente e quindi come cambiare spesso l’automobile non sia affatto la scelta migliore per la salute del nostro pianeta.
Sappiate, va detto, che la produzione di auto elettriche aggiunge ai problemi di inquinamento anche problemi etici riguardo all’approvvigionamento delle materie prime necessarie a produrre le batterie, che spesso avviene, come in Congo, con violazioni dei diritti umani e sfruttando il lavoro minorile oppure, come in Cile, causando l’esaurimento e l’inquinamento delle acque sotterranee, costringendo gli agricoltori e i pastori locali ad abbandonare le proprie terre. Batterie, per altro, di cui non sappiamo neanche ancora quantificare i costi di smaltimento.
In molti pensano che il provvedimento di salute pubblica, che entrerà in vigore in Piemonte tra un paio di settimane e presto anche nelle altre Regioni che si affacciano sulla Pianura Padana, sia un intervento a favore dell’ambiente tout court. Non è così.
Il provvedimento vuole limitare i veleni presenti nell’aria delle nostre città, che ogni anno sono causa di più di diecimila morti premature. Lo fa a discapito dell’ambiente in generale, come abbiamo visto, ma lo fa anche, a mio parere, in una maniera non proprio equa, dato che, per dirla con Anatole France “impedisce a ricchi e poveri di circolare con auto vecchie, ma i ricchi non ne hanno alcun motivo”…
L’automobile è un mezzo di trasporto comodo, versatile e molto diffuso. Soprattutto in Italia, soprattutto nelle aree marginali, rinunciare all’uso dell’auto è praticamente impossibile, visto anche la scarsità di corse del trasporto pubblico, spesso attivo solo nei periodi e negli orari di apertura delle scuole.
La situazione cambia all’interno delle città, in cui un minimo di trasporto pubblico è garantito e le distanze si riducono al punto di rendere possibile muoversi a piedi o in bicicletta. Tra semafori, code e rallentamenti, la velocità media di un’auto in città è ben al di sotto dei 10 km/h. Se a questo si aggiunge che ogni quattro auto in circolazione una di esse sta semplicemente cercando parcheggio, occorre veramente domandarsi: che senso ha?
Non sarebbe meglio limitare agli spostamenti veramente necessari l’uso delle auto in città?
Se i mezzi di soccorso è necessario che si spostino liberamente, così come è giusto garantire a tutti le operazioni di carico e scarico, pensate a quante volte viene utilizzata l’auto senza criterio, per pura abitudine, anche per compiere spostamenti che, se fatti a piedi, richiederebbero meno tempo.
I motori diesel sono più penalizzati dai provvedimenti di salute pubblica. Questo è dovuto al fatto che, più di quelli a benzina, emettono Particolato o PM10 e Ossidi d’Azoto o NOx. Questi miscugli di micro-polveri e gas attaccano il sistema respiratorio, soprattutto quello dei bambini e delle persone asmatiche o affette da bronchite cronica.
Veramente per garantire la nostra “libertà” di andare a comprare il pane in macchina siamo disposti ad avvelenare i nostri figli?
Claudio Cheirasco
Questo articolo è stato pubblicato su Limonte News col titolo: MAGAZINE ZONA 30 – I MOTORI DIESEL AVVELENANO L’ARIA DELLE NOSTRE CITTA’?
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