Ringrazio il Maestro Armando Bergaglio per avermi fornito il seguente materiale sul Banchetto di Tortona.
Credo che questo materiale sia anche frutto di un incontro che avvenne tra il maestro e Ugo Rozzo nel lontano novembre 2013.
Il Banchetto che Ludovico il Moro volle a Tortona.
Armando Bergaglio. Il Banchetto di Tortona
Il Medio Evo è un’interminabile sequenza di carestie, di miseria, di fame. Una ricerca sulle abitudini gastronomiche troverebbe solamente esempi di sopravvivenza anziché di pantagrueliche abbuffate.
A questa regola, a Tortona, si trova una eccezione passata alla storia. Era il 21 gennaio 1489 quando si incontrarono la diciassettenne Isabella figlia di Alfonso Duca di Calabria e nipote del Re Ferrante di Aragona, e Gian Galeazzo Sforza, figlio ventenne di Galeazzo Maria, Duca di Milano. A Tortona fu organizzato il loro banchetto nuziale (il matrimonio era già stato celebrato per procura) alla presenza di un gran numero di invitati.
Per l’occasione Tortona aveva cambiato decisamente aspetto. Scriveva un cronista che tutte le vie erano adorne di decorazioni floreali; nelle contrade e sulle porte pendevano verdi fronde e ghirlande, tanto che pareva che le pareti fossero in festa, che tutto sorridesse e che persino le cose senza vita dessero il loro applauso. Un altro annotava che i muri delle case di Tortona erano coperti “de pani de razo, de coronamenti et festoni de lauro. hedera et bossolo con liste d’oro et pomi dorati et altri ornamenti….”.
Poi il banchetto. Fu un banchetto-spettacolo dove ogni portata veniva introdotta nella sala su un carro allegorico, preceduto da un attore, un mimo o un cantante con un soggetto adeguato alla situazione, tolto dalla storia antica e dalla mitologia classica. La portata veniva servita con canti, musiche, balli e poesie, scelti a seconda delle vivande.
Ugo Rozzo, autore di un’approfondita ricerca su questo storico evento – nella cui organizzazione pare sia stato coinvolto nientemeno che Leonardo da Vinci – riassume brevemente quel pantagruelico pranzo di nozze. “Il primo presentatore, Mercurio, offre un vitello argentato, ripieno di uccelli vivi, mentre altri due vitelli arrostiti contengono pernici e fagiani cotti; segue Giasone recante un agnello “dorato”; Atalanta è terza, la quale porge una testa di porco selvatico, seguita da Diana con un cervo arrostito. Due pavoni trainano il carro di Iride, mentre Orfeo porta diverse specie di volatili, e i Greci offrono il corpo del cinghiale. Due pastori inviati da Pan presentano tartare Emoticon smile tartine); Vertumno e Pomona seguono con ceste di vari frutti; e i cuochi, in nome di Apicio, entrano per offrire del lattemiele. Chiude la prima parte della cena Ebe, coppiera degli Dei, che a nome di Giove porge ambrosia e nettare. La seconda parte del banchetto – riassumendo – comprende la “cena di magro”, tutta a base di pesce ed i presentatori sono tutte figure storiche legate all’acqua.
Questa grande festa di nozze, secondo alcuni, sarebbe il primo esempio di balletto moderno. Si trattò, quindi, di un evento eccezionale in quella storica giornata, mentre Tortona avrà continuato la sua vita scandita da carestie e povertà, come efficacemente descritto in un bozzetto di vita quotidiana di un tempo dal prof. Giorgio Sacco di Villaromagnano. Due sposini sono seduti ad un magro desco. “Mangel vui c’ha duvì lavurà… “ [mangialo tu che devi lavorare n.d.a.] dice la sposa, a cui l’uomo risponde: “Mangel vui c’ha duvì fa du latt…”[mangialo tu che devi fare latte n.d.a.]
Pingback: Leonardo da Vinci a Tortona. Intervista a Riccardo Magnani - TORTONA OGGI
Pingback: L'Ordine de le Imbandisone - TORTONA OGGI