Fino a quando non ci renderemo conto dei danni che sono in grado di causare le automobili dovremmo rassegnarci a questo, chi pagherà i danni?
Quella macchina là devi metterla qua [cit.]
Nella notte un’automobile è salita sul pavimento dei portici della Guardia Medica e lo ha distrutto. Evidentemente chi guidava non si è reso conto del pericolo oppure se ne è proprio infischiato, tanto in Italia sono ancora in troppi a pensare che quello che è di tutti in realtà non sia di nessuno. Anziché prendersi la responsabilità della cosa pubblica e quindi proteggerla, valorizzarla e tutelarla, qualcuno si ostina a distruggerla. Il nostro patrimonio collettivo, questo va detto, è messo a dura prova dall’abuso delle automobili. Che senso ha per mobilitare un essere umano, che pesa meno di 100 kg, utilizzare un mezzo di trasporto che ne pesa almeno 1600 e spesso molto di più?
Fino a quando non ci renderemo conto che, per dirla con le parole di un bambino di 10 anni: “Se mia nonna avesse avuto le ruote sarebbe stata una sedia a rotelle” episodi come questo saranno sempre più frequenti.
Io mi immagino come siano andate le cose, passo in quel tratto di strada diverse volte al giorno e ieri prima di cena era tutto a posto. Verso sera, invece, sulla città si è scaricato un acquazzone e l’automobilista “per bene” avrà pensato di essere più furbo degli altri.
“Perché prendere l’ombrello come fanno tutti, quando posso utilizzare l’auto?“
Questo deve aver pensato, consciamente o per forma-mentis, l’incauto automobilista.
Il fatto che lui non si sia reso conto del danno che poteva provocare non lo assolve minimamente dalle sue responsabilità, anzi le peggiora. Immaginatevi se avesse valutato male una manovra in prossimità di un gruppo di bambini che giocano, sarebbe stato molto peggio.
Vista la gravità del fatto permettetemi un consiglio, non date retta a quelli che affermano che le piste ciclabili non servono e che le persone per bene utilizzano la macchina per andare a lavoro, perché non è proprio vero. Non è il mezzo di trasporto che possiamo permetterci a fare di noi delle buone o delle cattive persone. Nei paesi del Nord Europa e del Nord America e sempre più in Asia, le persone possono permettersi sia di spostarsi in macchina che in bicicletta, sono più ricchi, ma per questo non più bravi o più cattivi della media.
Mi spiego meglio: ci sono Paesi in cui chi decide di spostarsi in bicicletta può farlo senza mettere a rischio la propria vita. Può quindi scegliere quale mezzo di trasporto utilizzare, troverà agevole spostarsi in bicicletta come in auto o a piedi. In molti scelgono la bicicletta per i tragitti intorno ai 5 chilometri perché ha più senso e spesso più veloce. Ogni volta che scegliamo la bicicletta abbiamo la possibilità di trascorrere il tempo del viaggio in mezzo alla natura, sicuramente più che in automobile.
Ad ogni modo, anche nei paesi dotati di strade per le bici, quando serve si utilizza l’auto, neh! In più ci sono anche strade per le bici, che da noi, soprattutto in Piemonte, ancora mancano.
Vi ricordate quando Patrizia Ovattoni, la segretaria della Lega a Prato aveva dovuto scusarsi pubblicamente per aver detto che le piste ciclabili servono solo ai migranti. perché le persone perbene a lavorare ci vanno in macchina?
Ecco, ditemi se vi sembra una persona perbene quella che stanotte, in macchina, ha distrutto i portici della Caserma Passalacqua…