L’incontro degli studenti tortonesi con il filosofo Lorenzo Gasparrini

Introdotto da Daniela Cauli di Donne Insieme, Gasparrini ha risposto alle domande degli studenti del Liceo Peano e dell’IIS Marconi.

Che traguardo importante ”essere uomini”! Un riconoscimento a cui tutti gli adolescenti di sesso maschile ambiscono e, se possibile, vorrebbero anticipare rispetto ai tempi biologici, mentre molti, la maggior parte dei quali ben più avanti con gli anni, ancora identificano con la prima rasatura della barba, con una vanteria spudorata, con la maggiore età o, peggio, mostrando i muscoli, alzando la voce, prevaricando…  Su cosa significhi essere “Uomini” hanno scritto grandi autori, filosofi, giornalisti e persino i soliti opinionisti dell’ultima ora, ma, al di là della retorica giustificativa o dei buoni propositi, molto resta da fare se questo concetto appare oggi in tutta la sua contraddittoria criticità, nota stonata in un concerto di voci e di cronache di fatti dolorosi.

Così, mercoledì 20 marzo, le classi 1AM, 1AR, 2AL, 2AR e 2AC del nostro Istituto hanno partecipato, insieme ad altri studenti del Liceo Peano, ad un incontro con il filosofo femminista Lorenzo Gasparrini, organizzato dall’associazione “Donne insieme”. L’evento, introdotto da Daniela Cauli, si è svolto presso la Sala Convegni della Fondazione Cassa di Risparmio di Tortona, spazio d’elezione di quasi tutte le più importanti iniziative culturali della nostra città.

Autore, insieme a Cristina Portolano di un libro dal titolo significativo: “I ragazzi possono essere femministi?”, Lorenzo Gasparrini si è reso disponibile alle tante domande poste dai giovani intervenuti, aprendo un dialogo molto intenso su temi  come la differenza di genere in campo lavorativo, la sessualità ed il significato di parole che utilizziamo quotidianamente senza considerarne appieno la ricaduta sugli altri. Ha portato ad esempio l’uso banalizzato della parola “normale”, che implica l’esistenza di un principio universale da rispettare, mentre la “normalità” è un concetto in molti ambiti assolutamente soggettivo.

Alcuni degli argomenti proposti coinvolgono, talvolta con conseguenze drammatiche, la nostra società e la nostra generazione: la violenza di genere, il principio del patriarcato, il concetto di virilità, i ruoli e i pregiudizi sociali. Gasparrini ha affermato che razzismo e sessismo presentano caratteri simili e per risolverli occorre “staccare” le etichette riguardanti il colore della pelle, il luogo di provenienza, l’orientamento sessuale. L’autore ha anche messo in discussione la tradizionale divisione dei giochi in “maschili” e “femminili”: tutti i bambini devono essere liberi di giocare come e con cosa preferiscono, altrimenti si rischia di attribuire a uomini e donne ruoli predefiniti, che scavano solchi profondi nel progresso sociale e che non contribuiscono certo alla crescita dei valori positivi ed alla riuscita personale dell’individuo. A riprova del fatto che “imparare (ed insegnare) ad essere uomini” sia un’esigenza non più prorogabile, al termine dell’incontro gli studenti hanno reso omaggio al relatore con un applauso prolungato e sincero per ringraziarlo del tempo concesso e per aver portato la sua esperienza nella scuola e perché, come osserva una nostra compagna di Redazione, Calina Giulia Oltean, riassumendo le opinioni di molti di noi “…occasioni di confronto come queste sono davvero molto utili. È fondamentale che i giovani vengano educati, fin dalle prime esperienze di gioco o di  frequentazione fra coetanei ad affrontare con oggettività e serenità certe tematiche. Una società che si dice civile, democratica e rispettosa deve  sapersi giudicare senza pregiudizi,  prima di agire.  “

Federico SERAFINO
2AR Amministrazione, Finanza e Marketing

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