Elio apre in anteprima nazionale la stagione teatrale tortonese

Doppio appuntamento, lunedì e martedì, con “Il Grigio” di Giorgio Gaber e Sandro Luporini. Elio: “Con il Grigio porto in teatro la profezia di Gaber”.



ANTEPRIMA NAZIONALE

Lunedì 30 settembre e martedì 1 ottobre 2019 ore 21

IL GRIGIO di Giorgio Gaber e Sandro Luporini
rielaborazione drammaturgica e regia Giorgio Gallione
con Elio

Giorgio Gallione adatta il capolavoro di Giorgio Gaber e Sandro Luporini inserendo alcune celebri canzoni del Signor G. Una versione recital perfetta per il talento di Elio.

Il Grigio è la storia di un uomo che a un certo punto della sua vita sente il bisogno di allontanarsi da tutto e da tutti, afflitto più da problemi personali che sociali. Si ritira così in una casa di campagna per essere più tranquillo e concentrarsi meglio su sé stesso e sui propri problemi. La sua desiderata solitudine viene però disturbata da un topo che gli gironzola per casa. Il topo, che sarebbe poi “Il Grigio”, rappresenta l’elemento scatenante degli incubi dell’uomo: ha la capacità di tenerlo sveglio sulla poltrona della sopravvivenza, fino a tramutarlo in un individuo pronto a tutto pur di ritrovare la propria serenità. A causa della presenza sgradita del topo, l’uomo sprofonda in una totale depressione che lo costringe a rivedere tutta la sua vita e gli fa mettere in discussione le proprie certezze. Falliti i tentativi di catturare il topo con i metodi tradizionali, comincia un lungo duello con l’invisibile nemico e in questa battaglia si trova a dovere riflettere su tutte le sue scelte affettive e morali. La lotta contro l’occulto roditore provoca nell’uomo una sorta di risveglio dall’anestesia del presente, in un crescendo drammatico dal finale imprevedibile.

Il Grigio è il racconto, emblematico più che mai, di un essere che parte dal più cieco egocentrismo per arrivare, attraverso un percorso che lo porterà a divinizzare e demonizzare il topo, a una sorta di pietas laica nella quale ritroverà la capacità di accettare ciò che è diverso da lui. Perciò, il topo, in questo racconto un po’ delirante e un po’ reale, forse esiste e forse no, e la sua tanto agognata fine diventa un rito, un esorcismo per uscire dalla metafora infernale e accettare la propria parte nera, ovvero l’altro.

Nel Grigio il protagonista dichiara spudoratamente la propria pochezza, l’incapacità di amare il prossimo e sé stesso, ed è un bilancio spietato sia nell’ironia sia nell’angoscia. Il topo è chiaramente uno spettro, un simbolo e rappresenta i problemi rimossi che tornano quando si cerca di insabbiarli in una tranquillità fasulla. Il topo è anche un pretesto per portare il protagonista fuori dalla routine, perché solo un imprevisto, una situazione di emergenza, hanno il potere di aprirgli gli occhi.

Per me, nell’88, il Grigio, dal punto di vista dello spettatore e del giovane regista di allora, fu una esperienza intensissima, fondamentale. Quel mix geniale di astrazione e immedesimazione, quel raccontare teatralissimo e senza didascalismi fu una rivelazione. Così, leggendo all’infinito quel copione negli anni successivi ho sempre pensato al Grigio come ad un “oggetto” teatrale perfetto e immodificabile. Poi… è arrivata la decisione / occasione di metterlo in scena… e le canzoni hanno cominciato ad attirarmi come il canto delle sirene.  Mi sono convinto – piano piano ma con sempre maggiore “lucidità” – che i temi, i quadri, i sentimenti, le situazioni presenti nel Grigio del 1988 fossero poi state rielaborati, perfezionati, e perché no, anche attualizzati da molte canzoni nate dopo quella esperienza. Scrivendo una infinita storia di un signor G in continua crescita e trasformazione, nel privato e nel sociale, Gaber e Luporini hanno continuato a macinare, indulgenti o spietati, sulle contraddizioni dell’essere umano. E il “dopo Grigio” è un contenitore ricchissimo di spunti e illuminazioni, in forma di canzone, che si sovrappongono e amplificano i temi del copione di allora. Ecco il senso di questo adattamento, che mi pare insieme spudorato e “inevitabile”. In più c’è Elio, cantante personalissimo, eretico, eccentrico, che tra le note e le parole di Gaber è di casa, e che si accinge ad abitare con libertà e rispetto questo nuovo copione, interamente gaberiano, ma modellato da una nuova sensibilità e alla luce dell’intero universo creativo e stilistico di una maschera, il Signor G, che sa e può ancora parlare potentemente e spietatamente al nostro oggi”.

Giorgio Gallione

BIGLIETTI in vendita presso la Biglietteria del Teatro Civico dal martedì alla domenica (ore 16-19) tel 0131 820.195 o con circuito Vivaticket.
PREZZI:
– PLATEA 15 EURO
– PALCHI E LOGGIONE 10 EURO

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