Imparò la tecnica divisionista nell’atelier volpedese di Giuseppe Pellizza, poi, dopo la guerra, qualcosa cambiò…
Angelo Barabino è stato un famoso pittore divisionista italiano, nato a Tortona il 9 gennaio 1883. Ultimo di otto fratelli, era figlio di un produttore di formaggio di origine genovese.
Tra il 1899 e il 1903 frequentò l’Accademia di Brera a Milano dove conobbe il maestro divisionista Giuseppe Pellizza. Nel 1903 lasciò gli studi per trasferirsi a Volpedo, dove lavorò presso l’atelier del maestro divisionista fino alla morte di quest’ultimo. Frequentando Pellizza da Volpedo, Angelo Barabino apprese e affinò secondo il proprio stile la tecnica divisionista, che emerge nelle opere di quel periodo, considerate tra le più pregevoli della sua carriera. Testimone dell’amicizia che legava i due pittori divisionisti fu il dipinto “Il girotondo“, portato a termine da Angelo Barabino dopo la scomparsa del suo mentore volpedese.
Dopo la morte del maestro, avvenuta nel 1907, perseguì una strada autonoma, partecipando nel 1910 alla Mostra Nazionale di Brera con il quadro “La rapina“, che che affronta coraggiosamente il tema di una giovane donna dopo uno stupro, che venne segnalato dalla critica per l’ardito soggetto e per la perizia di esecuzione divisionista. In questa occasione attira l’attenzione di Vittore e Alberto Grubicy, il quale lo accoglie nello stesso anno tra gli artisti della sua galleria e lo invita a partecipare alla mostra divisionista, tenutasi a Parigi nel 1912.
Nel 1914 Angelo Barabino tenne la prima personale ad Alessandria.
La guerra interruppe l’attività dell’artista, che nel 1916 fu ricoverato all’Ospedale di Tortona e nel 1917 all’Ospedale militare di Venezia. Tornò a dipingere solo nel 1920, dopo essersi ritirato dall’attività espositiva. In questo periodo si dedicò alla realizzazione di paesaggi allegorici di grande poesia che ripropongono i luoghi amati: i pascoli e le prealpi della Val Sangone, il tramonto al parco di Rosano, la campagna tortonese, il mare e le colline liguri dove visse negli anni della guerra.
Nel 1953 si tenne a Milano, con 59 opere, la prima mostra antologica retrospettiva che l’artista abbia avuto.
Nel 2004 l’Assessorato alla Cultura della Provincia di Alessandria inaugurò la mostra “Dalla poetica della natura all’impegno del sociale – Angelo Barabino, Angelo Morbelli“, allestita nella Galleria Carlo Carrà di Palazzo Guasco ad Alessandria. “L’incontro Morbelli e Barabino”, uscendo dall’abituale presentazione di questi due grandi artisti come esclusivamente partecipi del movimento divisionista, di cui essi sono stati massimi esponenti, intese evidenziare il loro percorso partendo dalla poetica della natura per arrivare ad una crescente adesione ai problemi della società italiana a loro contemporanea.
Nel 2005 il Comune di Tortona organizzò la mostra “Angelo Barabino“, allestita nel Museo Civico allora recentemente restaurato presso Palazzo Guidobono e intitolato allo stesso Barabino. In quell’occasione furono radunate a Tortona e presentate al pubblico oltre settanta opere appartenenti alla Collezione Civica e alla Fondazione CR Tortona, ma anche provenienti da musei e collezioni private. La mostra di Palazzo Guidobono fu accompagnata da un catalogo, edito da Mazzotta, con riproduzioni a colori di tutte le opere esposte e saggi critici dei curatori.
Nel 2023 il Comune di Garbagna e la Fondazione CR Tortona hanno allestito la mostra “Angelo Barabino – L’incanto della natura” con i dipinti provenienti dalle collezioni della Fondazione CR Tortona che conserva non soltanto un nucleo consistente di opere di Barabino ma anche il suo spazio di vita e di lavoro. Casa Barabino, oggi tra i musei della Fondazione, è stata abitazione e atelier, luogo ritirato e pure immerso nel tessuto della città in cui il pittore era nato nel 1883. Anche della mostra di Garbagna, curata da Manuela Bonadeo, è disponibile il catalogo realizzato da Graziano Bertelegni.
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