A meno di due anni di distanza da Bruxelles, l’altra grande capitale delle Fiandre decide che è giunto il momento di dire basta alla violenza stradale.
Buongiorno e buona settimana a tutti,
da venerdì scorso, a meno di due anni di distanza dalla vicina Bruxelles, anche Amsterdam è entrata nell’olimpo delle “Città 30”.
A partire da venerdì 8 dicembre, sull’80% delle strade comunali vige il limite di velocità a 30 km/h. Tutti, sia sulla strada che sulla pista ciclabile, sono tenuti a rispettarlo. Anche fat bike e scooter, che in Olanda viaggiano sulla pista ciclabile, sono passibili di multe, così come le bici e i monopattini elettrici. Fanno eccezione i mezzi di soccorso in servizi urgenti e il trasporto pubblico locale, Taxi, Tram e Autobus, ma solo quando si trovano su percorsi separati.
Le strade e le piste ciclabili sono sempre più trafficate. Il 67% degli abitanti di Amsterdam percepisce il traffico nella propria zona come insicuro o molto insicuro e ben l’83% ritiene che la guida troppo veloce porti a situazioni pericolose nel traffico.
Ad Amsterdam vivono 800.000 persone e ne “transitano” per turismo e affari altri 20 milioni ogni anno. Con un bilancio di circa 20 morti e più di 800 feriti gravi ogni anno, le strade amstelodesi chiedono giustizia.
In effetti i numeri sono sovrapponibili a quelli delle nostre città, ma Amsterdam ha deciso che è davvero troppo e bisogna fare tutto il possibile per migliorare la sicurezza stradale.
Ovviamente nessuno, neanche ad Amsterdam, vuole forzare i tempi. Ci si rende conto che un cambio di abitudini così radicale richiede un periodo di adattamento. Ma è necessario se si vuole restituire la priorità a ciclisti e pedoni.
Sono soprattutto i bambini ad essere diventati così vulnerabili nel traffico, e questo preoccupa davvero Melanie van der Horst, assessore al Traffico e ai Trasporti. Lo afferma nella sua introduzione al Programma di realizzazione 30 km orari in città (PDF, 1,1 MB).
“Quando avevo sei anni, continua, pedalavo già da sola nel mio quartiere, e quando ero un po’ più grande, andavo anche da sola a scuola e alle lezioni di sport. Che sensazione di libertà! Purtroppo, ora non riesco davvero a immaginare che i miei figli possano fare lo stesso. […] ora è davvero un’epoca diversa. C’è molta più congestione stradale con le auto che occupano molto più spazio rispetto agli altri utenti della strada.”
Quanti di voi si ritrovano nella medesima situazione: essere cresciuti in un mondo in cui i bambini potevano giocare per strada e adesso avere dei figli a cui questo non è concesso? Non mi riferisco solo a chi a sei anni girava in bicicletta autonomo per il quartiere (e a volte anche oltre), ma anche a chi per strada ci giocava a pallone o a cerbottane o a mosca cieca o a chi più ne ha più ne metta. Facile lamentarsi che i nostri figli sono sempre al cellulare, ma quali alternative hanno per passare del tempo con i loro coetanei?
Questa è una domanda a cui prima o poi bisognerà dare risposta, Amsterdam si aggiunge alle città che lo hanno fatto e lo stanno facendo.
“E chissà, magari un giorno anche i bambini potranno girare liberamente per il loro quartiere.”
La foto e le notizie di questo articolo sono state prese dal sito amsterdam.nl
Claudio Cheirasco
Questo articolo è stato pubblicato su Limonte News col titolo: MAGAZINE ZONA 30 – DOPO BRUXELLES ANCHE AMSTERDAM E’ ZONA 30
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