Terza e, forse, ultima parte dei consigli per portare a casa la pellaccia quando si decide di muoversi in bicicletta.
Buongiorno e buona settimana a tutti,
Finiamo oggi il mini corso a puntate sugli accorgimenti da adottare per non mettersi nei guai quando si pedala. Continuiamo a seguire l’articolo di Simone Lanciotti “Maggiore sicurezza in bici: 6 accortezze utili una volta in strada” e poi aggiungiamo qualcosina.
Oggi vediamo i punti Punti 4 – “Pedalare appaiati? Il CdS e il buon senso dicono che…”, 5 – “Sii gentile (anche quando gli altri non lo sono)” e 6 – “Luci lampeggianti anche di giorno”. Più un ipotetico punto 7 – “Specchietto e campanello non sono optional!”.
Sul punto 4, pedalare appaiati, potremmo stare qui a disquisire per ore.
L’articolo 182 del Codice della strada recita: “I ciclisti devono procedere su unica fila in tutti i casi in cui le condizioni della circolazione lo richiedano e, comunque, mai affiancati in numero superiore a due; quando circolano fuori dai centri abitati devono sempre procedere su unica fila, salvo che uno di essi sia minore di anni dieci e proceda sulla destra dell’altro.”
Quindi, signori ciclisti, facciamocene una ragione, a meno che non stiamo pedalando con al nostro fianco un bambino, per difendere il quale si sa, si è disposti a rischiare un po’ di più, procedere affiancati non è mai una buona idea. Io personalmente lo sconsiglio anche in città, nonostante il CdS in determinate situazioni lo consenta.
Per capire il motivo del mio consiglio occorre fare questa riflessione: chi è alla guida di un auto, in Italia, ha la percezione che sia l’unico ad avere il diritto di utilizzare la strada. Chi si muove in bicicletta è per lo più visto come un ostacolo. Quindi anche in questo caso, per portare a casa la pelle meglio cedere alla prepotenza e farsene una ragione. Soprattutto sulle strade extraurbane, facciamo in modo che chi sopraggiunge in auto ci veda già da lontano e poi aspettiamolo a destra in fila indiana. Purtroppo la strada è pericolosa, in Italia di più.
Questo accorgimento fa anche parte della gentilezza, che consiste nel mettersi nei panni altrui. Anche guidare le auto non è facile, qualcuno, parliamoci chiaro, è proprio impedito nel farlo, ma dato che vive in Italia non ha alternative, è costretto a usare l’auto. Perciò non rendiamogli la vità più difficile di quello che già è.
Riguardo al punto 6, quello che parla delle luci, che mi ricorda Nico Cereghini con la sua celebre frase: “Luci accese, anche di giorno, e casco in testa, sempre”, devo dire che avere una bella luce intermittente è sicuramente una cosa sicura, soprattutto lungo le statali, non tanto in città. Quello che reputo ancora più utile, e di cui Simone non parla, sono il campanello, obbligatorio per legge, e lo specchietto retrovisore, che vi eviterà torcicolli e renderà la vostra pedalata anche molto più sicura. Ormai sono così abituato a fare affidamento sullo specchietto, che senza mi sento a disagio. Consente manovre molto più veloci e sicure, Inoltre lungo le strade extraurbane vi consente di “tenere sotto controllo” la situazione alle vostre spalle.
Saluti
Claudio Cheirasco
Foto: expobici
Questo articolo è stato pubblicato su Limonte News col titolo: MAGAZINE ZONA 30 – CONSIGLI PER CHI VA IN BICICLETTA (TERZA PARTE)
Vedi anche: Zona 30 – Consigli per chi va in bici 1/3
Vedi anche: Zona 30 – Consigli per chi va in bici 3/3
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