E se fossero gli studenti del Marconi a far luce sui due dipinti leonardeschi del nostro territorio?

Un convegno nell’ambito delle celebrazioni leonardesche a Tortona ha posto l’attenzione su due quadri di epoca medievale custoditi nel nostro territorio.



Perché anonimi leonardeschi?

Chiude la rassegna  organizzata dalla Biblioteca Civica e dal Comune di Tortona “LEONARDO A TORTONA”, una settimana dedicata al ricordo dai 500 anni dell’eclettica personalità dell’artista, con un evento preserale, domenica 13 Ottobre, organizzato al Ridotto del  Teatro Civico e presieduto dal vicesindaco Fabio Morreale.

L’evento in specifico Perché anonimi leonardeschi? sulle novità in materia  di indagini diagnostiche per verificare l’attendibilità di due opere di presunta scuola leonardesca  presenti sul nostro territorio, ha in realtà, offerto al pubblico, l’illustrazione di un fruttuoso percorso di collaborazione tra Istituzioni, Scuola  Secondaria, Diocesi, Università e aziende private, all’insegna dell’innovazione scientifica applicata alla conservazione dei beni artistici e al  restauro.

Grazie a queste collaborazioni gli studenti dell’I.I.S.  G. Marconi, secondo le competenze stimolate nei rispettivi corsi, si sono impegnati in due diversi percorsi di alternanza scuola lavoro o meglio nei Percorsi per le Competenze Trasversali e l’Orientamento secondo la nuova dicitura: Progetto Beni culturali cuore dell’umanità promosso dalla sezione tortonese della Società Italiana per la Protezione dei Beni Culturali e Studio diagnostico su opere policrome mediante tecniche non invasive e micro-invasive, legato alla proposta universitaria di Università del Piemonte Orientale. Grazie a questi due percorsi, attivi dall’anno scolastico 2017-18, illustrati dalla Prof.ssa Franza, vicario dell’Istituto Marconi e referente Alternanza, le attività svolte dagli studenti hanno visto la sinergia di molti enti ed istituzioni che hanno saputo dialogare ed elaborare un percorso comune volto a promuovere la formazione professionale degli studenti che si vorranno impegnare in futuro nel settore della conservazione e valorizzazione dei beni culturali. Il Progetto Beni Culturali cuore dell’umanità, rivolto agli studenti di tutti i corsi di studio, si articola in un  percorso triennale e ha come obiettivi primari far conoscere la bellezza, sensibilizzare gli studenti alla salvaguardia dei beni culturali, diffondere l’idea della tutela del patrimonio artistico e culturale; al termine del percorso gli studenti dell’Istituto “Marconi” saranno in grado di essere a loro volta formatori per gli alunni delle scuole primarie e secondarie di primo grado del territorio. Il Secondo percorso è rivolto alle classi terze e quarte del Corso di Chimica dei Materiali e vede gli studenti coinvolti in un progetto di ricerca-azione innovativo e attualissimo, che comporta l’acquisizione di elementi di notevole importanza, dati preziosi in più da acquisire per arrivare a formulare la risposta alla fatidica domanda …“Sono o non sono anonimi leonardeschi?”.

Trattasi dei due capolavori, già con una considerevole pubblicistica al loro attivo: la pala della natività situata nella navata sinistra di Santa Maria Canale a Tortona,  attribuita alla scuola di Leonardo e la seconda opera, il Trittico nella Collegiata di Casei Gerola, attribuito a Cesare Da Sesto, anch’esso collaboratore nella bottega di Leonardo. Entrambe le opere sono conservate e monitorate dal polo museale della Diocesi di Tortona.

Il Dottor Ottavio Pilotti, presidente della società storica Pro Julia Dertona, ha proposto uno sguardo sul contesto storico, collegando tale produzione artistica all’allestimento del pranzo di nozze di Isabella d’Aragona e Gian Galeazzo Sforza, avvenuto presso l’antica cattedrale tortonese nel 1489, in cui si sa, da fonti precise, che c’è stata la mano di Leonardo per il supporto scenografico all’evento. Il presidente della sezione artistica, Sig. Vincenzo Basiglio, dello studio di arte e restauro Gabbantichità, sottolineando la celebrità raggiunta anche a livello internazionale delle due opere, ha offerto spunti di riflessione storica legati alla committenza, al fatto che fosse presente a Casei Gerola, nei primi del Cinquecento, un grande personalità, un mecenate alla corte dei Visconti che potrebbe aver finanziato la produzione di tali opere. Sulla loro presunta autenticità, o meglio, sulla compatibilità delle opere con la scuola leonardesca, Il Professor Maurizio Aceto, dell’UPO di Alessandria, del Dipartimento di Scienze e Innovazione Tecnologica, ha illustrato le diverse tecniche diagnostiche di altissimo livello che offre la tecnologia dei giorni nostri, indagini non invasive e micro-invasive che possono svelare non solo la datazione dei materiali (tele o tavole) e l’origine dei pigmenti, ma anche la stratificazione degli interventi di restauro avvenuti nel tempo… Non resta che mettersi al lavoro! Gli studenti del Marconi, supportati dai loro docenti e coadiuvati dall’Università di Alessandria e dai diversi esperti, avranno modo di cimentarsi con le tecniche più innovative nel campo del restauro. Si auspica che questo lavoro possa essere fruttuoso, per contribuire ad arrivare alla formulazione di un’ipotesi plausibile, benché pur sempre ipotesi, che ci sia in tutto questo lo zampino… leonardesco.

LA REDAZIONE MARCONEWS

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