Zona 30 – La lezione di Marco Scarponi

Tortona città di Tappa è stata anche l’occasione per incontrare Marco Scarponi, Guido Foddis e Claudio Dal Borgo.

Buona settimana a tutti,

i più attenti di voi si saranno accorti che la scorsa settimana la rubrica non è uscita.

Mercoledì 17 maggio il Giro d’Italia è arrivato a Tortona, città in cui vivo e da cui scrivo e, come referente di FIAB Tortona sezione Malabrocca, questo mi ha assorbito molto.

Il Giro d’Italia non è solo l’arrivo dei corridori, è molto di più. Le Città di Tappa organizzano per settimane eventi collaterali di avvicinamento al grande evento. Viene dato spazio e visibilità a tutto ciò che il ciclismo rappresenta, ha rappresentato e potrà rappresentare in futuro. La bicicletta diventa protagonista. Ecco allora comparire mostre, congressi, manifestazioni, inaugurazioni, pedalate di massa.

Come FIAB Tortona abbiamo partecipato a molte di queste iniziative e ne abbiamo organizzata una in prima persona: la serata sulla sicurezza stradale a cui hanno preso parte Marco Scarponi della Fondazione Michele Scarponi, Claudio Dal Borgo del gruppo Giesse Risarcimento danni e Guido Foddis della Repubblica delle Biciclette.

È stata una serata molto importante, che si è tenuta proprio il giorno della vigilia dell’arrivo di Tappa, a completamento di due giornate in cui Marco Scarponi ha incontrato gli studenti delle scuole di Novi Ligure e Tortona.

Le nostre strade sono ancora pensate quasi unicamente per il traffico automobilistico. Chi si muove a piedi o in bicicletta è considerato un ospite. Se non c’è spazio a sufficienza, piuttosto che ridurre la carreggiata stradale, si preferisce interrompere un marciapiede. Così, soprattutto fuori dai centri urbani, utilizzare l’automobile è l’unica possibilità che si ha per muoversi. I risultati di queste politiche sono sotto gli occhi di tutti: 10 morti al giorno in “incidenti” stradali, di cui quasi il 10% è rappresentato da persone che stavano utilizzando la bicicletta.

Noi ci sentiamo immuni fino a quando a perdere la vita o a riportare invalidità permanenti non è un nostro familiare. Questo è il monito di Marco Scarponi. Anche lui fin da ragazzino, come tutti noi, ha inseguito il mito della velocità, ma qualcosa è cambiato il giorno in cui suo fratello Michele non è tornato a casa perché è stato travolto e ucciso nella sua Filottrano da un conoscente che, alla guida di un furgone, stava compiendo una manovra vietata dal Codice della Strada. Tutti in paese erano soliti fare quella manovra. Era tollerata. Secondo Marco la responsabilità della morte di Michele non può essere scaricata solo sulla persona che lo ha ucciso, perché tutti coloro che hanno compiuto quella manovra in precedenza sono stati dei mandanti. Hanno contribuito a far diventare normale un comportamento pericolosissimo.

Dopo la perdita di Michele, Marco ha iniziato una nuova vita, in cui gira l’Italia per promuovere e chiedere più sicurezza sulle strade. L’arrivo della Tappa del Giro d’Italia è stata l’occasione per ascoltarlo dal vivo anche a Tortona, nel “sabato del villaggio” di quella che sarebbe stata una giornata di festa, della “festa rosa”.

Questo articolo è stato pubblicato su Limonte News col titolo: MAGAZINE ZONA 30 – LA LEZIONE DI MARCO SCARPONI

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