Il lupo, l’uomo e i politici che sembrano arrivare da Marte

È stato rifinanziato il Progetto europeo Life WolfAlps Eu con la finalità di rendere possibile la convivenza tra il lupo e l’uomo. Come al solito c’è chi si lamenta, ma quali alternative propone?



Alzi la mano chi ha paura del lupo

Il progetto europeo LIFE WolfAlps EU (2019-2024) raccoglie l’eredità del progetto LIFE WolfAlps (2013-2018) e porta per la prima volta su scala continentale il sostegno alla convivenza uomo-lupo. La presenza del lupo è in espansione sulle Alpi e sull’Appennino, senza distinzioni di Province, Regioni o Stati, quello che succede in Italia, analogamente succede in Francia, Austria, Svizzera e Slovenia. Per questo si è reso necessario un intervento che comprendesse tutte le zone interessate dalla presenza del lupo e quelle in cui il fenomeno è in atto in questo momento. Per il nuovo quinquennio l’obiettivo è quello di portare su scala europea e pan-alpina il supporto alla convivenza uomo-lupo, nella direzione intrapresa dal precedente progetto conclusosi nel 2018. Il nuovo ambito di intervento si estende alle intere Alpi italiane, francesi, austriache e slovene e ai due corridoi ecologici, il corridoio appenninico e quello dinarico.

Il progetto LIFE WolfAlps EU (2019-2024) prevede attività di monitoraggio, di prevenzione degli attacchi da lupo sugli animali domestici, azioni per contrastare il bracconaggio e strategie di controllo dell’ibridazione lupo-cane. Altri importanti interventi riguardano la comunicazione, necessaria per diffondere la conoscenza della specie, sfatare falsi miti e credenze favorendo la coesistenza tra uomo e lupo.

Alternative non ce ne sono, il lupo è tornato a popolare i nostri territori in maniera spontanea attraverso il fenomeno della dispersione. Mano a mano che l’uomo abbandonava i borghi montani il lupo si rimpossessava del territorio, facilitato in questo anche dal prosperare di ungulati con i quali si alimenta. In generale la presenza del lupo è considerata indice di un buon ecosistema e di biodiversità e limita il proliferare di selvaggina, che tanti danni crea alle colture, per cui la convivenza uomo-lupo è più che possibile, a patto di rispettare alcune regole di prudenza, è auspicabile.

Del progetto fanno parte 19 partner e 100 supporter, tutti insieme costituiscono la squadra di lavoro del progetto, coordinato dalle Aree Protette delle Alpi Marittime. Dei 19 partner 2 sono sloveni (Università di Ljubljana, Slovenian Forest Service), 2 austriaci (Università di Medicina Veterinaria di Vienna, Centro di agronomia del Ministero Austriaco), 2 francesi (Office National de la Chasse et de la Faune Sauvage, Parc National du Mercantour) e 13 italiani (Regione Lombardia, Regione Liguria, Regione Autonoma della Valle d’Aosta, Carabinieri-Forestale, Ente Servizi Agricoltura e Foreste di Regione Lombardia, Aree Protette delle Alpi Cozie, Aree Protette dell’Ossola, Città metropolitana di Torino, Aree Protette dell’Appennino Piemontese, Parco nazionale delle Dolomiti Bellunesi, MUSE-Museo delle Scienze di Trento, Eurac Research di Bolzano). Questa enorme partnership internazionale sarà il punto di forza del nuovo progetto, insieme alle 100 Istituzioni di supporto convenzionate. [fonte: Ente di gestione delle aree protette delle Alpi Cozie – Riparte il Progetto LIFE WolfAlps]

Il budget complessivo del progetto è di circa 11 milioni di euro.

Di questi le aree protette delle Alpi marittime, avranno a budget di circa 2 milioni di euro e ne hanno messi a bilancio il 45% al supporto agli allevatori e per l’acquisto di sistemi di prevenzione. Le risorse rimanenti saranno destinate ad azioni di comunicazione, educazione ambientale, eco-turismo e monitoraggio.

Nel caso dell’Ente di gestione delle aree protette delle Alpi Cozie il finanziamento scende a 400.000€, di cui il 40% utilizzato per incrementare il supporto agli agricoltori (circa € 126mila, pari al 40% di progetto) con la fornitura di recinzioni elettrificate, la realizzazione di punti acqua, la formazione e di attivare un nuovo percorso dedicato a giovani generazioni: “The Junior Ranger Wolf Program” (con € 33.000, pari al 10%). Le ulteriori risorse sono dedicate , anche qui, alla comunicazione e ad altre forme di educazione ambientale, eco-turismo e monitoraggio della specie.

All’ente di gestione delle Aree protette dell’Appennino piemontese, quello che riguarda il nostro territorio specifico, è stato riconosciuto un contributo di circa 300 mila euro da utilizzare per supportare e favorire la convivenza tra uomo e lupo. Secondo l’ente di gestione «Life WolfAlps avrà anche ricadute economiche di rilievo a livello locale».

Per come la vedo io questa è un’iniziativa che va incontro ai territori marginali, che saranno supportati sia economicamente che da un punto di vista tecnico-scientifico. Ma allora perché c’è chi non è d’accordo? A questa domanda proprio non so rispondere. Forse sono troppo ingenuo o forse chi non è d’accordo ha fatto male i calcoli, intendo dire proprio quelli algebrici.

Secondo alcuni tortonesi si poteva evitare la spesa di 11 milioni di euro. Tra essi, va detto, ci sono anche alcuni politici locali che non ho ben capito se cavalcano un sentimento diffuso o stanno cercando di alimentarlo. Il modo per ottenere tale risparmio sarebbe quello di recuperare un vecchio progetto delle ATC 3 e 4 della Provincia di Alessandria (foto), che voleva “far da se” il censimento dei lupi presenti sul nostro territorio, attraverso il ricorso alle segnalazioni volontarie dei cittadini.

Ora, io mi chiedo come sia possibile paragonare un intervento settoriale, limitato alla sola nostra provincia, e forse neanche a tutta (e al solo monitoraggio), con un intervento organico generale? Ammesso e non concesso che l’idea a livello locale fosse buona, ma come è possibile non rendersi conto che è solo una piccola parte del tutto, che mai potrà sostituirsi ad esso?

Ma ci rendiamo conto? I lupi hanno territori di caccia enormi, se non c’è un coordinamento centrale si rischia di contarli più di una volta. Nel caso nostro, avendo un territorio a cavallo di Quattro Province, rischieremmo di censire il quadruplo dei lupi effettivamente esistenti.

Del resto errori grossolani di calcolo ce ne sono altri: facendo meglio i conti ci accorgiamo che degli 11.000.000 di euro di cui parlano i detrattori del progetto, ne confluiranno nella nostra provincia solo 300.000, circa un 98% in meno.

Ammesso e non concesso che chi attacca il progetto LIFE WolfAlps EU sia in buona fede e non stia invece cercando di fare propaganda politica a favore della categoria dei cacciatori, che non vedono l’ora di poter sparare a qualche lupo (già lo stanno facendo con i nostri cani), la domanda che sorge spontanea è: “Ma per una volta che qualche briciola (perché di questo si tratta) arriva nel nostro territorio, perché non prendersela e dire semplicemente grazie? A chi giova tutta questa polemica perpetua, a chi giova tutta questa confusione?

Foto: Il Post

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