Trovato l’autore della sparatoria di via Padre Michele da Carbonara. È un “uomo” di 56 anni. Ha fatto irruzione in una abitazione privata e attentato alla vita di due uomini. Dice di averlo fatto per senso di giustizia, ma in casa deteneva illegalmente presidi di Polizia e armi da fuoco contraffatte. Qualcuno dice che ha fatto bene.
Il titolo di questo articolo l’ho rubato a piene mani da un commento su Facebook. Non è farina del mio sacco, ma quando l’ho letto ho deciso che meritava di dare il titolo a un articolo.
A ben vedere nel famoso film degli anni Settanta le cose erano andate diversamente, perché l’architetto Paul Kersey, interpretato da Charles Bronson, diventava giustiziere proprio in seguito ad irruzione in casa sua da parte di alcuni malviventi. Quindi Lucio Gentiletti (questo il nome del tentato omicida ) di Giustiziere della notte ha ben poco, ma il titolo rende comunque l’idea.
Il fatti sono questi: il 10 aprile scorso nel centro di Tortona si spara. Due ragazzi africani, uno di 23 e uno di 31 anni, vicini al mondo dello spaccio di hashish, vengono aggrediti in casa loro. Contro di loro vengono esplosi diversi proiettili. Sono feriti, ma riescono comunque a scappare. Il più giovane dei due, colpito al ginocchio con un fucile a canne mozze, cade a pochi metri dall’uscio dell’abitazione, viene raggiunto in strada e ripetutamente pugnalato. Soccorso dal 118 e trasportato in ospedale starà un mese in coma farmacologico e dovrà subire l’amputazione della gamba. L’altro si reca da solo in pronto soccorso, ha ferite di arma da fuoco al mento, ma non sono gravi. Verrà dimesso in pochi giorni.
Ora, grazie alle indagini dei Carabinieri, sappiamo cosa è successo, soprattutto sappiamo chi è il colpevole. Ha un nome e un volto. Abita a Viguzzolo, ma non è originario di Viguzzolo, vi risiede da poco. In seguito ad una perquisizione, a casa sua è stato ritrovato un piccolo arsenale di armi contraffatte, con i numeri di serie cancellati e anche una paletta della Polizia, anch’essa contraffatta con numero di serie cancellato.
È stato arrestato per ricettazione e detenzione abusiva di armi, ma anche per il duplice tentato omicidio, del quale è reo-confesso: ha blandamente dichiarato di aver agito per “senso di giustizia“. Nella notte del 10 aprile scorso, spacciandosi per poliziotto grazie alla paletta contraffatta, ha violato la proprietà privata di due ragazzi di origine africana e tentato di ucciderli. Si sono difesi, per questo sono solo stati feriti, se no sarebbero morti. Sembra che all’origine del malsano gesto ci sia anche l’interesse da parte del reo confesso per una ragazza minorenne, fidanzata della giovane vittima.
Insomma un quadretto non proprio edificante per una persona che dichiara di aver agito per “senso di giustizia“. Ci si potrebbe aspettare indignazione nei suoi confronti.
Del resto non so a quanti farebbe piacere che qualcuno entrasse di notte in casa con l’intento di ucciderlo. Voglio dire: paghiamo le tasse, esistono le forze dell’ordine. Se notiamo qualcosa di illegale alziamo il telefono e facciamo il 112, oppure ci rechiamo a denunciare in caserma. Mica spetta a noi di far fuori chiunque non si comporti secondo i nostri canoni. Poi chi li dovrebbe decidere i canoni? In base a cosa? Non esistono più le leggi?
Come potete immaginare la notizia dell’arresto è stata pubblicata ed ha iniziato a spargersi su Facebook. Indovinate un po’ il tono dei commenti?
Secondo voi il commentatore medio si è reso conto della gravità del gesto di Lucio Gentiletti? Oppure lo ha giustificato o addirittura elogiato dicendo che ha fatto bene a sparare ai due giovani di origine africana?
La domanda era ovviamente retorica. Siamo circondati da gente che ama le armi e ne giustifica l’uso, è evidente. Forse sono quelli che urlano più forte, voglio sperare che non siano la maggioranza, ma in pochi non sono. Il fatto che qualcuno pensi queste cose è già di per sé sconcertante, ma il fatto che non abbia ritegno a dirlo pubblicamente (Facebook è una piazza virtuale) è preoccupante. Il razzismo, di cui è intrisa questa vicenda, rischia di non essere il problema principale.
Mi domando e dico come si possa giustificare l’uso delle armi e della violenza in genere. Questa violenza populista poi, se ci fate caso, è sempre rivolta contro i più deboli: le minoranze (etniche e no), le donne; stranamente mai contro chi è più forte. Facciamoci forza, che questa vicenda non fa onore a Tortona, ma non è limitata a Tortona, è molto diffusa e non so proprio come si risolverà.