Maria Coggiola Cuttica, Dama dell’Ordine Equestre del Santo Sepolcro di Gerusalemme

Chi è Maria Coggiola Cuttica, la donna che oggi ha un alberello a lei dedicato presso il Giardino dei Giusti di Gremiasco?



MARIA COGGIOLA CUTTICA

Il Giardino dei Giusti di Gremiasco

Lunedì 1 aprile 2019 è stato inaugurato il Giardino dei Giusti di Gremiasco con la messa a dimora di due alberelli dedicati a Monsignor Angelo Bassi, Giusto tra le Nazioni e Maria Coggiola Cuttica, Dama dell’Ordine Equestre del Santo Sepolcro di Gerusalemme.

Su mons. Angelo Bassi ho già pubblicato il discorso che mons. Silvio Grilli ha pronunciato in suo ricordo a Gremiasco il 6 aprile 2018 in occasione dell’intitolazione di piazza “Monsignor Angelo Bassi – Giusto tra le nazioni” (leggibile QUI), pubblico oggi qualche notizia anche su Maria Coggiola Cuttica, anche questo materiale mi è stato fornito dalla prof.ssa Maria Grazia Milani, che ringrazio.

Maria Coggiola Cuttica all’inizio del ‘900, sostenne e promosse importanti iniziative in difesa dei diritti delle donne lavoratrici.

Originaria di Quargnento, nell’alessandrino, svolse a Torino un ruolo rilevante in ambito politico, sociale e religioso, al fianco dei principali interpreti del Modernismo di Romolo Murri. Il movimento propugnava un cristianesimo sociale, vicino alle esigenze delle classi più disagiate e giudicava ineludibile il processo di emancipazione della donna nell’ambito della famiglia e della società.

Il marito Luigi Coggiola, proprietario di un moderno cotonificio a San Francesco al Campo, piccolo paese dell’ hinterland torinese, fu un imprenditore di successo, anche lui attento e sensibile ai problemi dei lavoratori, nei confronti dei quali attuò quel “paternalismo democratico”, ispirato a istanze cristiano-sociali, con cui intendeva migliorare le condizioni di vita dei suoi dipendenti.

Tuttavia, di questa donna non si seppe nulla, fino a quando il nipote, Ingegner Franco Luigi Rizzo volle far conoscere alle nuove generazioni la figura di Maria, per lui nonna bravissima a inventare storie che arricchiva di immagini e che lui, insieme agli altri diciassette nipoti, ascoltava incantato. Per realizzare questo desiderio, l’Ingegner Franco Luigi Rizzo si è avvalso della professionalità della Prof.ssa Maria Grazia Milani che si è adoperata per aver portare alla luce l’interessante storia di Maria Coggiola Cuttica.

Il suo ruolo di donna che si batteva per l’affermazione di idee che possiamo definire, senza ombra di dubbio, rivoluzionarie per la società di allora, fu riconosciuto sia tra i suoi sostenitori che tra i suoi avversari, tanto da essere definita “donna d’alto sentire e di buona cultura, nonché l’anima del Circolo femminile di Torino.”

Con altre donne, fondò un “Ricreatorio” per raccogliere, nei giorni festivi, ragazze bisognose, svolgendo in loro favore un’azione di educazione sociale e di morale cristiana. Il Circolo fu fortemente osteggiato dall’autorità ecclesiastica ufficiale e anche dalle famiglie, ma pur tra mille difficoltà, esso continuò la sua attività.

Nel 1922, Maria Coggiola venne nominata Dama dell’Ordine Equestre del Santo Sepolcro da Pio XI per la sua attività a favore della Chiesa, per l’impegno profuso nelle attività di carità nonché per la pratica costante di vita cristiana e di testimonianza di fede cattolica.

Diritti e doveri della donna contemporanea

Il 26 Gennaio 1906 tenne una Conferenza alla Sezione Femminile torinese della Lega Democratica Nazionale, nella quale affrontò il tema del ruolo della donna nella società, con un’analisi lucida e profonda applicabile, per certi aspetti, ancora alla mondo in cui viviamo.

“Se la donna che lavora negli opifici e nelle fabbriche vuole oggi contribuire al miglioramento della società – dice Maria Coggiola – deve combattere contro i pregiudizi atavici che la relegano al focolare:

«Non vogliamo la donna negli impieghi, la sua concorrenza ci rovina esclamano gli uomini pratici.

«Chella ritorni al suo regno, la casa, al fuso e alla spola», predicano i conservatori.

«Se la donna si fa professoressa, operaia, impiegata, chi penserà al benessere della nostra vita di famiglia e chi alleverà i nostri figliuoli?»”

«Noi non vogliamo la donna che ci parla di diritti, di responsabilità e di doveri, dice ancora l’egoismo maschile.

Noi vogliamo la donna bella, appassionata, elegante; la vogliamo docile a tutti i nostri capricci

Ella deve combattere i pregiudizi, ma al tempo stesso deve evitare di essere travolta dal nuovo contesto in cui si trova ad operare:

E voi lavoratrici donne che in qualunque modo vi guadagnate la vita con il vostro impiego, se volete migliorare le vostre condizioni, compite scrupolosamente i vostri obblighi. Non dimenticate la casa nel turbine degli affari, che il rumore        assordante degli opifici, i contrasti del commercio, la smania dell’indipendenza, non vi facciano dimenticare l’affetto dei bimbi e l’importanza della famiglia. E’ sulla famiglia che si fonda il benessere di una società.”

Donne leggete!

Maria Coggiola era, diremmo oggi, una bravissima giornalista, infatti collaborava a diverse riviste dell’epoca con articoli in cui invitava le donne ad essere protagoniste della loro educazione e ne suggeriva anche i modi, suggerimenti che noi non possiamo non condividere.

Li sintetizzava così: lettura, arte e cultura.

[…].Donne, invece di leggere libri frivoli e vani, dove passano per eroine troppe donne colpevoli, dove la poesia si perde in sdolcinature e le leggi della vita sono fraintese, cerchiamo la compagnia seria di libri elevati.

Perché il libro, un oggetto così semplice, fatto di parole e carta, possiede un’energia incredibile, in quanto esso è conoscenza, immaginazione, pensiero e in una donna che legge c’è tutta la volontà e la forza del cambiamento.

Il campo dell’arte ci è aperto, il dovere vuole che noi impariamo a conoscerlo,   per nutrire ed abbellire la vita di tutti i giorni.

Un cambiamento personale, sociale, storico che non deve fare paura in quanto avrà una ricaduta positiva su quanti ci circondano, trasformando la società.

[…] I nostri figli, i nostri alunni e tutti coloro che stanno intorno a noi ci osservano e ci attendono per avere da noi il concetto fondamentale del vivere, per foggiare sul nostro esempio la loro esistenza.

Precorrendo i tempi, la Coggiola aveva capito quanto importante fosse la lettura per la donna che aveva dovuto attendere secoli, perché le venisse permesso di leggere ciò che voleva. Prima poteva solo ricamare, pregare, allevare bambini e cucinare. Questa sua intuizione, diventava, però, una minaccia per una società ancorata ai vecchi schemi.

Forse Maria Coggiola, appassionata di letteratura e di arte, conosceva il “QUARTO STATO” che Pellizza aveva dipinto nel 1901 e vogliamo pensare che ella si sia ispirata a quella donna col bambino in braccio che avanza per rivendicare i diritti di tutti i lavoratori e per trasmettere un messaggio preciso a tutte le donne:

“Ragazze di tutte le età, coraggio, il dovere ci chiama: é ora di andare nel mondo da protagoniste e lottare.”

Il Giardino dei Giusti a Gremiasco
Maria Coggiola Cuttica con il marito e le sette figlie

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