Alla luce delle leggi regionali sulle aree idonee, torna a riunirsi il Comitato Appennino 4P

Sabato 30 novembre alla SOMS di San Sebastiano Curone ci sarà l’incontro «Dal progetto eolico “Giarolo” alle leggi regionali sulle “aree idonee”».

Ritrovarsi di nuovo, undici mesi dopo, alla Soms di San Sebastiano Curone, nel pomeriggio di sabato 30 novembre, per ribadire le ragioni della contrarietà al progetto di impianto eolico “Monte Giarolo”, per informarsi e per discutere di energie rinnovabili: un invito che il Comitato per il territorio delle Quattro Province rivolge alla popolazione delle valli Curone, Borbera e Staffora, a tutti i frequentatori e gli amanti del territorio delle Quattro Province, ed anche ai politici.

Dopo la valanga di osservazioni e pareri negativi espressi da enti, associazioni e singoli cittadini, si cercherà di fare il punto sul progetto “Monte Giarolo”, che è ancora al vaglio del Ministero dell’ Ambiente e della Sicurezza Energetica (MASE), in attesa che la commissione tecnica di nomina ministeriale esprima il fondamentale giudizio sull’impatto ambientale e che sia convocata la conferenza dei servizi per decidere su tutte le diverse autorizzazioni che la società 15 Più Srl ha chiesto con la procedura di Provvedimento Unico Ambientale.

Altro tema urgente in discussione sarà il decreto ministeriale del 21 giugno 2024, norma che ha stabilito per ogni regione il termine del 30 dicembre 2024 per adottare una legge che individui rispettivamente: le aree in cui sono ammessi gli impianti “rinnovabili” con procedura autorizzatoria accelerata – le aree incompatibili con l’installazione degli impianti – le aree in cui si applicano i regimi autorizzatori ordinari – quelle in cui è vietata l’installazione degli impianti fotovoltaici con moduli collocati a terra. Intendiamo evidenziare le molte ragioni per le quali i crinali delle alte valli Borbera e Curone (al pari delle aree circostanti) debbono essere inclusi tra categorie di aree NON IDONEE all’installazione di impianti del tipo e delle dimensioni simili a quelle del progetto “Monte Giarolo“. Per quanto è dato capire da un recente comunicato diffuso dagli uffici stampa degli assessori regionali Enrico Bussalino e Matteo Marnati, ad analoga conclusione dovrebbe essere giunto l’esecutivo dell’ente regionale piemontese. E proprio agli assessori e a tutti i consiglieri regionali, all’intero mondo politico e agli amministratori locali (Provincia, sindaci, ma pure gli amministratori egli esponenti politici della Regione Lombardia che sarebbe comunque coinvolta nei gravissimi impatti ambientali e paesaggistici determinati dalla realizzazione di quell’impianto o di altri consimili) ci rivolgiamo direttamente chiedendo che intervengano all’incontro, per illustrate le rispettive posizioni sui criteri ispiratori e, soprattutto, sugli specifici contenuti della legge regionale piemontese (e lombarda). Gli assessori Marnati e Bussalino ci hanno già confermato la loro presenza. Ci attendiamo coerenza perché in questo frangente siano confermati i ripetuti impegni alla massima tutela del nostro ambiente naturale, storico e paesaggistico, un contesto che da tanti anni è al centro di progetti di valorizzazione turistico-ambientale che sarebbero completamente vanificati da opere industriali simili a quella in corso di esame.

Il 30 novembre è importante esserci in tanti, cittadini, associazioni, esponenti delle istituzioni, frequentatori delle nostre valli, per riaffermare una visione di valorizzazione del territorio montano che deve necessariamente fondarsi sulla tutela e la promozione dei suoi valori naturalistici, paesaggistici, storici e culturali.

Comitato per il territorio delle Quattro Province

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