29 maggio 2023, ultimo report da Sengal dalla delegazione italiana in Iraq

8^ REPORT DELLA DELEGAZIONE A SENGAL E AL CAMPO RIFUGIATI DI MAKHMOUR – Ultimi report da Sengal.

Ci rechiamo a Sengal City ove incontriamo il Consiglio dell’Autonomia presieduto da un uomo e da una donna, un co-presidente e una co-presidente.

Nel consiglio, sono presenti, consiglieri che si occupano della parte esecutiva, dei rapporti esterni, più svolgono altre funzioni. Il consiglio generale e’ l’espressione dei 13 consigli presenti nella regione di Sengal (essendo tredici le città con le rispettive zone di pertinenza).

Nel 2014, con l’invasione dell’Isis – ci dicono – abbiamo costituito le nostre unità di resistenza e abbiamo di fatto istituito l’autonomia amministrativa che si fonda sull’art. 125 della Costituzione. Per quanto il governo centrale e il governo del Kurdistan del nord di Barzani cerchino di ostacolarla, cercheremo di difenderla in ogni modo. Le risorse per il funzionamento dell’autonomia provengono solo da nostri finanziamenti e dalle rimesse estere di nostri concittadini“.

Al termine dell’incontro, i rappresentanti del consiglio avanzano un’unica richiesta: il riconoscimento del genocidio avvenuto nel 2014 per mano dell’Isis.

Sinjar vecchia

Le rovine della vecchia Sinjar non sono il frutto del trascorrere del tempo ma l’effetto della devastazione operata dall’Isis che nel 2014 è entrato nella regione di Shengal e nel 2015 ha raso al suolo questa città, capitale della stessa regione, che un tempo era un antico centro abitato, con i suoi tradizionali bazar. Non è rimasto nulla in piedi, non una casa, non un negozietto, non una chiesa o una moschea.

La zona continua ad essere presidiata dai soldati e la loro presenza, che per altro è ovunque nel paese, unita al cumulo di macerie, dà la sensazione di una guerra che continua. L’Isis è stato fortunatamente sconfitto grazie al coraggio della popolazione ezida e delle loro Unità di Resistenza maschili e femminili (Ybş e Yjş), ma la popolazione ezida adesso è sotto l’attacco continuo dei droni turchi, che entrando nel territorio di un altro stato sovrano, evidentemente compiacente, quasi giornalmente bombardano i loro villaggi.

La vecchia Sinjar si arrocca sulla parte più alta della montagna. A guardarla con le sue stradine strette che si arrampicano, potrebbe ricordarci uno dei nostri borghi ricchi di storia e di bellezza. Ma ormai quella bellezza è solo più nella memoria della gente. Dalla sua distruzione ad oggi e per il futuro la memoria della vecchia Sinjar racconterà una storia intrisa di violenza che la sua gente non vuole dimenticare. Ecco perché la popolazione pensa di lasciare visibili le rovine di una città un tempo vitale ed oggi morta, rinunciando alla sua ricostruzione. Sinjar vecchia si prende così, senza averlo ricercato, il compito di rappresentare le sofferenze di un popolo che della memoria ha fatto tesoro.

Foto: Il Piccolo

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