Riparato il reato di diffamazione aggravata a mezzo stampa nei confronti di Carlo Iannelli

Lunedì scorso il Giudice di Alessandria ha estinto il reato contestato ad un giornale locale per un articolo pubblicato circa un anno dopo la morte di Giovanni Iannelli.

Circa un anno dopo la morte di Giovanni Iannelli, il ciclista pratese morto in seguito alle ferite riportate in una caduta a 144 metri dall’arrivo dell’86° Circuito molinese il 5 ottobre del 2019, un giornale locale tortonese pubblicava una “lettera al direttore” che usava toni e affermazioni “pesanti” contro la battaglia mediatica con cui Carlo Iannelli, padre di Giovanni, chiedeva (e continua tuttora a chiedere) un processo per la morte del figlio. Processo che, come abbiamo visto, gli viene negato.

Carlo non passava sopra alle accuse nei suoi confronti riportate nell’articolo e denunciava M.M., direttore della testata incriminata, e G.T., autore della lettera firmata. Partiva così il reato di diffamazione aggravata a mezzo stampa che, dopo due udienze si è concluso lunedì scorso al Tribunale penale di Alessandria.

I due imputati, tramite i loro avvocati, si sono presentati con due assegni da 1000 euro ciascuno, assegni che Carlo Iannelli aveva già rifiutato alla prima udienza, tuttavia il giudice Federica Cerutti ha ritenuto che i due assegni “integrino una condotta riparatoria e pertanto ha dichiarato estinto il reato di diffamazione aggravata a mezzo stampa contestato ai due imputati“.

Carlo Iannelli non ha accettato i due assegni, lasciandoli lì dov’erano, non tanto perché incongrui, ma piuttosto per ribadire la sua richiesta di un giusto processo in merito all’incidente in cui perse la vita suo figlio.

I due imputati, ha affermato Carlo Iannelli, come già era successo alla precedente udienza, non si sono neppure presentati personalmente, ma hanno mandato i loro avvocati. In questi tre anni non mi hanno degnato di nessun gesto, davvero ed in concreto, riparatorio. Non mi hanno scritto, non hanno cercato di mettersi in contatto con me, neppure telefonicamente”.

Foto: La Nazione

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