Si è conclusa, per adesso, la vicenda della famiglia tunisina di Ben Chaladia, marito, moglie e cinque minori di cui uno con disabilità.
Questa mattina alle 9 un nutrito gruppo di forze dell’ordine, con squadre dei carabinieri, di poliziotti e della Digos si è presentato a Pontecurone per eseguire lo sfratto della famiglia di Ben Chaladia.
La famiglia aveva sospeso il pagamento dell’affitto in seguito all’infiltrazione di acqua dal tetto che aveva ricoperto la casa di muffa. A nulla erano serviti i solleciti fatti al proprietario di provvedere a riparare il danno e risanare l’alloggio.
A marzo era stata fatta domanda per un alloggio popolare in emergenza abitativa, ma il Comune di Pontecurone non ha alloggi a disposizione, mentre il Comune di Tortona, dove e’ stata fatta la medesima richiesta, ha sollevato questioni burocratiche, oggi risolte.
In buona sostanza, non si è avuta nessuna risposta da parte degli enti locali per quanto riguarda l’emergenza abitativa di questa famiglia. Anche il Cisa non è stato in grado di intervenire e così la procedura di sfratto non si è fermata.
Dopo alcuni momenti di tensione, verso mezzogiorno è stata trovata una soluzione accettata dalla famiglia, grazie alle garanzie date dal Sindaco di Pontecurone Giovanni Valentino D’Amico davanti alla forze dell’ordine. La famiglia tunisina verrà temporaneamente ospitata presso la struttura della Social Domus di Alessandria, con la garanzia che appena si aprirà una possibilità in ordine all’emergenza abitativa potrà tornare ad abitare a Pontecurone o a Tortona.
Come presidio permanente sottolineamo come le mancanze delle istituzioni abbia comunque creato un grave problema ai bambini, che devono cambiare scuola ad anno scolastico iniziato, e disagio alla famiglia.
Attendiamo con sollecitazione il pieno rispetto degli impegni assunti.
Antonio Olivieri
Presidio permanente di Castelnuovo Scrivia