Marketing di impresa, come l’associazionismo tra aziende può aiutare a raggiungere gli obiettivi

Si è parlando così tanto di fare rete, che anche qui da noi è pratica sempre più diffusa. Alcuni consigli per farlo bene.

Per un’azienda le opportunità di crescita passano anche attraverso la collaborazione con altre imprese. Le parti possono condividere informazioni, limitare i rischi e i costi, ma anche aggredire il mercato sfruttando ognuna le proprie competenze, le proprie risorse e le proprie esperienze e conoscenze.

Tre forme di associazionismo

La prima forma di associazionismo tra aziende è il consorzio: due o più imprenditori creano un’organizzazione comune per svolgere o disciplinare alcune fasi della loro attività insieme. Il requisito necessario è che il contratto sia stipulato tra imprenditori. Esiste un’assemblea per le delibere, e un organo direttivo per la gestione e il controllo.

La partnership, invece, è una collaborazione tra aziende per un progetto comune, da realizzare sotto la medesima insegna, magari in un determinato territorio, in maniera totalmente indipendente. La collaborazione è regolata da un contratto, che deve stabilire obiettivi, durata e ruoli con responsabilità. Generalmente, la durata è di un anno e l’oggetto della collaborazione è la fornitura di servizi.

Le Join venture vengono create per lo svolgimento di un preciso affare, per contenere i costi e sviluppare nuove tecnologie. Oltre a ciò, sono utili anche ad aumentare la competitività, un valore non solo per l’impresa ma anche per i consumatori. Spesso vengono realizzate con organizzazioni di altri paesi, per investire all’estero ed accedere ad altri mercati.

Le forme di collaborazione sono importanti: ormai le aziende di successo le considerano fondamentali per portare a termine vari compiti. In pratica, la collaborazione tra aziende incoraggia l’investimento di lungo periodo, l’assunzione del rischio e la condivisione di informazioni, dando l’opportunità alle stesse di innovarsi ed elevare le proprie prestazioni.

Trovare un partner affidabile

Per valutare l’affidabilità di un’azienda, esistono vari parametri verificabili tramite piattaforme specifiche, come per esempio icribis. È consigliabile, infatti, reperire informazioni di vario tipo, come i dati da visure camerali, i protesti, i pregiudizievoli o le perizie catastali. Avere un quadro completo della situazione può dare un’idea di quanto un partner sia affidabile: raccogliere tante informazioni renderà più facile operare una scelta oculata, di cui non pentirsi in futuro.

Tramite le visure si verifica la presenza di fallimenti o pignoramenti immobiliari. Il protesto, nello specifico, è un atto formale del Pubblico ufficiale, che accerta il mancato pagamento o la mancata accettazione di una cambiale o altro titolo di credito. D’altronde, non è un caso che dal Bonus imprese siano rimaste escluse le aziende con crediti in sofferenza, dato che si tratta di un parametro cruciale per determinare l’affidabilità di un eventuale partner.

Le pregiudizievoli, poi, sono le situazioni che implicano uno stato di insolvenza o inadempienza da parte di un soggetto dell’azienda. La Conservatoria dei registri immobiliari tiene questi atti, in modo da avere la testimonianza dello stato di morosità del soggetto, oppure per limitarne la disponibilità di un bene di sua proprietà.