Il laboratorio di chimica dell’Istituto Marconi

L’Istituto Marconi si è accaparrato un finanziamento di quasi 75mila euro. Avrà un laboratorio di Analisi chimiche innovativo.



I fondi PON atterrano a Tortona

 

Il Futuro della didattica è già “presente” all’Istituto di Istruzione Superiore “G. Marconi” di Tortona, grazie ad un finanziamento di 73.054,00 euro da fondi europei che consentono la riqualificazione del Laboratorio di Analisi Strumentale del corso Chimica, Materiali e Biotecnologie offrendo la possibilità di ripensare, in chiave digitale, le competenze previste del curricolo disciplinare.

Il Dirigente Scolastico, Prof. Guido Rosso, e le docenti del corso, Prof.sse Veronica Guido e Maria Ruvolato, che hanno lavorato alla progettazione e alla realizzazione del P.O.N. FESR Laboratori Didattici Innovativi, guardano con soddisfazione all’aggiornamento della dotazione tecnologico-strumentale e alla sua implementazione digitale, in linea con i tempi  e con le richieste che pervengono dal mercato del lavoro. “Il laboratorio di Chimica utilizzato dalle classi del triennio, è la sede opportuna per “testare”  e potenziare quelle competenze  professionali che verranno richieste in ambito lavorativo. Il cospicuo finanziamento ottenuto ci ha permesso di rinnovarlo completamente non solo dotandolo di strumentazione altamente sofisticata come lo spettrofotometro IR, apparecchiatura per l’analisi e la caratterizzazione dei materiali, ma dando la possibilità di rendere la didattica più coinvolgente grazie all’allestimento di una nuova zona opportunamente attrezzata, con arredi funzionali e strumentazioni, dove ciascun studente può cimentarsi in prima persona e dove la didattica è vera pratica sperimentale!” ci spiega il Dirigente Scolastico, sottolineando come le strumentazioni acquistate con i fondi europei abbiano trasformato l’aula-laboratorio in uno spazio polivalente e multifunzionale. A tale proposito, le docenti illustrano con esempi come l’attuazione del progetto abbia realizzato un ambiente di studio-lavoro versatile:”Gli obiettivi che ci siamo prefisse sono essenzialmente due: gli strumenti acquistati motiveranno studenti e docenti che, grazie alle nuove tecnologie, potranno ampliare il ventaglio di metodiche analitiche nei diversi ambiti della chimica dei materiali, sarà così possibile valorizzare l’approccio sperimentale, aspetto fondante nella formazione per i tecnici di laboratorio chimico; inoltre, l’allestimento di nuove postazioni di lavoro, permetterà un maggior coinvolgimento per  ciascun studente che si troverà a lavorare in un ambiente rinnovato ed innovato, in cui l’applicazione di svariate metodologie didattiche, promuoverà le interazioni tra i ragazzi, la capacità di lavorare insieme e lo sviluppo quindi di approcci cooperativi alle situazioni problematiche proposte”.

Supportati e motivati dall’entusiasmo degli studenti che vedono ammodernato e migliorato l’ambiente in cui trascorrono molto del loro tempo-scuola, le docenti con i tecnici stanno in questi giorni organizzando la strumentazione acquistata; a tal proposito citiamo spettrofotometri monoraggio, rifrattometri, un apparecchio per punto di fusione dotato di microscopio, celle elettroforetiche, viscosimetri, calorimetri insieme ad altri strumenti che rappresentano la dotazione base di un laboratorio chimico come  pHmetri, centrifuga, bilance tecniche, reagenti chimici per consentire a tutti gli studenti di sperimentare in prima persona. Tra i nuovi elementi d’arredo, un’intera parete con quattro banconi. L’allestimento e i collaudi sono in corso proprio in queste settimane ed il laboratorio sarà ufficialmente inaugurato a fine agosto per partire al meglio con il nuovo anno scolastico.

Due giovani chimici italiani a Stoccolma

Anche se sono gli ultimi giorni di scuola, Fabio Guzzi e Mariam Mahmoud della 4^AA, finalisti del FAST edizione 2019, sono  in Laboratorio per lavorare alla continuazione del progetto “Dalla terra per la Terra” per la competizione internazionale che si terrà a breve a Stoccolma. Fabio ci spiega: “Siamo contenti perché con la nuova strumentazione abbiamo la possibilità di approfondire le nostre ricerche. A Milano abbiamo presentato il progetto a grandi linee, con dati ancora molto generali, ora possiamo invece lavorare in modo sistematico per rendere il progetto più specifico e strutturato”. Mariam, a sottolineare l’importanza innovativa delle nuove strumentazioni acquistate con i fondi europei, precisa: “Mentre prima la gamma di analisi per identificare i campioni era ristretta, oggi il nostro lavoro ha fatto un salto di qualità perché abbiamo la possibilità di svolgere differenti tipi di prove”.

Lasciando i due al loro lavoro, andiamo incontro agli studenti della quinta alle soglie dell’Esame di Stato. Chiediamo a Rebecca Oliaro e Beatrice Maragliano cosa rappresenti il laboratorio per il triennio del corso chimici in termini di attività e di competenze raggiunte: “L’espressione chiave per descrivere il laboratorio è “team working”: abilità fondamentale nel mondo del lavoro e che va acquisita con la pratica nel tempo. Il laboratorio è il posto ideale per svilupparla dal momento che si lavora in gruppo dove ognuno ha un ruolo che varia da esperimento ad esperimento. Per far sì che il risultato sia valido e attendibile c’è bisogno che tutto il “team” collabori con serietà e attenzione. La cosa più difficile? Andare tutti d’accordo, non pretendere di utilizzare per primo uno strumento, comunicare ed evitare situazioni caotiche che possono incidere sul risultato finale”.

Rispetto ai traguardi raggiunti con la nuova strumentazione, ci aiutano le due studentesse, traducendo il linguaggio complesso della tecnologia in parole comprensibili anche ai non addetti ai lavori: “Durante le attività in co-working  abbiamo utilizzato lo spettrofotometro FT-IR  acquistato grazie ai fondi del PON; sfruttando le interazioni tra i gruppi funzionali  delle molecole e le radiazioni IR emesse dallo strumento, è possibile eseguire analisi qualitative di numerose sostanze organiche e identificare eventuali inquinanti nei campioni analizzati”. Le ragazze ci spiegano che ora è possibile svolgere, ad esempio, una serie di controlli accurati sulle caratteristiche chimiche del vino, prodotto di grande importanza e pregio del nostro territorio oppure caratterizzare materiali tra loro molto diversi, come polimeri, oli lubrificanti e farmaci. Dalla sperimentazione nella pratica di laboratorio alla simulazione digitale del risultato fino alla ricerca e verifica del dato, esperibile anche nel contesto territoriale, in definitiva il progetto finanziato dai fondi europei intende implementare i processi formativi, percorsi di apprendimento guidati e consapevoli.

Ci accomiatiamo chiedendo alle ragazze cosa vorrebbero dire alle nuove matricole, a quegli studenti e studentesse che nei prossimi anni si applicheranno allo studio della materia, affrontando le sfide del futuro. Rebecca risponde così “Direi loro che sono molto fortunati, possono cimentarsi con strumenti al passo con i tempi, quello che vanno ad affrontare è un percorso affascinante ma impegnativo, come tutto ciò che ha valore. La chimica ci circonda, è nella vita di tutti i giorni ma ti permette di osservare e comprendere la realtà da una altro punto di vista. In questo corso di studi si impara a porsi domande a cui normalmente non penseremmo e ti stimola a cercare risposte. Per me è stato molto appassionante e, tornassi indietro, farei esattamente la stessa scelta!

LA REDAZIONE MARCONEWS

 

 

 

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