Abbiamo chiesto a Fabio Saracco cosa ne pensasse della polemica sorta riguardo al Mondiale di Enduro che si svolgerà la prossima settimana sul nostro territorio. Ecco cosa ci ha risposto.
Se non si crea dialogo non si viene a capo di nulla
Buongiorno a tutti e grazie al blog Tortona Oggi per l’opportunità che mi offre di aggiungere qualcosa al dibattito che riguarda lo svolgimento del Campionato Internazionale di Enduro ISDE sul nostro territorio.
Premetto che noi, come Moto Club Valli Tortonesi, non siamo coinvolti al discorso ISDE, che è organizzato da altri e non da noi. Le gare sono regolamentate da leggi che vanno rispettate, quindi deduco che se la gara si può svolgere è perché le regole sono state rispettate.
Quello che mi preme qui sottolineare è che sarebbe ora che finisse tutto questo accanimento contro le moto, in particolare contro quelle da enduro. Alla conferenza tenuta dal Forum Sentieri Vivi 4P il 25 agosto scorso, a cui giustamente il vostro blog ha dato molto risalto e alla quale con nostro rammarico non siamo stati invitati, si è più volte sottolineato che il problema non sarebbero i cinque giorni di gara, ma i restanti 360 giorni dell’anno. Gli enduristi sono stati disegnati come degli irresponsabili che devastano il territorio e non hanno a cuore la natura. Questo, mi sia consentito dirlo, non è vero. Anche chi va in moto ama il territorio e, al pari degli altri, è pronto a conservarlo, proteggerlo e valorizzarlo.
Esistono leggi che consentono di individuare insieme ai Comuni e ad altri Enti una serie di percorsi dedicati al fuoristrada. Sarebbe ora che anche sul nostro territorio queste leggi trovassero applicazione. Ovviamente farlo richiede impegno e noi siamo pronti a fare la nostra parte. In una logica di buon senso sarebbe ora che gli attori del nostro territorio (Enti pubblici e Associazioni) si sedessero a un tavolo comune per individuare insieme quali sentieri possano essere dedicati alla pratica dell’enduro, quali alle bici, all’escursionismo, ecc. Per farlo occorre la buona volontà da parte di tutti. Se non si crea dialogo non si viene a capo di nulla, si continuerà solo a fare “guerre tra fazioni che non portano a nulla”.
Ben venga il turismo lento per promuovere il territorio, ma anche la pratica dell’enduro può fare la sua parte in ottica di promozione turistica. Certo che se c’è confusione su quali siano i sentieri consentiti e quali quelli vietati di fatto tutto si fa più difficile.
Il nostro Moto Club da diversi anni organizza gare (Montegioco, Garbagna, Cerreto Grue, Villaromagnano) ed ogni volta svolgiamo un gran lavoro sul territorio: lo ripristiniamo, lo puliamo, lo monitoriamo e facciamo tutto a nostre spese senza contributi statali europei e compagnia bella.
C’è chi fa trekking, cicloturismo, equitazione e poi ci siamo anche noi. Chi fa attività outdoor sulle nostre colline lo vede coi propri occhi come lasciamo i sentieri al termine delle nostre manifestazioni, mai nessuno si è lamentato, anzi. Comunque la manutenzione del territorio da parte nostra non avviene solo in occasione delle gare. È un’operazione che facciamo regolarmente su sentieri che poi vengono utilizzati da tutti e non solo da noi.
Ovviamente, come in ogni altra attività, anche tra chi fa enduro c’è qualche incivile, non possiamo rispondere per tutti, tuttavia i nostri tesserati sono ben coscienti di quali siano i comportamenti da adottare per praticare l’enduro secondo le regole della prudenza, del rispetto reciproco e del buon senso, che poi sono anche le regole da seguire per ottenere i risultati migliori nel nostro sport.
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