Scopri come il cicloturismo sta cambiando il volto del turismo italiano: analisi dettagliata del Rapporto Isnart–Legambiente 2025.
Il cicloturismo si conferma una delle forme più dinamiche, sostenibili e promettenti del turismo italiano. Il 5° Rapporto sul Cicloturismo, frutto della collaborazione tra ISNART e Legambiente, fotografa una realtà in piena espansione che ha fatto della bici uno strumento di scoperta lenta, autentica e rispettosa dei territori.
Numeri in forte crescita
Nel 2024 il cicloturismo ha generato:
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89 milioni di presenze, pari a oltre il 10% del turismo nazionale (+54% sul 2023);
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9,8 miliardi di euro di spesa diretta sul territorio (+76,4% rispetto all’anno precedente);
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Un pubblico prevalentemente italiano, con permanenze brevi (1-3 notti nel 65% dei casi) e forte propensione alla prenotazione autonoma online.
♂️ Identikit del cicloturista
Il cicloturista medio è:
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Uomo (ma cresce la presenza femminile: 29,7%);
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Tra i 30 e i 44 anni (i cosiddetti millennial, il 47,7%);
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Di fascia economica medio-alta o alta;
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Viaggia in coppia o con amici, spesso da solo;
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Organizza il viaggio online (app, social, blog, offerte web);
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Predilige la mountain bike o la bici classica, spesso di proprietà;
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Soggiorna in alberghi, B&B o presso amici/parenti.
⭐ Esperienza turistica e valutazioni
I cicloturisti apprezzano:
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La bellezza paesaggistica e la manutenzione dei percorsi;
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L’offerta enogastronomica e l’ospitalità locale;
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I punti di ristoro, l’acqua potabile, la segnaletica e le app dedicate.
Criticità rilevate:
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Carente la raccolta rifiuti, i bancomat lungo le vie e i servizi intermodali (treni/bici);
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Poca presenza di turismo straniero, per il quale si auspica una maggiore promozione.
️ Le ciclovie analizzate
Dieci itinerari sono stati oggetto di analisi sul campo:
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Ciclovia dei Parchi (Calabria)
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Ciclovia dell’Acqua (Campania)
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Ciclovia Regionale (Emilia-Romagna)
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Ciclovia Pedemontana (Friuli-Venezia Giulia)
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Ciclovia Arenzano-Varazze (Liguria)
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Naviglio della Martesana (Lombardia)
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Ciclovia dell’Acquedotto Pugliese (Puglia)
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Ciclovia dei Castelli (Toscana)
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Ciclovia Assisi-Spoleto-Norcia (Umbria)
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Ciclovia Garda-Venezia (Veneto)
Ogni ciclovia mostra peculiarità diverse in termini di target, modalità di fruizione e infrastrutture.
Cicloturismo come rigenerazione territoriale
Il rapporto include 13 casi virtuosi di imprenditorialità cicloturistica, da Nord a Sud Italia, in aree interne o marginali:
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Dalla Casa del Cicloturista in Sardegna alla Ciclo-stazione Valnerina in Umbria;
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Dai tour culturali in bici in Abruzzo alla rete di partner a Nizza Monferrato (AT);
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Dalla Sicily Divide, citata persino dal New York Times, al bike park familiare in Veneto.
Queste esperienze dimostrano che il cicloturismo:
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Genera nuova occupazione;
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Favorisce la destagionalizzazione;
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Stimola la rigenerazione sociale e culturale;
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Rappresenta una risposta sostenibile all’overtourism.
Ciclovie più “cliccate” online
Tra le ciclovie con maggiore visibilità digitale:
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Lucca-Pontedera (in via di realizzazione)
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Gran Tour del Lazio
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FVG3 in Friuli-Venezia Giulia
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Val Boreca, tra Piemonte, Lombardia, Emilia e Liguria
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Ciclovia dei Due Mari in Basilicata
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Sicily Divide
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Via Silente nel Cilento
️ Raccomandazioni per il futuro
Per valorizzare ulteriormente il cicloturismo, il rapporto suggerisce:
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Più segnaletica e informazioni accessibili;
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Potenziare i collegamenti intermodali bici-treno;
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Investire in app mobili, punti ristoro e aree di sosta;
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Promuovere l’Italia del sud e le aree interne anche ai turisti internazionali.
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