Un ricordo di Ernesto Cabruna nel sessantesimo anniversario della morte e nel centenario dell’impresa di Fiume

Il 9 gennaio 1960 si spegneva a Rapallo (Ge) Ernesto Cabruna. Riceviamo e con piacere pubblichiamo questo ricordo della pronipote Matilde Bassi.



Ernesto Cabruna, il Carabiniere volante

A Rapallo il 9 gennaio 1960 si spegneva in silenzio Ernesto Cabruna, Medaglia d’Oro al Valor Militare. Apparteneva all’Arma dei RR.CC., venne dalla gavetta, ma la sua passione lo volle aviatore durante la Prima Guerra Mondiale. Audace in combattimento fece meraviglie nei cieli del Piave con il suo leggendario velivolo da caccia, uno Spad VII, ora conservato al Museo di Vigna di Valle (RM).

Per l’intensa attività di volo e per le vittorie riportate fu decorato con una medaglia d’oro, una d’argento, una di bronzo, e con la croce di guerra. Ebbe la promozione per merito di guerra e divenne ufficiale. Nel difficile dopoguerra al prezzo doloroso delle dimissioni dal servizio, il 13 settembre 1919, Cabruna fu il primo pilota ad atterrare nella Fiume liberata dai Legionari guidati dallo stesso d’Annunzio, e per quattro anni in quella città svolse la funzione di agente speciale per il poeta, alternando profonde critiche a d’Annunzio con tempestose riappacificazioni e rischiose azioni politico militari, arrivando nel marzo del 1922 a ricoprire per qualche giorno il ruolo di capo di una giunta militare ed impedire così ai fascisti di conquistare l’egemonia sulla città dalmata.

Per la sua fede indiscussa Gabriele d’Annunzio gli conferì la Medaglia d’Oro di Ronchi. In tal modo, si guadagnò anche l’astio delle massime cariche del Fascio, diventando nel corso degli anni Trenta uno dei punti di riferimento per i molti Legionari antifascisti e contemporaneamente il bersaglio di una attenta sorveglianza da parte della polizia politica del regime. La sua carriera in Aeronautica fu stroncata per “demeriti fascisti” e rimase inchiodato al grado di capitano.

Cabruna fu latitante nella Roma occupata dai Tedeschi dopo l’otto settembre 1943 e partecipò, nei modi consentiti dalla malattia cardiaca che lo affliggeva, alla Resistenza. Dopo la Liberazione, ricoprì importanti ruoli nell’assistenza ai combattenti e ai mutilati, fino a che l’esemplare onestà e la ripugnanza verso i compromessi provocarono il suo allontanamento dalla carica di presidente dell’Associazione Nazionale Invalidi e Mutilati di Guerra. Si rifugiò  nella stesura delle sue memorie, ancora inedite, e continuò sino alla fine nelle severe polemiche contro gli opportunisti e contro chi usava piegare la storia alle alterne convenienze della politica spicciola.

Ernesto Cabruna riposa in una delle arche del Mausoleo del Vittoriale, voluto da d’Annunzio per i suoi più fidi legionari.

Matilde Bassi
pronipote di Ernesto Cabruna

Il video della presentazione del Volume su Ernesto Cabruna a Tortona

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