E’ morto il Card. Elio Sgreccia, padre della bioetica personalista e amico della Congregazione orionina, aveva novant’anni.
In ricordo del Card. Elio Sgreccia
Alla vigilia del suo 91° compleanno è morto il cardinale Elio Greccia, presidente emerito della Pontificia Accademia per la Vita. L’Opera Don Orione ha avuto modo di averlo come relatore in diversi convegni nei quali ha dimostrato una paternità verso il carisma orionino. “Grande uomo di fede e di ragione”, commenta Davide Gandini, incaricato per le opere assistenziali che ha conosciuto il cardinale nei convegni svolti. Si è recato diverse volte presso il Santuario della “Madonna della Guardia” di Tortona: nel 2011 proprio il 29 agosto per il pontificale dell’Apparizione dove nell’omelia ha richiamato con pacatezza e incisività la “vita bella” secondo Dio, invitando a testimoniare i valori cristiani, a contestare costumi contrari alla dignità della vita, ad attingere dall’unione con Dio la verità e l’amore alla vita. L’anno successivo, 2012, per ben due volte: a maggio presiedendo la solennità di San Luigi Orione e in ottobre dove insieme alla Famiglia Orionina festeggiò il suo 60° anniversario di sacerdozio.
“Ho avuto modo di conoscerlo quando mi trovavo parroco a Milano, ha commentato il rettore Don Renzo Vanoi, un uomo concreto che ha tenuto sempre alto e difeso in tutti i modi, il fondamentale valore della vita”. Una testimonianza di amicizia è giunta anche dal parroco di Genova Don Paolo Clerici che con il cardinale si è ritrovato spesso, in particolare a Tortona. “Chi l’ha incontrato rimaneva stupito per la bontà e semplicità. Ma rimarrà nella storia della Chiesa per l’alto magistero in difesa del valore della vita. Ebbe grande stima di San Luigi Orione e della sua opera caritativa in difesa della vita debole”. Con le parole del quotidiano cattolico Avvenire, possiamo ricordiamo il card. Sgreccia e continuiamo sulla scia lasciataci da un “padre e maestro. Restano i molti figli della sua anima e del suo pensiero, uomini e donne la cui strada nei diversi ambiti della bioetica è stata aperta dalla sua passione contagiosa per «portare frutto»”.
Fabio Mogni