L’IIS Marconi in visita alle Cantine Volpi

Dopo il forzato stop alle visite aziendali causa Covid, le classi 2^AR  e 3AR Amministrazione Finanza e Marketing scoprono le Cantine Volpi.

Dopo il forzato stop alle visite aziendali causa Covid, le classi 2^AR  e 3AR Amministrazione Finanza e Marketing scoprono le Cantine Volpi accompagnate dal titolare, Carlo Volpi, collaboratore storico dell’Istituto Marconi e figura di rilievo del panorama industriale del territorio.

Lo scorso anno l’imprenditore Volpi aveva già incontrato gli studenti dell’AFM nelle aule del plesso Carbone per compensare l’impossibilità di una visita aziendale. Dal vivo, però, è tutta un’altra storia! Il 28 febbraio i ragazzi della 2^AR e, a seguire, il 13 marzo gli studenti della 3^AR hanno vissuto la loro prima esperienza a contatto diretto con un’importante azienda che ha contribuito, nel corso di ben 5 generazioni, a far conoscere nel mondo le eccellenze vitivinicole del territorio tortonese.

Entrando nello stabilimento delle Cantine Volpi, si notano immediatamente i macchinari modernissimi e computerizzati della linea d’imbottigliamento. Oggi erano le bottiglie di Pinot Grigio a marciare ordinatamente sui rulli, e Carlo, generazione n. 4 di questa straordinaria famiglia di imprenditori, ha colto l’occasione per parlarci del suo Magnum, un vino che l’azienda esporta con successo negli Stati Uniti. L’85% della produzione aziendale è infatti destinata all’esportazione, e ciò ha indotto l’azienda ad adattarsi alle esigenze del mercato estero: un esempio di questa innovazione è l’uso dei tappi a vite, che evitano il cosiddetto retrogusto “di tappo”. Non essendo fatti di sughero come i tappi tradizionali, essi rendono agile l’apertura della bottiglia anche per i consumatori  di Paesi in cui il cavatappi non è oggetto comune (per esempio il Giappone).  Per noi italiani, invece, i tappi di sughero sono parte integrante di un bagaglio storico di saperi produttivi e quelli “a vite” sono indice di bassa qualità del vino.  Nel Vecchio Continente, e principalmente in Italia, i vini pregiati vengono tuttora imbottigliati con i “vecchi” tappi in sughero, per questioni di convenzione e come simbolo visibile di prestigio.

Sottili differenze come questa citata, o le diverse imposizioni di etichettatura,  insegnano che un’azienda più che centenaria è ancora intensamente vitale perché segue un principio, la flessibilità, riuscendo ad adattarsi a qualsiasi mercato, senza perdere l’allure della tradizione: se una qualsiasi cosa, impresa o meno che sia, dura nel tempo, è perché si è costruita il suo equilibrio.

Il tappo a vite ha anche un minore impatto ambientale, perché è interamente riciclabile e il suo processo produttivo inquina meno rispetto a quello del tappo in sughero. La filosofia ambientalista, che trova in Carlo Volpi e nella sua famiglia dei convinti ed efficaci interpreti, si riflette anche sui vini: mentre la produzione si svolge interamente a Tortona, i vigneti si trovano a Volpedo e sono completamente bio, ovvero non viene fatto uso di pesticidi, erbicidi e fungicidi, quindi di prodotti sistemici, ma solamente di prodotti attivi per contatto.

L’elemento green è fondamentale per un’azienda che conta di innovarsi sempre e rimanere sul mercato; non a caso, l’obiettivo principale delle Cantine Volpi è l’autosufficienza energetica totale: l’impresa si è già mossa in questa direzione, ma sa perfettamente che la sostenibilità non è un punto di arrivo, bensì un percorso che conduce ad un costante miglioramento. Quando si parla di sostenibilità, si intende infatti la sostenibilità nel tempo di un’azienda: essa deve continuare ad avere un profitto, al quale non può rinunciare per le ovvie ragioni di sopravvivenza dell’impresa stessa, ma non si può pensare di non arrivare mai a un punto d’incontro, o di rottura, con l’ambiente. La sostenibilità è infatti un’altra forma di equilibrio, questa volta tra le esigenze del mercato e quelle del pianeta: il nostro obiettivo dev’essere continuare a vivere come stiamo vivendo, mentre costruiamo un mondo da consegnare alle generazioni future in uno stato migliore rispetto a come l’abbiamo trovato noi. La sostenibilità è miglioramento: l’etichetta che recita “bio” sul prodotto non serve solo per l’immagine dell’azienda, ma per il benessere dell’umanità intera. Volpi non ha solo fatto costruire una sala degustazione di classe energetica A4, ma dedica una giornata all’anno alla pulizia della città di Tortona, interrompendo le attività di produzione aziendali, perché ha capito che, se vuole continuare ad esistere, un’azienda si deve adattare: non solo al mercato, bensì al mondo.

Ecco, vi avevamo parlato della famiglia Volpi usando l’aggettivo “straordinario”: non è un complimento, non è un’esaltazione del successo raggiunto, è la “straordinaria” constatazione di qualcosa che nella realtà non è poi così scontata: un’impresa che ci insegna a sostenere il nostro futuro, a valorizzare il bene comune.

Lucrezia TETI
3^AR  Amministrazione Finanza e Marketing

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