Il Timorasso fa posto al Grignolino per i Tre Bicchieri del Gambero Rosso




Il Timorasso Derthona perde i tre bicchieri gambero rosso 2017

Qualcuno la chiama DEBACLE TERRITORIALE

Dopo dieci anni di presenza, quest’anno nessuno vino della DOC Colli Tortonesi è nell’elenco premiato dalla Casa Editrice Romana, “i curatori denunciano un calo in generale della qualità dei vini tortonesi per colpa del millesimo 2014“.

Il 2014 è stato l’anno dell’alluvione del 13/14 ottobre che ha devastato i Colli tortonesi ed in particolare la Val Grue dal momento che il torrente che le da il nome, all’altezza della Palazzina, si era messo a scorrere sulla strada provinciale (e nei cortili delle case). Il danno economico è stato ingente e continua la sua azione nel tempo: i risarcimenti tardano ad arrivare, il dissesto idrogeologico, che caratterizza troppe zone montane e pedemontane d’Italia, non sembra essere affrontato con decisione da chi di dovere e i danni si contano e si propagano negli anni.

Ad esempio un bel danno lo hanno subito, ancora quest’anno, a due anni di distanza, i vignaiuoli del tortonese che sono scomparsi dall’elenco dei vini premiati con i Tre Bicchieri del Gambero Rosso dopo dieci anni di presenza costante. Un riconoscimento di sicuro valore che viene a mancare dal mondo così omologato del vino.

Già appunto! Omologato, è quindi? Ma siamo sicuri che sia solo una questione di gusto? Veramente l’alluvione è stata determinante anche per i vigneti della val Curone, della val Ossona e della val Borbera? Possibile che nessuno abbia “salvato l’annata” e sia riuscito a realizzare un prodotto all’altezza degli anni precedenti?

Strano.

Ad ogni modo vediamoli da vicino i 75 vini piemontesi vincitori del prestigioso riconoscimento (Il Gambero Rosso ne dichiara 75 e ne pubblica 74, vi invito e commentare questo post con la bottiglia mancante se la individuate):

58 dei vini vincitori sono prodotti con il Nebbiolo che si conferma vitigno d’eccellenza, tra gli inseguitori compare per la prima volta il Grignolino a discapito del “Derthona“, e del Timorasso in genere, dal momento che il vicino territorio novese piazza per tre volte il Cortese “Gavi” ma non il Timorasso “Terre di Libarna“.

  1. Barbaresco Albesani S. Stefano Ris. 2011 Castello di Neive
  2. Barbaresco Angelo 2013 Rocca
  3. Barbaresco Asili 2013 Ceretto
  4. Barbaresco Asili Ris. 2011 Giacosa
  5. Barbaresco Asili Ris. 2011 Ca’ del Baio
  6. Barbaresco Costa Russi 2013 Gaja
  7. Barbaresco Currà 2012 Sottimano
  8. Barbaresco Gallina 2012 Busso
  9. Barbaresco Pajè 2011 Roagna
  10. Barbaresco Rabajà 2012 Rocca
  11. Barbaresco Rombone 2012 Nada
  12. Barbera d’Asti Pomorosso 2013 Coppo
  13. Barbera d’Asti Sup. Nizza 2013 Olim Bauda
  14. Barbera d’Asti Sup. Nizza La Court 2013 Chiarlo
  15. Barbera d’Asti Sup. V. La Mandorla Ed. La Grisa 2014 Spertino
  16. Barbera del M.to Sup. Bricco Battista 2013 Accornero e Figli
  17. Barbera del M.to Sup. Pico Gonzaga 2013 Castello di Uviglie
  18. Barolo 2012 Mascarello Barolo 2012 Cascina Fontana
  19. Barolo Bric dël Fiasc 2012 Scavino
  20. Barolo Bricco Boschis 2012 Cavallotto Tenuta Bricco Boschis
  21. Barolo Bricco delle Viole 2012 Vajra
  22. Barolo Bricco Fiasco 2012 Azelia
  23. Barolo Bricco Pernice 2011 Cogno
  24. Barolo Brunate 2012 Marengo
  25. Barolo Bussia 90 Dì Ris. 2010 Fenocchio
  26. Barolo Bussia V. Mondoca Ris. 2010 Oddero
  27. Barolo Cannubi 2012 Marchesi di Barolo
  28. Barolo Cannubi 2012 Burlotto
  29. Barolo Cerretta 2012 Rosso
  30. Barolo Cerretta V. Bricco 2010 Altare – Cascina Nuova
  31. Barolo del Comune di Barolo Essenze 2012 Vite Colte
  32. Barolo Francia 2012 Conterno
  33. Barolo Giachini 2012 Corino
  34. Barolo Ginestra Casa Maté 2012 Grasso
  35. Barolo Ginestra Ris. 2008 Conterno
  36. Barolo Lazzarito Ris. 2010 Germano
  37. Barolo Liste 2011 Borgogno & Figli
  38. Barolo Monprivato 2011 Mascarello e Figlio
  39. Barolo Monvigliero 2012 Alessandria
  40. Barolo Ornato 2012 Pio Cesare
  41. Barolo Paiagallo Casa E. di Mirafiore 2012 Fontanafredda
  42. Barolo Ravera 2012 Vietti
  43. Barolo Resa 56 2012 Brandini
  44. Barolo Rocche dell’Annunziata 2012 Veglio
  45. Barolo Rocche di Castiglione 2012 Brovia
  46. Barolo San Bernardo Ris. 2010 Palladino
  47. Barolo Sorì Ginestra 2012 Conterno Fantino
  48. Barolo Sottocastello di Novello 2011 Ca’ Viola
  49. Barolo V. Lazzairasco 2012 Porro
  50. Barolo Vigna Rionda Ris. 2010 Massolino
  51. Barolo Vignarionda 2012 Pira
  52. Boca 2011 Piane
  53. Carema Et. Bianca 2012 Ferrando
  54. Dogliani Papà Celso 2015 Abbona
  55. Dolcetto di Ovada Sup. Du Riva 2013 Tacchino
  56. Erbaluce di Caluso La Rustìa 2015 Orsolani
  57. Gattinara Osso San Grato 2012 Antoniolo
  58. Gavi del Comune di Gavi Monterotondo 2014 Villa Sparina
  59. Gavi del Comune di Gavi Minaia 2015 Bergaglio
  60. Gavi del Comune di Gavi Pelöia 2015 San Bartolomeo
  61. Ghemme 2011 Torraccia del Piantavigna
  62. Grignolino del M.to Casalese 2015 Vicara
  63. Lessona 2012 Prevostura
  64. Moscato d’Asti Canelli Sant’Ilario 2015 Ca’ d’Gal
  65. Moscato d’Asti Casa di Bianca 2015 Doglia
  66. Moscato d’Asti Ciombo 2015 Falchetto
  67. Nebbiolo d’Alba Sup. Cumot 2013 Bricco Maiolica
  68. Roero Gepin 2012 Costa
  69. Roero Giovanni Almondo Ris. 2013 Almondo
  70. Roero Mompissano Ris. 2013 Cascina Ca’ Rossa
  71. Roero Printi Ris. 2012 Monchiero Carbone
  72. Roero Sudisfà Ris. 2013 Negro
  73. Roero V. Mombeltramo Ris. 2012 Malvirà
  74. Ruchè di Castagnole M.to La Tradizione 2015 Montalbera

Per stessa ammissione di Walter Massa il fatto “che di botto nessun vino tortonese fosse riconosciuto mi fa, e deve, far riflettere”.

Riflettere su cosa? Sui competitor, questo è chiaro, torniamo all’importanza del Benchmarking, vale a dire del quadro generale della situazione; del fatto che non siamo soli su questa “Terra” e che forse le battaglie commerciali vanno affrontate globalmente perchè è globale il mercato di riferimento. Perciò vi invito anch’io a riflettere (rubo l’idea al Walter).

Soprattutto vi invito a riflettere su chi siano i competitor e su chi siano, invece, gli alleati con cui fare rete: I privati? I contadini? I vignaioli? I Gal? Le Reti d’Impresa, la filiera? I Consorzi Turistici? Le Pubbliche Relazioni? Le Buone Maniere?

Gli investimenti nel Prodotto? Nel Processo? Nella Commmercializzazione? Nella Comunicazione? Nel Marchio? Nel Territorio? Nella Cultura? Nell’innovazione? Nella Formazione? Nel Capitale Umano?

Chi dovrà farli questi investimenti? Il pubblico? Il privato? Gli indigeni? I forestieri?

Se ci poniamo queste domande e iniziamo a darci delle risposte, condivise, da applicare allo sviluppo del prodotto territoriale, allora forse la lezione dei Tre Bicchieri 2017 sarà servita a qualcosa.

W il vino, W la terra, W il futuro, quello condiviso!

Claudio Cheirasco

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