Per “Vho in arte” lo spettacolo teatrale di Dylan Thomas è stato tradotto e adattato, con riferimenti al paese di Vho

Venerdì 22 giugno 2018, alle ore 21:00 andrà in scena a Vho lo spettacolo teatrale “Sentite?…Il tempo passa”, liberamente tratto da “Sotto il bosco di Latte” di Dylan Thomas.




Sentite?…Il tempo passa

Torna la rassegna teatrale nella frazione di Tortona

In occasione di Vho in Arte, alle ore 21.00 di venerdì 22 giugno, nella piazza del paese, andrà in scena lo spettacolo “Sentite?…Il tempo passa” liberamente tratto da “Sotto il bosco di latte” di Dylan Thomas, con testo tradotto e adattato da Sandra Fadel, la regia di Francesca Pasino e le musiche di Raffaello Basiglio.

Ingresso libero

L’adattamento

Nato per essere un radiodramma, il testo è stato adattato al paese, Vho, che ospita lo spettacolo, quindi porta riferimenti al paesaggio (le onde sono diventate erba, l’oceano vigne e le conchiglie ciliegie) ed alcuni nomi e cognomi sono diventati italiani e sono stati studiati in riferimento alla caratterizzazione dei personaggi. Ovviamente molta parte del testo originale non compare per esigenze sceniche.

Il fine del riadattamento è stato il sottolineare la monotona ciclicità della vita in un piccolo paese, nel quale ogni giorno è uguale al precedente ed al seguente, e le azioni dei personaggi che lo popolano seguono lo stesso ritmo, scandito dallo trascorrere del tempo, e dall’avvicendarsi dei cicli della natura.

Gli Attori

Prima Voce Narrante – Sandra Fadel
Seconda Voce Narrante – Marco Ferrari
Lino Cotone – Davide Ravetta
Signorina Soldini – Magda Agosti
Signora Ogmore-Pritchard – Elisabetta Ruffini
Signor Ogmore, primo fantasma – Davide Ferretti
Signor Pritchard, secondo fantasma – Giacomo Borgognone
Reverendo – Pietro Pernigotti
Lily – Giulia Bergamini
Signora Pago – Eleonora Bocchio
Signor Pago – Martino Gandi
Polly – Francesca Pasino
Postino Willy – Raffaello Basiglio
Donna 1 – Giulia Bergamini
Donna 2 – Magda Agosti
Donna 3 – Letizia Rivera

Il Testo

La vera meraviglia è la forza poetica del linguaggio.

Specialmente le aggettivazioni rendono il mistero e l’incanto del paesaggio gallese, il sortilegio che la notte compie su un villaggio di pescatori di mezzo secolo fa. Costante il sottofondo dell’Atlantico, il sostrato celtico dei boschi e dei cori di gabbiani.

Un vecchio capitano di mare si addormenta e in sogno ode le voci dei vecchi compagni annegati, delle donne di una sola notte, che lo chiamano, da quella tenebra a cui anche lui giungerà presto. Le ombre rievocano i ricordi di quando erano in vita, chiedono notizie del mondo, dei loro cari, hanno nostalgia delle sensazioni terrene, vogliono sapere se il sole è ancora dolce e dorato sulle colline come quando ne godevano loro. Poi la narrazione passa a descrivere la vita del villaggio, il suo tumulto allegro come una festa, prodigioso nella apparente banalità della materia, la vita di ogni giorno della gente comune; il piano dei ricordi e quello del presente si mischiano. Se sembra mancare un piano organizzativo alla storia (che “storia” non è), è perché Thomas vuole catapultare il lettore nel vivo delle strade e delle locande animate di quel microcosmo, di cui origlia i pensieri e le frasi smozzicate agli angoli delle osterie e nelle camere da letto. Vuole essere un grande orecchio in ascolto, attento a cogliere tutte le vibrazioni, come un sordo che ha appena ritrovato l’udito ed è avido di non perdersi nulla, e sente ogni nota del concerto chiassoso e vivace del mondo con deliziata meraviglia. Che babelico caos di voci che si accavallano, frenetiche e furiose! i rantoli degli annegati, i discorsi delle lavandaie, le grida dei bambini che corrono sulle vie ciottolose, le voci stanche dei pescatori che salgono all’osteria…

E su tutto, corale e avvolgente, il gran canto del mare che si intona, monotono e ridondante, all’infinito, con i suoni della terra, il respiro della città, su cui la notte porterà il silenzio.

Evento facebook: https://www.facebook.com/events/622083928149253/

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