Morto un Barani se ne fa un altro… ma solo se serve a fini elettorali

Incalza in queste ore la polemica contro il modo di fare giornalismo utilizzato dal noto giornale scandalistico locale. Evidentemente c’è ancora chi gli dà retta.



Una città trasformata…

Chiedo innanzitutto scusa alla Comunità rumena di Tortona, ai famigliari, ma soprattutto alla memoria di Fanica Barani, il clochard che si è lasciato morire di freddo in Stazione a Tortona dopo che era stato pubblicato un articolo in cui lo si prendeva ad esempio del degrado della città. Lo si denigrava in vario modo commentando una foto, anch’essa pubblicata per la prima volta, che lo ritraeva nel volto mentre dormiva su una panchina di area Fassini. I giardini nei pressi della stazione ferroviaria verso via Marsala, per capirci.

Mi duole, ma forse è giusto così, ritirare in ballo l’esperienza del Batani perché è sicuramente la più simbolica di un periodo di tensione/rabbia sociale che ha vissuto Tortona in un recente passato, durante l’ultima campagna elettorale, quella che ha visto vincere la coalizione di centro destra di Federico Chiodi con l’appoggio della lista civica di Fabio Morreale.

Quella campagna elettorale è stata così violenta da costringere mons. Vittorio Francesco Viola, a chiedere di moderare i toni già dal 7 marzo 2019, durante il discorso per la solennità di San Marziano patrono di Tortona, riprendendo “il decalogo del buon politico” di don Sturzo, pubblicato su «Popolo e Libertà» il 4 novembre del ’48. (vedi: “Le parole di don Sturzo nel discorso di mons. Viola per san Marziano“).

Le elezioni sarebbero state solo a maggio, ma già due mesi prima si era capito che il guelfi/ghibellinaggio era in arrivo.

Intanto il giornale scandalistico non stava fermo. Veniva smascherato su una presunta foto in cui il soggetto si era messo in posa a pagamento. Indovinate chi era il soggetto? Bravi avete indovinato, era proprio un immigrato di colore. Qualche ora dopo a Tortona si era sparsa la falsa notizia che i giovani ragazzi africani con l’iPhone soffrissero tutti di incontinenza.

Le cose vanno dette come stanno ed è andata proprio così: per vincere le elezioni la Lega ha fatto leva su di uno stato di terrore vissuto dalla popolazione. Sfido chiunque, ricordando quei momenti, a non associarli in qualche modo ad uno stato di paura, nel mio caso fisica. Il fatto in se e i modi ambigui in cui è stata presentata la nuova sede di Casa Pound, le velate minacce che ho ricevuto da alcuni loro simpatizzanti, a me davano un senso di irrequietezza. Poi li ho conosciuti meglio i ragazzi di Azione Tortona e devo dire che un minimo rapporto si è creato, Tortona non è poi così grande da riuscire ad evitarsi sempre. Per alcuni aspetti hanno anche dei meriti, ad esempio molti di loro, come supporter, hanno portato “dal basso” l’HSL Dertona in serie D. Ma allora mi facevano paura.

Specularmente sono sicuro che qualcuno abbia invece avuto paura di essere aggredito dai “migranti“, che qualcuno riteneva addirittura capaci di violenza… fisica appunto.

Se così non fosse, se voi avete invece vissuto serenamente il periodo della campagna elettorale, smentitemi nei commenti, ve ne sarà grato.

Ad aggiungere benzina al fuoco ci pensavano i social e alcuni organi di stampa. È proprio in questo campo che ho combattuto le mie battaglie. Ovviamente per me tutto ciò che riguardava Salvini era da porre in secondo piano o minimizzare. Ad esempio quando è venuto a Novi per salvare l’Ilva ho titolato che era stato contestato. Quando, come Ministro dell’Interno e quindi Ministro della Repubblica Italiana (= di tutti gli Italiani), a fare campagna elettorale solo per i suoi (la classe non è acqua), per me ad ascoltarlo erano in quattro gatti.

Dico che ho combattuto battaglie perché l’ho fatto per davvero. Ad un certo punto venni calunniato, ricevetti una calunnia, insomma per i piemontesi “sono stato calunniato” in maniera più pesante del solito. Se solitamente venivo perculato e basta, quella volta mi si fece un torto peggiore: ad un certo punto una candidata alle elezioni nazionali di Casa Pound disse qualcosa su di me in un gruppo facebook da cui ero stato preventivamente escluso e il giornaletto di cui prima riportò la notizia che io fossi stato fermato dalla polizia. Tutta la vicenda l’ho raccontata qui: “Dove atterrano le Fake News? Ovvero: Dell’informazione “un tanto al kilo”“, è una vicenda abbastanza pesante. È vero che la polizia a quei tempi bazzicava in città, ma certo non per me. Se vi ricordate bene quasi tutto il periodo della campagna elettorale è stato caratterizzato dal fatto che il sabato mattina un blindato e una vettura con annesso personale in divisa sostavano nei pressi di un supermercato in cui un ragazzo di colore faceva la questua e, contemporaneamente, al suo fianco, un gruppo di ragazzi tortonesi raccoglieva generi alimentari solidali per soli bianchi. Per non parlare del giorno dell’inaugurazione della sede di Casa Pound in cui la nostra città è sembrata in stato di assedio fino a tarda serata.

Se questo è il prezzo da pagare per avere Chiodi sindaco pensiamoci la prossima volta, neh.

Allora ho fatto quello che ho potuto (e saputo) fare, ma oggi è tempo di bilanci.

Io non seguo più quello che si sta facendo conoscere come il direttorissimo; non vedo perché devo farmi del sangue amaro leggendo lui, quando ci sono sempre più organi di informazione alternativi che coprono la nostra zona. Inoltre, visto che è così feroce nei miei confronti più gli sto alla larga meglio è. Però evidentemente qualcuno si ostina ad essere così masochista da dargli ascolto.

In queste ore si sta contestando un articolo in cui sembra che, con l’avvento dell’amministrazione Chiodi, dal punto di vista scandalistico la nostra città non abbia più nulle da segnalare. Addirittura un discreto numero di “barboni che chiedono l’elemosina sotto i portici o all’esterno dei supermercato” non dia (più?) fastidio perché non sarebbe (più?) petulante, ma addirittura integrato nel tessuto urbano, cito: “con le strade frequentate da tanta ̶s̶o̶n̶o̶ gente tranquilla che passeggia: mamme ̶c̶o̶i̶ con le carrozzine, anziani seduti sulle panchine e tanti altri“…

In effetti si, suona proprio un po’ come una presa per il culo! Ascoltate me: “Lasciatelo perdere quello lì“.

 

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