Il sostegno a Mediterranea, associazione nata per salvare le vite di chi tenta la traversata dalla Libia

Anche Valli Unite sostiene il progetto Mediterranea Saving Humans, una bottiglia di vino dei nostri colli sta girando l’Italia in segno di solidarietà.



Mediterranea Saving Humans

Più di un anno fa un gruppo di amici si è posto il problema di cosa stesse succedendo nel Mar Mediterraneo. Le navi delle ONG erano state di fatto espulse, in seguito all’emanazione del decreto Sicurezza bis e comunque in conseguenza delle politiche europee che ne ostacolano e scoraggiano la presenza. Navi che, peraltro, provenivano un po’ da tutti i paesi europei tranne che dall’Italia. È stato così che è nato il progetto Mediterranea Saving Humans, una organizzazione umanitaria italiana, nata con lo scopo di monitorare, denunciare e controllore la drammatica situazione delle rotte percorse dai migranti, pattugliando le acque internazionali che separano l’Italia dal Nord Africa, in particolare dalla Libia.

Ieri a Valli Unite è stata organizzata una cena Solidale a cui erano presenti Domenico Bologna e Stefano Caselli, due attivisti di Mediterranea che hanno raccontato la loro esperienza.

Abbiamo acquistato una nave e siamo andati a soccorrere la gente” taglia corto Domenico, in fondo è di questo che si tratta. Il progetto ha avuto subito la piena solidarietà, ricevuta da tutto il mondo marittimo, a qualunque livello: politico, civile, religioso, ecc… Da parte di chi vive il mare ogni giorno viene naturale salvare i naufraghi, è sempre stato così. Banca Etica ha messo a disposizione i soldi per comprare la Mare Jonio, un’imbarcazione di proprietà con cui si muove Mediterranea, Il mondo della nautica e le altre ONG hanno aiutato ad armarla: hanno messo a disposizione le loro capacità e il loro personale (la mare Jonio ospita a bordo anche tre operatori provenienti da Sea Watch e un medico con esperienza in missioni per Medici senza frontiere NdA).

Ogni mese sono organizzate in tutt’Italia decine di iniziative come quella di ieri sera a Valli Unite, Mediterranea ha beneficiato di quello che forse è il più grosso Crowdfunding che si sia mai visto in Italia, sono già stati raccolti più di un milione di euro. Tutte quote piccole, la quota più grande è di 50.000€, la maggior parte sono quote di 5-10€. Tanto aiuto è arrivato dal mondo cattolico, con gli oratori che si sono messi a fare una vera e propria “gara di solidarietà“. Anche il clero si è mosso in prima persona e Mediterranea ha l’appoggio esplicito di molti Vescovi e Cardinali.

Insomma se la Mare Jonio può pattugliare le acque internazionali tra Libia e Italia è un po’ merito di tutti noi. In calce all’articolo vi lascerò qualche riferimento per chi vuole dare il suo contributo.

In poco più di un anno di attività la Mare Jonio, supportata ogni volta da un’altra nave, spesso il veliero Alex, ha tratto in salvo complessivamente 257 persone. Non sempre le missioni si concludono con un salvataggio, a Mediterranea è capitato solo quattro volte di incontrare naufraghi ancora in vita.

Navighi, a volte giorni, senza trovare nessuno. – racconta Stefano – Trovi relitti, taniche di benzina, casse di cibo, giubbotti di salvataggio, non capendo se le persone a cui appartenevano siano ancora vive o siano già tutti morti. Questo fa una rabbia enorme. Quando trovi qualcuno è la vita che torna a vincere sulla morte. Questa gente ha nel corpo i segni della brutalità del viaggio che ha affrontato, i loro occhi raccontano il coraggio che ci va ad affrontarlo“.

Poi racconta dell’ultimo salvataggio. “Avevamo a bordo 22 bambini con meno di quattro anni, loro e le loro madri erano stati in balia delle onde per 72 ore. Saliti a bordo le madri hanno cercato di far quadrato, in maniera da arginare la vitalità dei piccoli e costringerli, se possibile, a dormire. Le madri si sono addormentate, ma i figli no. Ce li siamo ritrovati dappertutto nella nave. Era la vita che aveva il meglio sulla morte!”

Quesi figli sono stati concepiti in Libia, è facile ricostruirlo, generalmente hanno un’età di nove mesi inferiore a quella di arrivo in Libia della madre. Sono figli di violenza. Lo stupro è solo una delle forme di violenza che viene sottoposta in quelli che comunemente vengono chiamati “lager libici“.

La maggior parte dei migranti proviene dalle ex colonie francesi dell’Africa sub Sahariana. Nel deserto muoiono ancora più persone che in mare. Una volta queste erano normali rotte commerciali, le località in prossimità del Sahara vivevano del transito di merci e persone attraverso il deserto. Poi le pressioni francesi hanno reso illegale muoversi verso i paesi del Nord Africa. Questo non ha interrotto il transito lo ha solo reso illegale e quindi più pericoloso. Ora sono le organizzazioni criminali a gestire ed avere beneficio dai traffici.

Tutta una famiglia, a volte un intero villaggio scommette su uno o due giovani di sana e robusta costituzione, quelli che danno garanzie maggiori di farcela. Con le rimesse di uno solo di essi, qualora riesca a raggiungere il Nord Africa, potrà trovare sostentamento l’intero villaggio. La meta del viaggio dei migranti è il Nord Africa, solo una volta arrivati in Libia ci si rende conto che lì non si può rimanere ed allora si cerca la traversata verso l’Europa. Il giovane parte e quasi subito viene derubato di tutto, quindi alla famiglia vengono chiesti altri soldi. Se arriva in Libia fa letteralmente lo schiavo per qualche tempo, che può variare da qualche mese a qualche anno. Appena possibile tenta la traversata verso l’Europa, a volte sono i carcerieri libici stessi ad imbarcarlo, quando decidono loro, come ricompensa per il lavoro svolto. Intanto l’Europa dà soldi, equipaggiamento e addestra gli uomini della Guardia Costiera libica affinché essa contrasti il flusso migratorio. Una situazione paradossale, per cui le stesse organizzazioni criminali controllano tutta la filiera. Almeno il 10% del PIL della Libia è dato dal traffico di esseri umani. L’Europa non è senza colpa, anzi: “Semina armi e raccoglie migranti“.

La sala di Valli Unite era piena, il dibattito è stato molto acceso, erano in molti a far domande per capire, non succede tutti i giorni di incontrare in prima persona chi ha visto dal vivo certe situazioni. Inevitabilmente si è giunti a parlare di Carola Rackete, il capitano della Sea-Watch, che nel giugno del 2019 è stata arrestata per l’attracco di una nave di salvataggio per migranti senza autorizzazione nel porto di Lampedusa. Su di lei sono state fatte due tipi di osservazioni. La prima è che Sea Watch è un’organizzazione con le spalle molto grosse, in grado di gestire anche la comunicazione ad alti livelli e quindi la visibilità è stata cercata. Capita in continuazione che capitani di navi forzino i blocchi quando hanno i migranti a bordo. Sono loro responsabili della vita di queste persone e tra i due mali spesso si sceglie il minore. Quella volta la potenza mediatica di Sea Watch ha capito che dare visibilità alla cosa avrebbe avuto esiti positivi e così è stato. La seconda considerazione che è stata fatta su Carola è che lei non è più una cittadina di uno stato europeo, lei è una cittadina dell’Europa, come ce ne sono a centinaia in ogni città italiana ed europea: gente che parla correntemente due o tre lingue, che non si riconosce all’interno degli stati nazionali. Gente abituata a vivere la multiculturalità, gente ecologista. Sono i nostri figli, coloro a cui stiamo lasciando il nostro paese e il nostro pianeta…

Sostieni anche tu Mediterranea

Per sostenere le attività di Mediterranea Saving Humans potete fare una donazione sul sito ufficiale dell’organizzazione. Potete scegliere di donare attraverso bonifico, paypal oppure tramite la raccolta fondi di produzioni dal basso.

La bottiglia di vino solidale di Valli Unite

Vino solidale di Valli Unite

In alternativa potete acquistare da valli unite una o più bottiglie di vino solidale. Ogni anno Valli Unite dedica una parte della propria produzione al sostegno di iniziative solidali.

Quest’anno il vino solidale di Valli Unite va a favore di due progetti: uno a sostegno delle Agricolture Contadine, con il vino “Vogliamo i Contadini!” e l’altro proprio a favore di MEDITERRANEA SAVING HUMANS, con la seguente motivazione: “Mediterranea nasce da tante persone diverse che non sono più riuscite a restare a guardare altre persone come loro morire, a migliaia, nell’indifferenza. Nasce dal bisogno di giustizia e di fare qualcosa di buono. Nasce dal coraggio di pensare che chiunque può farlo“.

Il Vino imbottigliato per Mediterranea è un uvaggio misto rosso 2018 in vendita a 10 € (di cui 7 € saranno devoluti al progetto). E in vendita presso lo spaccio di Cascina Montesoro oppure nei banchetti e momenti di incontro organizzati dagli attivisti di mediterranea in giro per l’Italia.

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