Festival di Garbagna al giro di boa, ancora due giornate a tu per tu col teatro di qualità

Giunto alla sua terza edizione, il festival teatrale di Garbagna si conferma un buon progetto. Fitta presenza di attori di qualità. Domenica pomeriggio in scena “Quelli degli ippocastani”, chiuderà la rassegna Marco Albino Ferrari.

 

“L’altro sguardo”, una retrospettiva sul Festival “il borgo delle storie”

L'altro sguardo, terza edizione del festival teatrale di Garbagna

Dopo due giornate di spettacoli, che hanno invaso “il borgo delle storie” di Garbagna, mi sono già fatto un’idea della situazione. Quella del 2018 possiamo definirla come l’edizione della maturità per un festival coraggioso, che vuole portare il teatro di qualità anche sui colli tortonesi.

Ogni anno il festival teatrale di Garbagna sceglie un tema, quest’anno è “L’altro sguardo” a caratterizzare la rassegna, cercando, tra l’altro, storie che raccontino il mondo che ci circonda con uno sguardo inedito.

E di novità ce ne sono state molte, qualcuna positiva e qualcuna, anche questo va detto, che forse si sarebbe potuta evitare, confermando quanto fatto in passato. Partiamo da quelle positive.

Il Successo del festival teatrale di Garbagna

Sicuramente è apprezzabile il coinvolgimento di altre località, oltre a Garbagna, come sede di rappresentazione. Un obiettivo raggiunto dal Sindaco di Garbagna Fabio Semino che, durante la presentazione della prima edizione a il D Cafè di Tortona aveva dichiarato l’intenzione di realizzare una rassegna in grado di coinvolgere tutto il territorio dei colli tortonesi e non solo Garbagna. Quest’anno il festival teatrale “il borgo delle storie”, ha infatti avuto due appuntamenti “esterni“: il primo sabato 14 luglio ad Avolasca, con lo spettacolo “Quinto comandamento: non uccidere” di Allegra de Mandato e il secondo giovedì 20 luglio all’Osservatorio Astronomico di Casasco, con “Una vita non basta” di e con Raimondo Brandi a cui è seguita l’osservazione guidata del cielo estivo a cura dell’Associazione Astronomia e Ambiente.

Un’altro aspetto positivo, che apprezzo, è l’apertura alla cultura letteraria in genere, soprattutto a quella che poggia le radici nel nostro territorio, già tentata negli anni scorsi, ma che, forse anch’essa per la prima volta quest’anno ha trovato una giusta collocazione.

Buono il format, fin dalla prima edizione, legato a doppia mandata ai due direttori artistici del festival, la coppia Arrigazzi/de Mandato che, grazie ad una viva intesa con la realtà teatrale astigiana, hanno costituito uno “zoccolo duro” di artisti, che si avvicendano con buona regolarità a Garbagna, ai quali si aggiunge ogni anno qualche ospite speciale, interessato a raggiungere il festival garbagnolo anche da molto distante. Quest’anno segnalo la partecipazione da Roma della compagnia “Matuta Teatro“. Tra l’altro, la foto di copertina di questo articolo è stata scattata proprio a Julia Borretti e Titta Ceccano durante lo spettacolo “Garbatella di teatro e musica“, sulla Roma di Pier Paolo Pasolini. Ogni anno, inoltre, è previsto lo spettacolo finale del laboratorio di teatro legato al festival e realizzato dalla compagnia amatoriale “Quelli degli Ippocastani“, costituita da attori locali che preparano il loro spettacolo seguiti da alcuni attori professionisti che prendono parte alle altre rappresentazioni.

Insomma il Festival di Garbagna piace agli artisti, che mi danno l’impressione di trovarsi bene in questo borgo tra i più belli d’Italia, con l’intimità che regalano il centro storico, gli ippocastani di Piazza Doria, il Teatro all’aperto di piazza Virginio Mogliazza e i cortili della Contrada. L’atmosfera di partecipazione e coinvolgimento che si respira durante il festival di Garbagna, è molto apprezzata anche dal pubblico, che può vivere per qualche giorno contornato di artisti, ma… Ma quest’anno c’è stata un po’ di delusione per la presenza di pubblico, che non è stata quella che ci si sarebbe aspettati. E’ anche vero che il fine settimana deve ancora arrivare e sicuramente porterà più gente, ma fino ad ora il tanto ambito “sold out”, non insolito nelle precedenti edizioni, lo ha ottenuto solo Lorenza Zambon con “94 passi in giardino”, andato in scena venerdì pomeriggio.

Successo di critica ma non di pubblico?

Quali le cause, dunque, di una affluenza di pubblico al di sotto delle aspettative?

Sicuramente più di una, forse anche il tempo. Quest’anno l’estate, più fresca delle due precedenti, potrebbe aver spinto meno gente a cercare refrigerio in campagna. Inoltre ho individuato personalmente almeno altre due cause che voglio segnalarvi, rimanendo disponibile ad un confronto, qualora voleste postare nei commenti qualche vostra critica o riflessione. Veniamo a noi.

La prima causa è sicuramente quella della concomitanza de “il borgo delle storie” con la rassegna musicale tortonese Arena Derthona che può aver distratto per la giornata di giovedì, serata che prevedeva il concerto di Annalisa, anche se non ho elementi di analisi, non essendo io presente a Casasco, proprio a causa del concerto di Annalisa.

Mi pare invece molto più scellerata la scelta di San Sebastiano Curone come sede per la festa itinerante dedicata al Salame Nobile del Giarolo, che, se proprio non si poteva fare a Garbagna, come avvenuto negli anni scorsi, almeno si sarebbe potuta tenere in una data diversa. Solitamente non sono contro l’accavallarsi di eventi, però c’è da dire che alcuni Eventi hanno un peso e una portata superiore ad altri e io penso, l’ho pensato fin da subito (chi mi segue lo sa), che “il borgo delle storie” abbia quella marcia in più in grado di dare lustro al nostro territorio anche a diverse decine, e potenzialmente centinaia, di chilometri e quindi, in questa fase, sia da proteggere come si dovrebbe proteggere un fuscello o un fanciullo, in maniera da poterlo far diventare grande e forte.

Ma la causa che più di tutte mi sta a cuore, del resto è il mio settore, è un errore nella comunicazione dell’evento. Non so quali siano le cause ma la vera assenza di quest’anno è stato un responsabile della comunicazione, incarico che nelle due precedenti edizioni era stato affidato a Luciana Rota e che quest’anno non ha ricoperto nessuno. Da una sommarria indagine non ho capito il motivo, ma non mi pare che questo sia stato fatto per questioni di risparmio economico, forse più per una sottovalutazione del ruolo di un addetto stampa.

Lo so che il mio potrà sembrarvi un intervento di parte, infondo quel ruolo potrei ricoprirlo anche io e sarebbe per me un’occasione lavorativa in più, ma non è per questo che ve ne parlo. Ve ne parlo perchè, anche da semplice giornalista, o blogger, fate voi, una figura di riferimento mi è mancata. Anche se fatto “sottotraccia“, tra chi si occupa di comunicazione c’è un costante lavoro di scambio: impressioni, consigli, idee, proposte. Molte delle quali non vanno in porto, alcune si, ma che comunque tengono vivo il ragionamento. Il nostro è un lavoro creativo e si alimenta di connessioni. E’ vero che quest’anno ho avuto un rapporto più diretto con gli attori, non avendo il filtro di Luciana, e questo è stato piacevole, ma contemporaneamente ho avuto un livello energetico più basso del solito.

A questo si aggiunga che un lavoro ben fatto di pubbliche relazioni avrebbe previsto la conferenza stampa di presentazione, che infatti quest’anno non c’è stata e un più fitto flusso di comunicati stampa verso i giornali locali e verso i rotocalchi specializzati (siano essi in forma cartacea o digitale), Luciana si è sempre occupata di rencesire uno ad uno anche tutti gli spettacoli in programma. Tutto questo avrebbe rappresentato una ricchezza, che quat’anno è venuta meno.

La comunicazione è importante ragazzi. Viviamo nella società dell’informazione.

Comunque non voglio dilungarmi troppo. Rinnovo l’invito a farmi notare con i vostri commenti eventuali errori nel mio ragionameto.

Oggi per me niente Garbagna, sto per andare prima alle prove e poi al concerto di Venditti ad Arena Derthona.

Ci vediamo domani al Borgo delle Storie, il programma l’ho già pubblicato, lo trovate qua: Il programma della terza edizione del Festival teatrale di Garbagna, è molto esauriente e prevede spettacoli per tutti i gusti, dai 2 ai 200 anni. Chiuderà il festival Marco Albino Ferrari, giornalista esperto di montagna, scrittore di svariati libri, sceneggiatore e vincitore di svariati premi.

Abile narratore, per chi ancora non lo avesse sentito “raccontare la montagna” allego questo video che ho registrato l’anno scorso, proprio a Garbagna.

Claudio Cheirasco

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