In memoria di don Angelo Bassi, il discorso di Mons. Silvio Grilli a Gremiasco (Al)

Il discorso pronunciato da mons. Silvio Grilli a Gremiasco il 6 aprile 2018 in occasione dell’intitolazione di piazza “Monsignor Angelo Bassi – Giusto tra le nazioni”.



Mons. Grilli ricorda don Angelo di Gremiasco

Cerimonia di intitolazione della piazza di Gremiasco ad Angelo Bassi

Venerdì 6 aprile 2018, la piazza antistante la chiesa parrocchiale di Gremiasco, per volere dell’amministrazione comunale, è stata intitolata a monsignor Angelo Bassi che per oltre 60 anni è stato il parroco di questo paese dell’alta val Curone.

Nato a Cusinasco di Monleale nel 1914, don Angelo, come era conosciuto in paese, è scomparso all’età di 98 anni il 5 dicembre del 2012. Figura instancabile, durante la sua vita fu sacerdote, ma anche maestro elementare, fondatore della Pro loco di Gremiasco, storico appassionato, autore di libri e molto altro. Particolarmente importante e significativa fu l’onorificenza conferitagli nel 2004 dallo Stato d’Israele che lo ha proclamato “Giusto tra le Nazioni” per aver salvato una famiglia ebrea durante la shoah. Da quel giorno, il nome di don Bassi è inciso su una lapide nel “Giardino dei Giusti” a Gerusalemme.

Alla cerimonia erano molte le persone presenti, tra cui i parenti di don Angelo, i suoi parrocchiani, gli ex scolari e tutti coloro che lo hanno conosciuto ed ammirato. Prima di scoprire la targa, poi benedetta dal Vescovo Vittorio Viola, parole di ammirazione ed affetto sono state espresse dalle numerose autorità presenti tra cui il Sindaco Umberto Dallocchio, il Prefetto di Alessandria Romilda Tafuri, il direttore del settimanale “Il Cittadino” della arcidiocesi di Genova mons. Silvio Grilli e la professoressa Maria Grazia Milani che condivideva con don Bassi la passione per le ricerche storiche in cui spesso coinvolgeva i suoi studenti.

Al termine della cerimonia d’intitolazione, all’ interno della chiesa, è seguito il concerto dei musicisti Fabio Volpi (pianoforte), Alessio Calcagno (clarinetto) e Massimiliano Limonetti (clarinetto e corno di bassetto) con musiche tratte dal repertorio classico e dalla tradizione ebraica.

Foto: Panorama di Tortona

Pubblico qui l’intervento di mons. Silvio Grilli.

L’intervento di mons. Silvio Grilli a Gremiasco

Ringrazio il signor sindaco, Umberto Dallocchio, per l’invito che mi ha mandato per essere presente a questa significativa cerimonia; il mio saluto riverente va a mons. Vittorio Viola, Vescovo di Tortona, al parroco Luigi Bernini, alle autorità presenti e a tutta la comunità di Gremiasco.

Sono qui per il mio incarico di responsabile della comunicazione sociale della Conferenza Episcopale ligure, alla quale appartiene anche la Diocesi di Tortona, e per essermi occupato di due libri che “il Cittadino”, settimanale cattolico di Genova, ha stampato sul tema nella persecuzione agli Ebrei e sull’opera di salvezza messa in atto dalla nostra Chiesa nei loro confronti negli anni sciagurati delle leggi razziali emanate dai regimi nazista e fascista.

Il primo di questi due libri, “Genova e la shoah – salvati dalla Chiesa”, scritto dal giornalista Mario Macciò, dedica un capitolo a Don Angelo Bassi, parroco di Rondanina e vanto del clero tortonese e della Chiesa ligure.

La Chiesa ligure ha avuto un ruolo davvero importante per la salvezza degli Ebrei, basti ricordare come il riconoscimento di “Giusto tra le nazioni” sia stato conferito ad altri tre sacerdoti genovesi (don Francesco Repetto, don Carlo salvi, don Emanuele Levrero) e allo stesso cardinale di Genova Pietro Boetto che fu grande nel coinvolgere l’intera Chiesa locale in quest’opera meritoria.

Mi è doveroso ricordare inoltre quanto sia stata pronta, nell’accogliere le sollecitazioni del cardinal Boetto, l’Opera di Don Orione, attraverso l’ospitalità che Genova diede agli Ebrei, in particolare al Paverano a Camaldoli.

Genova è legata a Tortona per gli straordinari frutti dell’Opera di Don Orione nel campo sociale, ma anche per l’attività svolta nei giorni drammatici della persecuzione nazi-fascista contro i nostri fratelli ebrei: voglio citare, tra gli altri, in proposito, i nomi degli orionini don Carlo Sterpi, don Enrico Sciaccaluga, don Ferruccio Netto, i nomi di Luigi Carminati, Antonio Chitti, Ferruccio Fisco e delle suore Bennata e Filippina.

Concludo con questa considerazione: il bene che i “Giusti tra le nazioni” hanno seminato (insieme a tante altre persone delle quali purtroppo non si conserva memoria scritta, ma i cui nomi sono ben presenti nel cuore di Dio) rimarrà per sempre e continuerà a dare frutti di fraternità e di pace. In particolare, tra quei frutti, ci sono il rispetto, la stima e l’amicizia che si sono instaurati tra le nostre chiese e le comunità ebraiche presenti tra noi; frutti che in qualche modo leniscono le ferite di quegli anni dolorosi e drammatici e che, per i meriti dei Giusti come don Bassi, possiamo nello stesso tempo definire gloriosi.

Don Silvio Grilli