Comunicare l’eccellenza, i miei atti del Convegno organizzato dal Rotary Club a Parodi Ligure

Sabato 25 settembre 2021 il Rotary Club Gavi Libarna ha festeggiato i 25 anni di attività con un convegno sul turismo e sul suo indotto.

Sabato 25 settembre 2021, presso l’Abbazia di San Remigio a Parodi Ligure si è tenuto il convegno «Comunicare l’eccellenza – Idee e strumenti per rilanciare il turismo nel Piemonte Sud Orientale». Il convegno è stato organizzato dal Rotary Club di Gavi Libarna in occasione del 25° anno di attività, è stato quindi un convegno volutamente importante, che ha visto ospiti del panorama locale, regionale e nazionale.

Moderatore è stato Marco Novarese, direttore del Master in Economia per l’impresa turistica dell’Università del Piemonte Orientale, che ha dato la parola a Maria Elena Rossi, direttrice Marketing e Promozione di ENIT, l’Agenzia Nazionale per il Turismo, quindi a Paola Casagrande, direttrice delle politiche e fondi europei della Regione Piemonte, Andrea Zuanetti, imprenditore e responsabile Centro Studi di Associazione Startup Turismo e quindi a Francesco Arecco, consigliere dell’Ente di gestione aree protette Appennino Piemontese, Gian Paolo Coscia, presidente della Camera di Commercio Alessandria-Asti, Roberto Cava, presidente di Alexala, Barbara Gramolotti, coordinatrice del «Distretto del Novese», Sabina Piacenti, tourist manager McArthur Glen Serravalle.

A fare gli onori di casa il Governatore del Rotary Distretto 2032 Silvia Scarrone, il vice-sindaco del Comune di Parodi Ligure Bruno Merlo e il presidente del Rotary Club Gavi Libarna Maurizio Zambruno.

Di ognuno di loro mi sono appuntato le parti salienti del discorso fatto, le riporto in questo articolo nella speranza di non travisarne il significato, avendo dovuto inevitabilmente fare ricorso ad una sintesi.

Il convegno è stato introdotto, come da tradizione del Rotary Club, dal saluto alle bandiere sulle note degli inni. L’inno nazionale italiano, l’inno europeo e l’inno del Rotary Club.

La prima a parlare è stata Silvia Scarrone, che porta i saluti del Rotary Club 2032 a tutti i presenti, sia ai “rotariani“, che soprattutto ai non rotariani. Il Rotary Club conta 1.200.000 soci in tutto il mondo, il motto è “Servire al di sopra di ogni interesse personale” per cui mantiene elevati standard etici. È aperto a tutti coloro che ne condividano il “sentiment“.

Il vice sindaco Bruno Merlo porta i saluti del sindaco e di tutta l’amministrazione comunale di Parodi Ligure. Saluta e ringrazia tutti, in particolare il Rotary Club per la sensibilità dimostrata verso il territorio. Al termine del convegno sarà scoperta una targa donata proprio dal Rotary. L’abbazia di San Remigio (oggi sconsacrata e di proprietà del comune di Parodi Ligure NdA) ha quasi mille anni di storia e negli anni Settanta del secolo scorso ha rischiato di essere abbattuta perché versava in un pessimo stato di conservazione. Per fortuna questo non è accaduto e quindi l’importante giornata si può svolgere in questa sede, oggi restaurata.

Maurizio Zambruno osserva come la data del convegno sia il 25 (settembre) e proprio in questo giorno il Rotary Club Gavi Libarna festeggia i suoi 25 anni di attività. In questa importante giornata si è deciso di rendere omaggio all’Abbazia di San Remigio, ma anche omaggio alle eccellenze del territorio e alle persone che lo abitano. Si augura di poter recuperare presto il Covid e confida che questo possa avvenire grazie soprattutto alle tante persone e alle tante realtà di valore che abitano il nostro territorio.

Marco Novarese apre quindi il Convegno segnalando che tramite una app è possibile commentare in diretta, sul maxischermo viene proiettato un QR code tramite il quale trovarsi alla url dei commenti e delle domande (saranno una decina le domande arrivate prima della chiusura dei lavori).
Dove sta andando il turismo? Come fare a sfruttare le possibilità offerte da Regione Piemonte e Comunità Europea? Per lo sviluppo del turismo in Italia stanno arrivando molti fondi. Sono queste le tematiche di cui si parlerà durante la mattinata senza trascurare, ovviamente, la comunicazione, che anche in ambito turistico è molto importante.

Il primo degli ospiti a prendere parola è Maria Elena Rossi, che spiega ai presenti cos’è ENIT, che mantiene il vecchio acronimo, ma non è più Ente Nazionale Italiano per il Turismo, ma è oggi l’Agenzia Nazionale per il Turismo. Una cinquantina di addetti nella sede romana, a cui si aggiungono gli impiegati nei 25 principali canali internazionali, soprattutto all’interno di Ambasciate e Consolati. Un centinaio di persone in tutto nel Mondo. ENIT è una realtà abbastanza piccola, soprattutto se confrontata con altre realtà, anche europee.
In ENIT si dà molta importanza alla collaborazione coi media. Si tengono sotto controllo le notizie che si propagano dell’Italia nel mondo. Ad esempio durante la pandemia è stato necessario intervenire, quando si sono diffuse fake news sulla situazione della pandemia nel nostro Paese. Sempre a livello di comunicazione, ENIT ha acquisito alcune piattaforme che consentono la conoscenza e l’elaborazione dei dati sul turismo.
Riguardo alla situazione del turismo nel nostro paese l’emergenza COVID è seguita ad un anno record, anno in cui il turismo aveva raggiunto, con 450.000.000 di pernottamenti, il 23% del PIL. Nel 2020 i numeri si sono ridotti all’incirca della metà. Nel 2021 si registra un lieve recupero , ma ancora molto limitato. Hanno patito molto le città d’arte. Attenzione al falso problema “Città d’arte vs Aree rurali“, in quanto le città, specialmente quelle sede di aeroporti rappresentano l’hub di riferimento anche per le aree circostanti. In particolare quest’anno si è registrato un over booking dei centri rurali a scapito delle città. Ci sono, in tal senso, esempi molto belli di collaborazioni centro-periferia come il caso degli Uffizi di Firenze, in cui il museo è “uscito” dalla città è si è trasferito anche in luoghi più periferici. In seguito alla pandemia le destinazioni di mare, montagna e delle aree rurali hanno accelerato un trend già in crescita prima del Covid. Per sfruttare questa tendenza occorre concentrarsi molto sul cicloturismo e sul turismo dei cammini. Un trend importante è anche quello della digitalizzazione.
In seguito alla pandemia è stato cancellato tutto il turismo asiatico e tutto il turismo extra-continentale ha avuto un forte freno. Sarà così per un bel po’. Il turismo su cui fare affidamento nei prossimi anni, almeno fino al 2024, è quello domestico o di prossimità, vale a dire quello nazionale o nel raggio di 700/1000 chilometri. Questo rappresenta una sfida perché il turismo domestico chiede più autenticità e costringerà le località che non vorranno rimanere indietro a rimodularsi. Anche le finestre di prenotazione si sono accorciate, se prima popolazioni come quella tedesca prenotavano con sei mesi di anticipo, oggi le prenotazioni si fanno a sole due, tre settimane dalla partenza. Un fattore di cui tenere conto perché cambia le tempistiche della comunicazione.
Si prevede di tornare solo nel 2024 ai dati record del 2019, momento in cui l’Italia era al primo posto trai Paesi del vecchio continente per i flussi extra-Europa. Il recupero sarà graduale, ma partirà dal mercato domestico per poi farsi via via sempre più internazionale.
Un territorio come il nostro ha da sfruttare la centralità dal punto di vista geografico, tenendo conto che a livello nazionale il mercato è molto agguerrito. Per sfruttare il nostro vantaggio geografico sarà indispensabile fare rete nel sistema territorio. Un esempio interessante è la rete che si è creata nella Costiera Amalfitana, in cui 30 aziende private si sono unite e hanno dato vita ad un prodotto unico. Il progetto è stato il primo caso di questo tipo in Italia. È riuscito a conciliare lo sviluppo con la sostenibilità economica, sociale e ambientale ed è riuscito ad intercettare fondi per 30.000.000 di euro. In Piemonte è nato un progetto nelle Langhe in cui 50 realtà imprenditoriali si sono unite per un progetto turistico rivolto all’alta fascia. Insomma, i soldi ci sono, ma per intercettarli occorre un progetto chiaro.
Il Piemonte si colloca al 10° posto nei flussi complessivi nazionali, un dignitoso piazzamento a metà classifica. Come vocazione è più portato verso il mercato nazionale. Già prima della pandemia, quando la media italiana era 50% turisti nazionali, 50% turisti internazionali, il Piemonte aveva un 70% di turismo interno.

Paola Casagrande in Regione Piemonte dirige le politiche e i fondi europei e si occupa anche di turismo e sport. Illustra alla platea quali fondi ci sono e dove sono disponibili. Il PNRR, gestito dallo Stato, avrà una disponibilità di 235 miliardi a cui si aggiungono i fondi strutturali per il prossimo quinquennio (gestiti dalle Regioni) e i fondi regionali veri e propri. Il grosso degli aiuti si basa sui fondi europei e nazionali. Le parole d’ordine saranno e sono “Sostenibilità” e “Digitalizzazione“. Il PNRR quindi premierà gli hub digitali, qualcosa sarà a disposizione delle Regioni, che avranno il compito di connettersi al sistema nazionale. Per le imprese è previsto uno stanziamento di 1 miliardo e 800 milioni di euro. Le modalità di finanziamento saranno il tax credit e qualcosa anche in fondi.
Entro metà ottobre usciranno i primi bandi. La Regione Piemonte darà supporto e consulenza anche sui bandi gestiti a livello nazionale. Inoltre la Regione Piemonte accompagna e co-finanzia gruppi di imprenditori. Ci sarà un bando apposito per i Borghi con meno di 2500 abitanti. Per quanto riguarda le piste ciclabili ne saranno finanziate 10 a livello nazionale, le grandi direttrici, tra cui Ven.To (che transita in territorio tortonese NdA). Per queste infrastrutture sono previsti 10.000.000 di euro, che a ben vedere non sono moltissimo. I punti cardine rimangono la digitalizzazione e la sostenibilità.
Riguardo ai fondi gestiti direttamente dalla Regione Piemonte, vale a dire i fondi strutturali, saranno messi a disposizione 2 miliardi e 800 milioni in cinque anni, circa un miliardo in più della precedente programmazione.
In Regione c’è stata una consulta con i giovani al di sotto dei 35 anni e ci si è accorti che le richieste variano rispetto alla popolazione più anziana. Quello che chiedono i giovani sono collegamenti ferroviari e piste ciclabili, a scapito dei collegamenti in automobile.
Ad ogni modo c’è stato un ritardo nell’erogazione dei fondi causato dalla pandemia, ma, come detto, da ottobre inizieranno ad essere disponibili. FESR e FSE hanno visto allocate le risorse per il 50% ciascuno. Non sarà possibile finanziare nuove strade, i vincoli dell’Europa sono molto stretti. L’intervento regionale sarà focalizzato per essere di complemento all’intervento nazionale e anche rivolto ai piccoli imprenditori con bandi fino a 10.000 euro, quelli dei piccoli interventi. Saranno coperte anche le spese già effettuate quest’anno. A livello regionale sono previsti anche aiuti alle stazioni sciistiche, che non ci riguardano direttamente, ma sono importanti nel bilancio regionale. Qualcosa molto probabilmente sarà concesso anche ad ATL, consorzi, pro-loco, ecc.
Quello che è importante per accedere ai fondi è “fare rete” e “fare progetti“. La dott.ssa Casagrande a questo punto si rivolge alle Fondazioni, consigliando loro di finanziare i progetti, che saranno quelli che faranno la differenza. Alla domanda se il mancato finanziamento alle strade implichi anche il mancato finanziamento alle piste ciclabili risponde che per finanziare le piste ciclabili bisognerà fare ricorso alla voce “Aree interne“. Su queste tematiche sarà importante usare l’FSC (Fondo Sviluppo Regioni), ma il quadro non è ancora completo, dal momento che ancora ci si sta lavorando. Ad ogni modo il governatore Alberto Cirio ha già espresso l’intenzione di investire molto per trasformare il Piemonte in una regione ciclabile.

Andrea Zuanetti ha il polso della situazione lato digital, visto che è anche Amministratore delegato e co-fondatore della startup Up2You. Il Piemonte è la terza regione italiana sede di startup in ambito turistico, avendo da poco scalzato la Puglia dal podio. L’obiettivo è quello di ripartire col piede giusto, anche per lui le parole chiave sono “digital” e “sostenibile“. Soprattutto sulla sostenibilità è necessario ragionare a livello di sistema. Riguardo al digital, la soluzione non è sviluppare una app. Semmai la app va inserita in una strategia, si parla quindi di “focus digital“. Il 95% dei download di app avviene sull’1% delle app. Davanti a questi numeri appare evidente che il digital, al pari della sostenibilità, è uno strumento che va inserito in un sistema più complesso. A livello individuale non si fa né sostenibilità né digital. Ci vuole conoscenza: i singoli sono tenuti ad informarsi per trovare i partner giusti.
Porta tre esempi di startup di successo in ambito turistico:
– Smace – startup per lo smartworking che, grazie ad un accordo con il club dei Borghi più belli d’Italia. Ha già portato 1000 smartworkers in 500 Borghi;
– Pemcards – startup che ha reinventato le cartoline, digitalizzandole in collaborazione con il Comune di Orvieto;
– Up2You – Startup che ha lavorato con il Comune di Riccione per destagionalizzare la domanda grazie al cicloturismo.
Il digital è complesso, è necessario trovare il target giusto e lavorare in rete.

Per Francesco Arecco la sostenibilità non deve essere vista come uno scotto da pagare, ma come un fattore di competitività, soprattutto per i clienti più giovani, che sono più in grado di smascherare tutto ciò che è falsamente sostenibile.
Il nostro territorio turisticamente è vergine, il più vergine del Piemonte. Questo ci dà l’opportunità di partire da zero. La nostra opportunità è la sentieristica, fruibile a piedi o in bicicletta. I sentieri vanno conservati e riscoperti.
Il cammino del PiemonteSud parte da Bobbio, si dirama a Portofino e poi, attraverso la Val Borbera, scende nel nostro territorio e arriva alla Francia passando per le Langhe. Su questa dorsale principale si sviluppano degli anelli in collaborazione con associazioni e imprese (nella cartellina che ci è stata consegnata all’ingresso del convegno era presente il depliant dell’anello di Pratolungo. Un anello di circa sette chilometri percorribili a piedi in due ore NdA).
Il progetto Festival Permanente del Piemonte Sud è un progetto nato con lo scopo di destagionalizzare la domanda turistica lungo il cammino PiemonteSud e i suoi anelli, darà modo di fare anche una mappatura delle strutture presenti sul territorio.

Gian Paolo Coscia ritiene il turismo fondamentale. Come Camera di Commercio si scontra con realtà turistiche che sono più strutturate della nostra. Da qualche anno anche qui da noi si comincia a fare sistema: Enti pubblici, privati, Fondazioni, che in questo momento hanno un ruolo fondamentale, così come i consorzi. Come obiettivo la Camera di Commercio Asti-Alessandria ha la digitalizzazione, il turismo e anche la formazione. Considera l’Outlet di Serravalle una risorsa per la zona, a patto di riuscire a intercettare il pubblico e trasformarlo in turista del territorio. Nell’ottica di fare rete il contributo della Camera di Commercio è sicuramente quello di far dialogare i Comuni centri zona tra di loro. Negli anni scorsi si è investito molto sul turismo, ora si sta lavorando nel fare sistema.

Roberto Cava porta l’attenzione a non confondere l’avverbio “insieme” con “insieme con me“. Il turismo è un’industria non possiamo più permetterci di fare i dilettanti allo sbaraglio. I numeri che ha portato oggi la dott.ssa Rossi parlano chiaro: il turismo è una risorsa molto importante. Occorre che tutti ci rendiamo conto che il turista non rappresenta una noia, qualcuno che utilizza il nostro parcheggio, ma una persona che porta ricchezza al nostro territorio. L’outlet può rappresentare un cardine su cui appoggiare la nostra comunicazione turistica.

Barbara Gramolotti spiega come il Distretto Novese rappresenti la convenzione di 33 Comuni, che da anni hanno fatto un passo indietro per far parte di un gruppo con un unico rappresentante della loro comunicazione. Il ruolo del Distretto Novese è quello di comunicare, lo si fa attraverso un’agenda comune che col tempo si è trasformata sempre più in una agenda digitale.
Da qualche tempo è stata avviata la collaborazione col Master in Turismo dell’Università del Piemonte Orientale e questo ha consentito di accedere a dati ai quali i piccoli Comuni partner, singolarmente, non avrebbero avuto accesso.

Sabina Piacenti osserva come la pandemia di Covid abbia tolto la “palla di vetro” anche al suo settore che fino al 20 febbraio 2020 aveva avuto previsioni certe per il proprio futuro. Nel 2019 all’Outlet di Serravalle sono transitati 1.300.000 visitatori esteri. Una delle conseguenze della pandemia è stata quella di riallacciare i contatti col territorio, riscoprendo la clientela nazionale. In sei anni di lavoro a Serravalle ha riscontrato una crescita del nostro territorio, anche in termini di offerta di posti letto. Improvvisamente il turismo domestico è stato al centro dell’attenzione. Grazie all’intervento della Regione Piemonte in poco tempo, nonostante la poca disponibilità di posti letto, 6100 turisti hanno acquistato 18.000 notti in albergo. La visione strategica dei flussi futuri non va dimenticata. Se è vero che il 10% dei visitatori dell’Outlet rappresenta l’Overtourism per l’intero territorio allora ha senso lavorare insieme in questa direzione.

A questo punto, dopo che tutti i relatori hanno avuto spazio per il loro intervento, si è aperta una tavola rotonda in cui si è risposto alle domande del pubblico.

Alla domanda su come inglobare realtà come ad esempio la Pinacoteca di Voltaggio nell’offerta turistica permanente si risponde che non c’è disponibilità di personale da lasciare in pianta stabile quindi si potrebbe pensare ad una sorta di “gestione a distanza“, resa possibile dal digitale e che trova sempre più applicazione in altre realtà. Una parte del museo è lasciata aperta al pubblico, che, dopo essersi registrato all’ingresso può fruire di altre parti in autonomia, sotto la sorveglianza che avviene da remoto.

Il presidente di Alexala torna sulla difficoltà di trovare un nome, un brand univoco per identificare il nostro territorio. Qualcosa che sia anche immediatamente rintracciabile dai motori di ricerca. Il Distretto del Novese per vocazione è rivolto ad un pubblico nazionale, quindi ben vengano iniziative e realtà come quelle dell’Outlet che sono indirizzate a buyer personas differenti. È proprio in casi di collaborazioni come queste che la somma di 1+1 può fare 3. A tal proposito all’interno del McArthur Glen vi è un totem informativo che rimanda a tutta la Regione Piemonte e ad un progetto di comunicazione di degustazioni delle cantine locali.

È Marco Novarese a chiudere i lavori tentando un sunto di quanto è stato detto in mattinata.
Non esiste un turismo, ma tanti turismi, tante forme di turismo. A volte per moda ci si dà un’etichetta, ma bisogna essere elastici e usare l’etichetta come base di partenza ed essere pronti a soddisfare tutti.
La formazione è importante, serve gente preparata. Lo si è visto durante la pandemia, momento in cui alcuni hanno potuto dimostrare la loro professionalità, tamponando le perdite o addirittura continuando a crescere.
I turisti vanno dove si sta bene.
Il realmente autentico fa vivere una zona. Non commettiamo l’errore di fare finto turismo, non serve a nulla continuare a ripeterci quanto è bello il nostro territorio, non si è autentici se non si sa essere ospitali. A questo proposito fa l’esempio del miliardario americano che voleva affittare un castello per qualche tempo ed il padrone non si è neanche degnato di accendere le luci, ma lo ha fatto visitare con una torcia a batteria (non svela come sia finita la vicenda, ma qualcosa mi dice che il miliardario abbia sì affittato un castello, ma in un altra zona… NdA).
Una parola sui troppi Enti: collaborare vuol dire che ognuno rinuncia a qualcosa. Nel suo master invita anche persone che non la pensano come lui, questo è difficile, ma alla fine arricchisce tutti.

Maurizio Zambruno ringrazia tutti e invita a festeggiare i 25 anni del Rotary Club Gavi Libarna con rinfresco con i vini del Consorzio del Gavi.

Silvia Scarrone informa di una proposta fatta dal Rotary Club distretto 2032 ad ognuno dei 42 club che ne fanno parte. Si tratta di un “segnalatoio“, un neologismo che sta ad indicare un’idea per cui ogni club individua un luogo di interesse del territorio e lo segnala agli altri. Per Gavi Libarna, l’Abbazia di San Remigio potrebbe essere il posto da segnalare. È lei a congedare tutti, ricordando che i Rotary Club sono sempre pronti a dare una mano agli imprenditori che si presentino con una buona proposta in grado di “Servire alla collettività al di sopra di ogni interesse personale“.

Ringrazio veramente molto il Rotary Club Gavi Libarna per l’accoglienza ricevuta, ma soprattutto ringrazio, lo faccio a nome di tutti, per l’opportunità offerta al nostro territorio con questa giornata di studi, che spero con questo articolo di rendere utile anche a chi non c’era.

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