Chi si ricorda il Brachetto d’Acqui?

Promozione e commercializzazione Brachetto d’Acqui: dopo gli incontri dedicati, la Cia risponde alle proposte di azione previste.



La crisi del Brachetto d’Acqui

 

Gli associati della Cia sono consapevoli della situazione di grave crisi che da tempo interessa la denominazione Brachetto e Acqui docg. Nonostante le peculiarità qualitative di questo prodotto il trend negativo delle vendite degli ultimi anni è un dato oggettivo che non può essere ignorato.

È necessario intervenire per scongiurare le incertezze legate alla liberalizzazione del mercato ed evitare una svalutazione del patrimonio delle nostre aziende. Per questo noi viticoltori siamo disponibili a collaborare e, anche, accettare la proposta del Consorzio del Brachetto d’Acqui docg di effettuare una trattenuta attraverso l’Erga Omnes, indirizzata alla promozione ed alla commercializzazione del prodotto.

Questo prelievo per le nostre aziende equivale ad un importante investimento e pertanto ci aspettiamo che venga ben valorizzato nella progettualità e che sia condiviso e trasparente nella sua attuazione concreta.

La strada da percorrere è sicuramente quella di promuovere il nostro prodotto, facendolo conoscere nelle sue declinazioni (dolce, secco, fermo o spumante), ma nel contempo si dovrà ugualmente promuovere il territorio lavorando di concerto con tutti gli altri attori del settore sia agricolo che turistico.

Riteniamo necessario sostenere il lavoro svolto dai piccoli produttori e dalle Cantine Cooperative che pongono sul mercato il prodotto finito, per questo proponiamo che, all’interno del progetto di promozione e commercializzazione, siano individuate risorse per queste aziende.

È doveroso sottolineare che l’importo richiesto nella proposta presentata dal Consorzio, va a gravare su aziende già in sofferenza da tempo e per tanto chiediamo che sia intrapresa ogni strada e valutata ogni opportunità per ottenere finanziamenti pubblici (sia da fondi regionali che comunitari) in modo da ridurre la quota richiesta agli agricoltori.

Sempre in una prospettiva di collaborazione reciproca, chiediamo al Consorzio di mettere in atto politiche per tenere informati tutti i produttori sulle iniziative che verranno intraprese.

Come più volte espresso, ripetiamo la necessità di avviare un percorso di rinnovamento all’interno del Consorzio, al fine di rendere credibili e condivise le azioni che svilupperà il Consiglio di Amministrazione.

La Cia di Alessandria, facendosi interprete delle esigenze dei propri produttori, chiederà all’Assessore Regionale di riaprire i tavoli di filiera del vino piemontese, affinché i viticoltori, la cooperazione e la parte industriale possano discutere insieme ed in modo paritario il futuro delle produzioni vitivinicole.

 

 

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