Chi di voi conosce la Riviera Olubrense?

Riceviamo e pubblichiamo un racconto dolce-amaro sulle possibilità offerte dal nostro territorio.



Destinazioni da Sogno 2020 – La Riviera Olubrense

Stufi del Salento, della Costa Smeralda, di Formentera? È comprensibile, sono mete banali, affollate, sopravvalutate. Il Tortonese chic, per l’Estate 2020, sceglie invece di abbracciare il turismo slow, a chilometro zero (o al massimo 2, se sta all’Oasi). Lascia l’auto in garage e in vacanza ci va con le due ruote, di corsa o in Nordic Walking. Parliamo della nuova frontiera del triathlon, il tempio del puro fitness outdoor. Spazi immensi, panorami mozzafiato, specialità enogastronomiche da gustare sotto un cielo azzurro intenso e senza nubi: è la Riviera Olubrense.

Negli anni ’20 del secolo scorso era meta obbligata dell’aristocrazia Tortonese; per decenni le famiglie più in vista della zona vi spedivano i rampolli – accompagnati da un attendente della servitù – ad imparare l’arte della natazione, della pesca a cucchiaino, dell’intaglio ligneo e dei gavettoni.

Abbandonata negli anni della motorizzazione di massa e del turismo mordi-e-fuggi, la Riviera Olubrense torna alla ribalta come scelta ideale per il viaggiatore (si badi bene, non “turista”) consapevole della fragilità del nostro ecosistema. Egli desidera un ritorno alle origini, alle proprie radici culturali e territoriali.

Riscoperta ai primi di Maggio di quest’anno – grazie ad un apposito Decreto del Presidente del Consiglio sentito il Ministero dei Beni Ambientali – la Riviera Olubrense (la cui Rive Droite è recente candidata UNESCO), si estende grosso modo dalla Cava dell’Itinera alle Bocche dell’Ossona (per i più pavidi), e prosegue invece per gli avventurosi attraverso le Terre del Maghisello fino al Castellar dé Ponzani. Oltreconfine, perde la Denominazione Specifica e diventa “Scrivia Vulgaris”.

Tanto successo ha ovviamente attirato speculatori immobiliari da tutta Italia e dall’Estero, e le Autorità Cittadine, in concorso con le Forze dell’Ordine, hanno avuto il loro daffare per tenere sotto controllo il rischio di un abusivismo dilagante. Stanno procedendo in queste settimane all’analisi delle acque per confermare la Bandiera Blu di Legambiente, che la Riviera Olubrense ha soffiata a Chernobyl lo scorso anno, proprio sul filo di lana.

Vi aspettiamo dunque tutti per una meravigliosa estate in Riviera Olubrense!

Scherzi a parte, in questi giorni è stato bello vedere i nostri concittadini, “scarcerati” dai domiciliari, riappropriarsi del nostro Parco demaniale più grande. Mancano solo un chioschetto per bibite/gelati e una bella analisi delle acque (per carità, non si pretende sia balneabile!) da pubblicare sul sito del Comune, giusto per tranquillizzare quei tortonesi che vorrebbero “pucciare” i piedi a bagno ma temono ancora che l’acqua di Scrivia (“Olubria” appunto, per i Romani) sia…. radioattiva!

Racconto firmato

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